sabato 14 dicembre 2013

15° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai intervento del PCC / 15° encuentro internacionales partidos comunistas y obreros intervencion de PCC




15° IMCWP - 15° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai

"L'aggravamento della crisi del capitalismo, il ruolo della classe operaia e i compiti dei comunisti nella lotta per i diritti dei lavoratori e dei popoli. L'offensiva dell'imperialismo, il riallineamento delle forze sul piano internazionale, la questione nazionale, l'emancipazione di classe e la lotta per il socialismo".
Contributo del Partito Comunista Cubano (PCC)
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

Cari compagni e compagne:

Prima di tutto vogliamo ringraziare il Partito Comunista Portoghese di ospitare l'organizzazione e la celebrazione del 15° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai, che ha significato un ulteriore sforzo nelle sue attività quotidiane in mezzo alle difficili condizioni imposte dalla giusta lotta per i diritti del popolo e dei lavoratori di fronte all'aggravarsi della crisi capitalista che li colpisce. A voi, il nostro riconoscimento e appoggio solidale.

Questo evento si svolge proprio nel Centenario della nascita del leader storico del Partito Comunista Portoghese, compagno Alvaro Cunhal, comunista impeccabile, coerente con i suoi principi, difensore degli interessi nazionali e dei diritti dei lavoratori lusitani oltre che sincero amico della Rivoluzione Cubana. A lui, il nostro tributo eterno.

Speriamo che questo incontro sia un fruttuoso spazio di riflessione e dibattito su questioni fondamentali, che ci permettano di coordinare gli sforzi nella ricerca di alternative perché i nostri partiti contribuiscano risolutamente all'affrontare e trasformare la realtà dei nostri popoli.

Il Partito Comunista di Cuba considera che, in tempi di una difficile e complessa situazione internazionale, caratterizzata dalla crisi economica, finanziaria e globale del capitalismo, dalla destabilizzazione dell'ordine internazionale con una politica aggressiva dell'imperialismo degli Stati Uniti e della NATO che ha portato guerre e conflitti con una nuova distribuzione delle ricchezze, è necessario oggi più che mai, lo scambio e la cooperazione in primo luogo tra i partiti comunisti e operai ma anche con altre forze politiche, movimenti sociali e partiti progressisti e di sinistra.

I comunisti devono avere la capacità necessaria di affrontare l'offensiva dell'imperialismo a livello globale, e costruire su ciò che ci unisce per avanzare con celerità e solidità nell'identificazione dei nostri veri nemici principali e degli obiettivi comuni che ci proponiamo, così come nella concertazione di strategie e alleanze che permettano di convocare le grandi masse scontente e condurle nella loro lotta contro l'imperialismo. E' stato dimostrato che con la volontà politica si superano grandi ostacoli e si raggiungono importanti trasformazioni.

Noi consideriamo che dovremmo bandire le analisi escludenti che ci danneggiano e ci dividono. Il nemico perfeziona i suoi metodi e affrontarlo richiede non sprecare un minuto in discussioni sterili, quando i nostri popoli aspettano alternative credibili, realistiche e, soprattutto, urgenti contro le politiche di aggiustamento e terapie d'urto che portano alla disperazione milioni di persone.

L'esperienza nei 55 anni della Rivoluzione Cubana, risolutamente di fronte alla più grande potenza mondiale di tutti i tempi, ci conferma, che, attraverso l'unità tra i rivoluzionari è possibile affrontare le grandi sfide e condurci alla vittoria.

Nel contesto latino-americano e dei Caraibi, il Forum di San Paolo costituisce uno spazio privilegiato per la convergenza delle forze politiche di sinistra e progressiste, molto diverse tra loro, ma unite nello sforzo di raggiungere delle società con maggiore giustizia sociale. Questa esperienza può essere incoraggiante e utile per il nostro movimento comunista e operaio.

Oggi, il nostro paese affronta un processo importante per la continuità della Rivoluzione. Il VI Congresso del Partito Comunista di Cuba, nel mese di aprile del 2011 e la Prima Conferenza Nazionale del Partito, nel gennaio 2012, hanno impresso continuità e impulso trasformatore  allo sviluppo del socialismo cubano.

La decisione di costruire un socialismo prospero e sostenibile, dove prevalga la proprietà sociale dei principali mezzi di produzione e la necessità dello sviluppo, come fondamento per raggiungere uno stato di benessere e prosperità, costituisce uno dei capisaldi del processo di teorizzazione del modello economico sociale, che indica la direzione di Cuba di oggi e per il futuro.

Si tratta di condurre l'economia con formule che sviluppino le forze produttive, dove la pianificazione sia lo strumento per eccellenza nella ricerca dell'equilibrio macroeconomico e l'impresa statale socialista sia l'essenza del modello economico cubano, che si proietta nell'adeguare le sue regole di funzionamento, dotandolo di maggiori libertà e autonomie.

L'innalzamento dell'efficienza economica interna implica prima di tutto, la crescita della produttività del lavoro e in questo contesto si inserisce anche il riordino della forza lavoro nel settore statale e, allo stesso tempo, si ampliano le possibilità nel settore non statale e cooperativista, dando accoglienza ad altre componenti economiche.

Per Cuba, solo il socialismo è una condizione di sviluppo, per cui continuiamo a preservare le principali conquiste sociali che hanno reso il modello cubano un punto di riferimento per molti nel mondo.

I cambiamenti che introduciamo oggi non duplicano altre esperienze ma tengono tuttavia conto dei risultati positivi di altri modelli, soprattutto considerando le nostre esperienze e circostanze storico-culturali. L'impegno di un piccolo paese sottosviluppato di 11,2 milioni di persone, con poche risorse naturali e sottomesso per più di mezzo secolo al più ferreo e spietato blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti, non cessa i suoi sforzi volti a promuovere una vita migliore per il suo popolo.

Anche l'America Latina e i Caraibi vivono oggi un momento unico nella loro storia di lotta contro il neoliberismo. Affrontano una controffensiva dell'Impero e della destra regionale, finalizzato a sconfiggere i processi progressisti e di sinistra e a far deragliare gli sforzi di integrazione espressi dalla Comunità di Stati dell'America Latina e dei Caraibi (CELAC), organizzazione chiamata a spingere l'integrazione regionale e consolidare uno spazio di concertazione al di fuori degli Stati Uniti, importante evento per le forze progressiste.

La recente creazione dell'Alleanza del Pacifico, risulta nella pratica una riprogettazione di ALCA, in quanto promuove una zona di Libero Commercio in America Latina e nei Caraibi per favorire una maggiore penetrazione e dominio delle multinazionali, soprattutto nordamericane, il che significherebbe maggiore perdita della sovranità. E' uno strumento per invertire il processo di cambiamento in questa parte del mondo che si presenta con un volto di nobili propositi, di cui dobbiamo allarmarci.

Il Venezuela è un chiaro esempio della diffusione di questa controffensiva, dove si sviluppa un piano di destabilizzazione su larga scala, che accentuato dopo la scomparsa fisica del suo Presidente Hugo Chavez, ha puntato al crollo della Rivoluzione Bolivariana. Il suo scopo strategico non si limita al fallimento del governo legittimo di Nicolas Maduro, ma punta contro i processi progressisti e di sinistra della regione, contro i quali dispiega tutti i tipi di campagne diversive, manipolatrici e bugie utilizzando le moderne tecnologie di comunicazione, davanti alle quali dobbiamo essere vigili per non essere indotti in errore.

Infine, colgo l'occasione per ringraziare i partiti comunisti e operai qui presenti, per la solidarietà militante nella nostra lotta contro il blocco, oggi intensificato, ignorando il clamore della stragrande maggioranza dell'opinione pubblica internazionale. Appena una settimana fa, Cuba ha ottenuto ancora una volta per la 21° occasione consecutiva una clamorosa condanna all'aggressione economica, dopo il voto nell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite nella quale gli Stati Uniti sono rimasti praticamente da soli con Israele.

Cari amici e amiche,
Ribadiamo che Cuba continuerà la sua lotta per migliorare il suo socialismo, continuerà a chiedere la revoca del blocco e la politica di ostilità e di sovversione contro la Rivoluzione, continuerà la sua lotta fino al ritorno dei Cinque cubani ingiustamente imprigionati nelle carceri statunitensi. Per questi impegni contiamo sulla nostra ragione e la vostra solidarietà.

Grazie mille.

INTERVENCION DEL REPRESENTANTE DEL PARTIDO COMUNISTA DE CUBA EN LA REUNIÓN DE LOS PARTIDOS COMUNISTAS Y OBREROS EN PORTUGAL. Noviembre de 2013.

Estimados compañeros y compañeras:
Ante todo queremos agradecer al Partido Comunista Portugués por acoger la organización y celebración de esta XV Reunión Internacional de los Partidos Comunistas y Obreros, que ha significado un esfuerzo adicional en sus labores cotidianas en medio de las difíciles condiciones que impone la justa lucha por los derechos del pueblo y de  los trabajadores ante la profundización de la crisis capitalista que los afecta. A ustedes,  nuestro reconocimiento y apoyo solidario.
Este evento se celebra precisamente en el marco del Centenario del  Natalicio del líder histórico del Partido Comunista Portugués, compañero Alvaro Cunhal, comunista intachable, consecuente con sus principios, defensor de los intereses nacionales y de los derechos de los trabajadores lusos, y un verdadero amigo de la Revolución Cubana. A él,  nuestro eterno homenaje.
Esperamos que este encuentro sea un fructífero espacio de reflexión y debate sobre temas medulares, que nos permita articular esfuerzos en la búsqueda de alternativas para que nuestros partidos contribuyan de manera resuelta, a enfrentar y transformar la realidad de nuestros pueblos.
El Partido Comunista de Cuba considera que en momentos de una difícil y compleja coyuntura internacional;  caracterizada por la crisis económica, financiera y global del capitalismo, la desestabilización del orden internacional, una política agresiva del imperialismo norteamericano y de la OTAN, que ha conducido a guerras y conflictos por un nuevo  reparto  de  las  riquezas;  se requiere  hoy más que nunca del intercambio y de la cooperación, en primer lugar   entre los partidos comunistas y obreros;  pero  también con otras fuerzas políticas,  movimientos sociales y partidos progresistas y de izquierda.
Los comunistas debemos tener la capacidad necesaria para enfrentar la ofensiva del imperialismo a nivel global, y aprovechar lo que nos une para avanzar  con celeridad y solidez en la identificación de nuestros verdaderos  enemigos principales  y de los objetivos comunes que nos proponemos;  así como en la concertación de estrategias y alianzas que permitan convocar a las grandes masas descontentas y conducirlas en su lucha frente al imperialismo. Se ha demostrado que con voluntad política se superan grandes obstáculos y se alcanzan importantes transformaciones.
Consideramos que deberíamos desterrar el análisis cuestionador y excluyente que nos daña y divide. El enemigo perfecciona sus métodos y enfrentarlo exige no perder un minuto en debates estériles cuando nuestros pueblos esperan alternativas creíbles, realistas y sobre todo, urgentes frente a las políticas de ajuste y terapias de choque trayendo el desamparo de millones de personas.
La experiencia en los 55 años de la Revolución Cubana, enfrentada resueltamente  a la mayor potencia mundial de todos los tiempos, nos confirma, que gracias a la unidad entre los revolucionarios es posible enfrentar los grandes desafíos y conducirnos a la victoria.
En el contexto latinoamericano y caribeño, el Foro de Sao Paulo constituye un espacio privilegiado de convergencia de las fuerzas políticas de izquierda y progresistas, muy disímiles  entre  sí;  pero  unidas  en  el  empeño  de  lograr sociedades con mayor justicia social. Esta experiencia puede resultar alentadora y útil para nuestro movimiento comunista y obrero
Hoy,  nuestro país enfrenta un proceso trascendental para la continuidad de la Revolución. El VI Congreso del Partido Comunista de Cuba, celebrado en abril del 2011 y la Primera Conferencia Nacional del Partido, en enero del 2012, imprimieron continuidad y a la vez impulso transformador al desarrollo del socialismo cubano.
La decisión de construir un socialismo próspero y sostenible, donde prevalezca la propiedad social sobre los principales medios de producción y la necesidad del desarrollo, como fundamento para lograr un estado de bienestar y prosperidad, constituye uno de los postulados del proceso de conceptualización del modelo económico social, que señala el rumbo de Cuba hoy y para el futuro.
Se trata de conducir la economía con fórmulas que desarrollen las fuerzas productivas y donde la planificación sea el instrumento por excelencia en la búsqueda del equilibrio de la macroeconomía y la empresa estatal socialista sea  la esencia  del modelo económico cubano, por lo que se proyecta ajustar sus reglas de funcionamiento, dotándola de mayores libertades y autonomías.
La elevación de la eficiencia económica interna implica  ante todo,  la elevación de la productividad del trabajo y en ese contexto se inserta también el reordenamiento de la fuerza laboral en el sector estatal y al mismo tiempo,  se amplían las posibilidades en el sector no estatal y cooperativista, dándose acogida a otros componentes económicos.
Para Cuba,  solo el socialismo es condición de desarrollo, por lo que considera continuar preservando los principales logros sociales que convirtieron al modelo cubano en un referente para muchos en el mundo.
Asumimos los cambios de hoy sin extrapolar otros, pero sí  teniendo en cuenta las experiencias positivas de otros modelos; sobre todo considerando nuestras propias experiencias y circunstancias histórico-culturales; así como el entorno que como país pequeño y subdesarrollado de 11,2 millones de habitantes, sin apenas recursos naturales y sometido por más de medio siglo al más férreo y brutal bloqueo económico, comercial y financiero impuesto por Estados Unidos, no ceja en sus empeños de propiciar una vida mejor a su pueblo.
Asimismo la región de América Latina y el Caribe vive hoy un momento único en su historia en la lucha contra el neoliberalismo. Enfrenta una contraofensiva del Imperio y la derecha de la región,  dirigida a derrotar los procesos progresistas y de izquierda y hacer fracasar los esfuerzos integracionistas expresados en la Comunidad de Estados Latinoamericanos y del Caribe (CELAC), organización llamada a impulsar la integración regional y consolidar un espacio de concertación al margen de Estados Unidos, acontecimiento de gran relevancia para las fuerzas progresistas.
La reciente  creación de la Alianza del Pacífico resulta en la práctica un rediseño del ALCA, ya que promueve  una gran área de Libre Comercio en América Latina y el Caribe para facilitar mayor penetración y dominio de las transnacionales, especialmente  norteamericanas, lo  que  supondría mayor pérdida de soberanía. Es una herramienta para revertir los procesos de cambios en esta parte del mundo que se presenta con una cara de nobles propósitos,  sobre lo cual debemos alertar.
Venezuela resulta un claro exponente del despliegue de esta contraofensiva, donde se desarrolla un plan de desestabilización a gran escala, que acentuado tras la desaparición física de su Presidente  Hugo Chávez Frías, apuesta al descalabro de la Revolución Bolivariana. Su propósito estratégico no se limita al fracaso del gobierno legítimo de Nicolás Maduro, sino apunta contra los procesos progresistas y de izquierda de la región, para lo cual emplea todo tipo de campañas diversionistas, manipuladoras y mentiras utilizando las modernas tecnologías de las comunicaciones, ante lo cual debemos estar alertas para no dejarnos confundir.
Por  último, aprovecho esta ocasión para agradecer a los partidos comunistas y obreros aquí presentes, por la solidaridad militante en nuestra lucha contra el bloqueo,  hoy recrudecido, desoyendo el clamor de la inmensa mayoría de la opinión pública internacional.  Precisamente  hace  apenas  una semana Cuba logró nuevamente por 21 ocasión sucesiva una contundente condena a la agresión económica, tras la votación en la Asamblea General de las Naciones Unidas en la que Estados Unidos volvió a quedarse prácticamente solo con Israel.
Queridos amigos y amigas:
Le reiteramos que Cuba continuará su lucha por perfeccionar su socialismo, seguirá exigiendo el levantamiento del bloqueo y la política de hostilidad y subversión contra su Revolución; así como proseguirá su lucha hasta el regreso de los Cinco Cubanos presos injustamente en cárceles norteamericanas, para lo cual contamos con nuestra razón y vuestra solidaridad.
Muchas gracias.

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