Il 28 febbraio diversi manifestanti,
cittadini, insegnanti, contadini e membri di diverse organizzazioni sociali, si
sono scontrati con una brutale repressione poliziesca nella città di Popayan,
nel dipartimento di Cauca, in Colombia.
Nell'ambito dello sciopero illimitato regionale, i manifestanti hanno bloccato con dei camion l'autostrada panamericana tra Popayan e Pasto per circa sei ore. Per liberare l'autostrada, la Squadra mobile anti-disordini (ESMAD), unità speciale di polizia nazionale, ha usato potenti contromisure e gas lacrimogeni per disperdere la folla. Diversi manifestanti hanno subito lesioni e quattro sono stati arrestati. Un contadino della National Association of Peasants of Colombia (ANUC), è stato ferito al volto e immediatamente portato in un centro di assistenza sanitaria.
La sera, decine di persone hanno manifestato davanti all'ufficio del procuratore generale per chiedere il rilascio dei manifestanti arrestati e per respingere le misure repressive utilizzate contro le persone che protestavano pacificamente.
Più di 16.000 insegnanti e 6.000 contadini di Cauca hanno iniziato lo sciopero a tempo indefinito il 25 febbraio. Hanno marciato verso il Parco di Caldos, situato nel centro della città, chiedendo che il governo nazionale si conformi agli accordi per garantire i diritti fondamentali come la salute, l'istruzione e alloggi per tutti. Hanno anche chiesto la protezione dei leader sociali e contadini che vengono ripetutamente presi di mira e uccisi dalle forze paramilitari.
Lo sciopero è stato convocato dal Consiglio per i diritti umani per la difesa della vita e del territorio, un'organizzazione ombrello che comprende l'ANUC, l'Associazione degli istituti educativi e dei lavoratori di Cauca (ASOINCA) e altri movimenti sociali, come il Congreso de los Pueblos e l'associazione Hogar Digno Hogar.
Nilson Liz, presidente dell'ANUC, ha dichiarato che lo sciopero continuerà fino a quando non verranno risposte chiare dal governo.
L'incidente dimostra che il governo di destra del Centro Democratico, guidato dal presidente Iván Duque, ancora una volta non è riuscito a mantenere la pace nel paese.
Nell'ambito dello sciopero illimitato regionale, i manifestanti hanno bloccato con dei camion l'autostrada panamericana tra Popayan e Pasto per circa sei ore. Per liberare l'autostrada, la Squadra mobile anti-disordini (ESMAD), unità speciale di polizia nazionale, ha usato potenti contromisure e gas lacrimogeni per disperdere la folla. Diversi manifestanti hanno subito lesioni e quattro sono stati arrestati. Un contadino della National Association of Peasants of Colombia (ANUC), è stato ferito al volto e immediatamente portato in un centro di assistenza sanitaria.
La sera, decine di persone hanno manifestato davanti all'ufficio del procuratore generale per chiedere il rilascio dei manifestanti arrestati e per respingere le misure repressive utilizzate contro le persone che protestavano pacificamente.
Più di 16.000 insegnanti e 6.000 contadini di Cauca hanno iniziato lo sciopero a tempo indefinito il 25 febbraio. Hanno marciato verso il Parco di Caldos, situato nel centro della città, chiedendo che il governo nazionale si conformi agli accordi per garantire i diritti fondamentali come la salute, l'istruzione e alloggi per tutti. Hanno anche chiesto la protezione dei leader sociali e contadini che vengono ripetutamente presi di mira e uccisi dalle forze paramilitari.
Lo sciopero è stato convocato dal Consiglio per i diritti umani per la difesa della vita e del territorio, un'organizzazione ombrello che comprende l'ANUC, l'Associazione degli istituti educativi e dei lavoratori di Cauca (ASOINCA) e altri movimenti sociali, come il Congreso de los Pueblos e l'associazione Hogar Digno Hogar.
Nilson Liz, presidente dell'ANUC, ha dichiarato che lo sciopero continuerà fino a quando non verranno risposte chiare dal governo.
L'incidente dimostra che il governo di destra del Centro Democratico, guidato dal presidente Iván Duque, ancora una volta non è riuscito a mantenere la pace nel paese.
Resistenze.org Traduzione a cura del Centro di Cultura e
Documentazione Popolare
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