15°
IMCWP - 15° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai
"L'aggravamento
della crisi del capitalismo, il ruolo della classe operaia e i
compiti dei comunisti nella lotta per i diritti dei lavoratori e dei
popoli. L'offensiva dell'imperialismo, il riallineamento delle forze
sul piano internazionale, la questione nazionale, l'emancipazione di
classe e la lotta per il socialismo".
Contributo
del Partito Comunista Cubano (PCC)
Traduzione
per Resistenze.org a cura
del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
Cari
compagni e compagne:
Prima di tutto vogliamo ringraziare il
Partito Comunista Portoghese di ospitare l'organizzazione e la
celebrazione del 15° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e
Operai, che ha significato un ulteriore sforzo nelle sue attività
quotidiane in mezzo alle difficili condizioni imposte dalla giusta
lotta per i diritti del popolo e dei lavoratori di fronte
all'aggravarsi della crisi capitalista che li colpisce. A voi, il
nostro riconoscimento e appoggio solidale.
Questo evento si
svolge proprio nel Centenario della nascita del leader storico del
Partito Comunista Portoghese, compagno Alvaro Cunhal, comunista
impeccabile, coerente con i suoi principi, difensore degli interessi
nazionali e dei diritti dei lavoratori lusitani oltre che sincero
amico della Rivoluzione Cubana. A lui, il nostro tributo
eterno.
Speriamo che questo incontro sia un fruttuoso spazio
di riflessione e dibattito su questioni fondamentali, che ci
permettano di coordinare gli sforzi nella ricerca di alternative
perché i nostri partiti contribuiscano risolutamente all'affrontare
e trasformare la realtà dei nostri popoli.
Il Partito
Comunista di Cuba considera che, in tempi di una difficile e
complessa situazione internazionale, caratterizzata dalla crisi
economica, finanziaria e globale del capitalismo, dalla
destabilizzazione dell'ordine internazionale con una politica
aggressiva dell'imperialismo degli Stati Uniti e della NATO che ha
portato guerre e conflitti con una nuova distribuzione delle
ricchezze, è necessario oggi più che mai, lo scambio e la
cooperazione in primo luogo tra i partiti comunisti e operai ma anche
con altre forze politiche, movimenti sociali e partiti progressisti e
di sinistra.
I comunisti devono avere la capacità necessaria
di affrontare l'offensiva dell'imperialismo a livello globale, e
costruire su ciò che ci unisce per avanzare con celerità e solidità
nell'identificazione dei nostri veri nemici principali e degli
obiettivi comuni che ci proponiamo, così come nella concertazione di
strategie e alleanze che permettano di convocare le grandi masse
scontente e condurle nella loro lotta contro l'imperialismo. E' stato
dimostrato che con la volontà politica si superano grandi ostacoli e
si raggiungono importanti trasformazioni.
Noi consideriamo che
dovremmo bandire le analisi escludenti che ci danneggiano e ci
dividono. Il nemico perfeziona i suoi metodi e affrontarlo richiede
non sprecare un minuto in discussioni sterili, quando i nostri popoli
aspettano alternative credibili, realistiche e, soprattutto, urgenti
contro le politiche di aggiustamento e terapie d'urto che portano
alla disperazione milioni di persone.
L'esperienza nei 55 anni
della Rivoluzione Cubana, risolutamente di fronte alla più grande
potenza mondiale di tutti i tempi, ci conferma, che, attraverso
l'unità tra i rivoluzionari è possibile affrontare le grandi sfide
e condurci alla vittoria.
Nel contesto latino-americano e dei
Caraibi, il Forum di San Paolo costituisce uno spazio privilegiato
per la convergenza delle forze politiche di sinistra e progressiste,
molto diverse tra loro, ma unite nello sforzo di raggiungere delle
società con maggiore giustizia sociale. Questa esperienza può
essere incoraggiante e utile per il nostro movimento comunista e
operaio.
Oggi, il nostro paese affronta un processo importante
per la continuità della Rivoluzione. Il VI Congresso del Partito
Comunista di Cuba, nel mese di aprile del 2011 e la Prima Conferenza
Nazionale del Partito, nel gennaio 2012, hanno impresso continuità e
impulso trasformatore allo sviluppo del socialismo cubano.
La
decisione di costruire un socialismo prospero e sostenibile, dove
prevalga la proprietà sociale dei principali mezzi di produzione e
la necessità dello sviluppo, come fondamento per raggiungere uno
stato di benessere e prosperità, costituisce uno dei capisaldi del
processo di teorizzazione del modello economico sociale, che indica
la direzione di Cuba di oggi e per il futuro.
Si tratta di
condurre l'economia con formule che sviluppino le forze produttive,
dove la pianificazione sia lo strumento per eccellenza nella ricerca
dell'equilibrio macroeconomico e l'impresa statale socialista sia
l'essenza del modello economico cubano, che si proietta nell'adeguare
le sue regole di funzionamento, dotandolo di maggiori libertà e
autonomie.
L'innalzamento dell'efficienza economica interna
implica prima di tutto, la crescita della produttività del lavoro e
in questo contesto si inserisce anche il riordino della forza lavoro
nel settore statale e, allo stesso tempo, si ampliano le possibilità
nel settore non statale e cooperativista, dando accoglienza ad altre
componenti economiche.
Per Cuba, solo il socialismo è una
condizione di sviluppo, per cui continuiamo a preservare le
principali conquiste sociali che hanno reso il modello cubano un
punto di riferimento per molti nel mondo.
I cambiamenti che
introduciamo oggi non duplicano altre esperienze ma tengono tuttavia
conto dei risultati positivi di altri modelli, soprattutto
considerando le nostre esperienze e circostanze storico-culturali.
L'impegno di un piccolo paese sottosviluppato di 11,2 milioni di
persone, con poche risorse naturali e sottomesso per più di mezzo
secolo al più ferreo e spietato blocco economico, commerciale e
finanziario imposto dagli Stati Uniti, non cessa i suoi sforzi volti
a promuovere una vita migliore per il suo popolo.
Anche
l'America Latina e i Caraibi vivono oggi un momento unico nella loro
storia di lotta contro il neoliberismo. Affrontano una controffensiva
dell'Impero e della destra regionale, finalizzato a sconfiggere i
processi progressisti e di sinistra e a far deragliare gli sforzi di
integrazione espressi dalla Comunità di Stati dell'America Latina e
dei Caraibi (CELAC), organizzazione chiamata a spingere
l'integrazione regionale e consolidare uno spazio di concertazione al
di fuori degli Stati Uniti, importante evento per le forze
progressiste.
La recente creazione dell'Alleanza del Pacifico,
risulta nella pratica una riprogettazione di ALCA, in quanto promuove
una zona di Libero Commercio in America Latina e nei Caraibi per
favorire una maggiore penetrazione e dominio delle multinazionali,
soprattutto nordamericane, il che significherebbe maggiore perdita
della sovranità. E' uno strumento per invertire il processo di
cambiamento in questa parte del mondo che si presenta con un volto di
nobili propositi, di cui dobbiamo allarmarci.
Il Venezuela è
un chiaro esempio della diffusione di questa controffensiva, dove si
sviluppa un piano di destabilizzazione su larga scala, che accentuato
dopo la scomparsa fisica del suo Presidente Hugo Chavez, ha puntato
al crollo della Rivoluzione Bolivariana. Il suo scopo strategico non
si limita al fallimento del governo legittimo di Nicolas Maduro, ma
punta contro i processi progressisti e di sinistra della regione,
contro i quali dispiega tutti i tipi di campagne diversive,
manipolatrici e bugie utilizzando le moderne tecnologie di
comunicazione, davanti alle quali dobbiamo essere vigili per non
essere indotti in errore.
Infine, colgo l'occasione per
ringraziare i partiti comunisti e operai qui presenti, per la
solidarietà militante nella nostra lotta contro il blocco, oggi
intensificato, ignorando il clamore della stragrande maggioranza
dell'opinione pubblica internazionale. Appena una settimana fa, Cuba
ha ottenuto ancora una volta per la 21° occasione consecutiva una
clamorosa condanna all'aggressione economica, dopo il voto
nell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite nella quale gli Stati
Uniti sono rimasti praticamente da soli con Israele.
Cari
amici e amiche,
Ribadiamo che Cuba continuerà la sua lotta per
migliorare il suo socialismo, continuerà a chiedere la revoca del
blocco e la politica di ostilità e di sovversione contro la
Rivoluzione, continuerà la sua lotta fino al ritorno dei Cinque
cubani ingiustamente imprigionati nelle carceri statunitensi. Per
questi impegni contiamo sulla nostra ragione e la vostra
solidarietà.
Grazie mille.
INTERVENCION
DEL REPRESENTANTE DEL PARTIDO COMUNISTA DE CUBA EN LA REUNIÓN DE LOS
PARTIDOS COMUNISTAS Y OBREROS EN PORTUGAL. Noviembre de 2013.
Estimados
compañeros y compañeras:
Ante todo
queremos agradecer al Partido Comunista Portugués por acoger la
organización y celebración de esta XV Reunión Internacional de los
Partidos Comunistas y Obreros, que ha significado un esfuerzo
adicional en sus labores cotidianas en medio de las difíciles
condiciones que impone la justa lucha por los derechos del pueblo y
de los trabajadores ante la profundización de la crisis
capitalista que los afecta. A ustedes, nuestro reconocimiento y
apoyo solidario.
Este evento
se celebra precisamente en el marco del Centenario del
Natalicio del líder histórico del Partido Comunista Portugués,
compañero Alvaro Cunhal, comunista intachable, consecuente con sus
principios, defensor de los intereses nacionales y de los derechos de
los trabajadores lusos, y un verdadero amigo de la Revolución
Cubana. A él, nuestro eterno homenaje.
Esperamos que
este encuentro sea un fructífero espacio de reflexión y debate
sobre temas medulares, que nos permita articular esfuerzos en la
búsqueda de alternativas para que nuestros partidos contribuyan de
manera resuelta, a enfrentar y transformar la realidad de nuestros
pueblos.
El Partido
Comunista de Cuba considera que en momentos de una difícil y
compleja coyuntura internacional; caracterizada por la crisis
económica, financiera y global del capitalismo, la desestabilización
del orden internacional, una política agresiva del imperialismo
norteamericano y de la OTAN, que ha conducido a guerras y conflictos
por un nuevo reparto de las riquezas;
se requiere hoy más que nunca del intercambio y de la
cooperación, en primer lugar entre los partidos
comunistas y obreros; pero también con otras fuerzas
políticas, movimientos sociales y partidos progresistas y de
izquierda.
Los
comunistas debemos tener la capacidad necesaria para enfrentar la
ofensiva del imperialismo a nivel global, y aprovechar lo que nos une
para avanzar con celeridad y solidez en la identificación de
nuestros verdaderos enemigos principales y de los
objetivos comunes que nos proponemos; así como en la
concertación de estrategias y alianzas que permitan convocar a las
grandes masas descontentas y conducirlas en su lucha frente al
imperialismo. Se ha demostrado que con voluntad política se superan
grandes obstáculos y se alcanzan importantes transformaciones.
Consideramos
que deberíamos desterrar el análisis cuestionador y excluyente que
nos daña y divide. El enemigo perfecciona sus métodos y enfrentarlo
exige no perder un minuto en debates estériles cuando nuestros
pueblos esperan alternativas creíbles, realistas y sobre todo,
urgentes frente a las políticas de ajuste y terapias de choque
trayendo el desamparo de millones de personas.
La
experiencia en los 55 años de la Revolución Cubana, enfrentada
resueltamente a la mayor potencia mundial de todos los tiempos,
nos confirma, que gracias a la unidad entre los revolucionarios es
posible enfrentar los grandes desafíos y conducirnos a la victoria.
En el
contexto latinoamericano y caribeño, el Foro de Sao Paulo constituye
un espacio privilegiado de convergencia de las fuerzas políticas de
izquierda y progresistas, muy disímiles entre sí;
pero unidas en el empeño de
lograr sociedades con mayor justicia social. Esta experiencia puede
resultar alentadora y útil para nuestro movimiento comunista y
obrero
Hoy,
nuestro país enfrenta un proceso trascendental para la continuidad
de la Revolución. El VI Congreso del Partido Comunista de Cuba,
celebrado en abril del 2011 y la Primera Conferencia Nacional del
Partido, en enero del 2012, imprimieron continuidad y a la vez
impulso transformador al desarrollo del socialismo cubano.
La decisión
de construir un socialismo próspero y sostenible, donde prevalezca
la propiedad social sobre los principales medios de producción y la
necesidad del desarrollo, como fundamento para lograr un estado de
bienestar y prosperidad, constituye uno de los postulados del proceso
de conceptualización del modelo económico social, que señala el
rumbo de Cuba hoy y para el futuro.
Se trata de
conducir la economía con fórmulas que desarrollen las fuerzas
productivas y donde la planificación sea el instrumento por
excelencia en la búsqueda del equilibrio de la macroeconomía y la
empresa estatal socialista sea la esencia del modelo
económico cubano, por lo que se proyecta ajustar sus reglas de
funcionamiento, dotándola de mayores libertades y autonomías.
La elevación
de la eficiencia económica interna implica ante todo, la
elevación de la productividad del trabajo y en ese contexto se
inserta también el reordenamiento de la fuerza laboral en el sector
estatal y al mismo tiempo, se amplían las posibilidades en el
sector no estatal y cooperativista, dándose acogida a otros
componentes económicos.
Para Cuba,
solo el socialismo es condición de desarrollo, por lo que considera
continuar preservando los principales logros sociales que
convirtieron al modelo cubano en un referente para muchos en el
mundo.
Asumimos los
cambios de hoy sin extrapolar otros, pero sí teniendo en
cuenta las experiencias positivas de otros modelos; sobre todo
considerando nuestras propias experiencias y circunstancias
histórico-culturales; así como el entorno que como país pequeño y
subdesarrollado de 11,2 millones de habitantes, sin apenas recursos
naturales y sometido por más de medio siglo al más férreo y brutal
bloqueo económico, comercial y financiero impuesto por Estados
Unidos, no ceja en sus empeños de propiciar una vida mejor a su
pueblo.
Asimismo la
región de América Latina y el Caribe vive hoy un momento único en
su historia en la lucha contra el neoliberalismo. Enfrenta una
contraofensiva del Imperio y la derecha de la región, dirigida
a derrotar los procesos progresistas y de izquierda y hacer fracasar
los esfuerzos integracionistas expresados en la Comunidad de Estados
Latinoamericanos y del Caribe (CELAC), organización llamada a
impulsar la integración regional y consolidar un espacio de
concertación al margen de Estados Unidos, acontecimiento de gran
relevancia para las fuerzas progresistas.
La reciente
creación de la Alianza del Pacífico resulta en la práctica un
rediseño del ALCA, ya que promueve una gran área de Libre
Comercio en América Latina y el Caribe para facilitar mayor
penetración y dominio de las transnacionales, especialmente
norteamericanas, lo que supondría mayor pérdida de
soberanía. Es una herramienta para revertir los procesos de cambios
en esta parte del mundo que se presenta con una cara de nobles
propósitos, sobre lo cual debemos alertar.
Venezuela
resulta un claro exponente del despliegue de esta contraofensiva,
donde se desarrolla un plan de desestabilización a gran escala, que
acentuado tras la desaparición física de su Presidente Hugo
Chávez Frías, apuesta al descalabro de la Revolución Bolivariana.
Su propósito estratégico no se limita al fracaso del gobierno
legítimo de Nicolás Maduro, sino apunta contra los procesos
progresistas y de izquierda de la región, para lo cual emplea todo
tipo de campañas diversionistas, manipuladoras y mentiras utilizando
las modernas tecnologías de las comunicaciones, ante lo cual debemos
estar alertas para no dejarnos confundir.
Por
último, aprovecho esta ocasión para agradecer a los partidos
comunistas y obreros aquí presentes, por la solidaridad militante en
nuestra lucha contra el bloqueo, hoy recrudecido, desoyendo el
clamor de la inmensa mayoría de la opinión pública internacional.
Precisamente hace apenas una semana Cuba logró
nuevamente por 21 ocasión sucesiva una contundente condena a la
agresión económica, tras la votación en la Asamblea General de las
Naciones Unidas en la que Estados Unidos volvió a quedarse
prácticamente solo con Israel.
Queridos
amigos y amigas:
Le reiteramos
que Cuba continuará su lucha por perfeccionar su socialismo, seguirá
exigiendo el levantamiento del bloqueo y la política de hostilidad y
subversión contra su Revolución; así como proseguirá su lucha
hasta el regreso de los Cinco Cubanos presos injustamente en cárceles
norteamericanas, para lo cual contamos con nuestra razón y vuestra
solidaridad.
Muchas
gracias.