di Gianmarco Pisa
Quando, nel 1973, un golpe
politico-militare, messo in atto da pezzi della gerarchia militare,
orchestrato dalla CIA e dal Dipartimento di Stato e sostenuto da ampia
parte della borghesia compradora e dall’oligarchia locale, sconfisse la
resistenza di Salvador Allende e pose fine alle speranze alimentate dal
governo di Unità Popolare e dall’orientamento al socialismo del Cile
dell’epoca, la sensazione fu gigantesca. Mobilitazioni internazionali,
campagne di solidarietà messe in campo da partiti socialisti e comunisti
(anche in Italia e alle più varie latitudini), e certo, insieme con
queste, alla metà degli anni Settanta, l’impressione che le oligarchie e
l’imperialismo l’avevano avuta vinta ed una più ampia unità popolare
basata su un rinnovato blocco sociale andava ricostituita. Una vittoria
temporanea ed un processo da rigenerare. Per ora.
Certo, erano quelli gli anni della
ridefinizione su scala internazionale del conflitto di classe e della
rinnovata contrapposizione ideologica, di una nuova strategia eversiva e
golpista da parte del Dipartimento di Stato, del “Plan Condor” e della
“dottrina Breznev”, insomma, degli avamposti della concatenazione tra
liberismo ed imperialismo e della concreta separazione del mondo per
blocchi contrapposti ed aree di influenza. La luminosa resistenza di
Cuba socialista e il crollo delle pretese statunitensi in quella che era
stata l’aggressione yankee al Vietnam segnalavano, tuttavia,
l’esistenza di visioni e di tendenze altre, di popoli che non
rinunciavano alla prospettiva della propria emancipazione e che
liberamente perseguivano ragioni nuove e rinnovate ispirazioni nella
loro avanzata verso la democrazia e il socialismo. Per ora.
Oggi, a quarant’anni e passa di
distanza, il copione minaccia di ripetersi qualche migliaio di
chilometri più in là. Anche qui si tratta di una transizione al
socialismo, del percorso di costruzione di un’alternativa ispirata ai
valori della giustizia sociale, dell’uguaglianza e dell’emancipazione;
anche qui monta e diventa sempre più attiva l’iniziativa eversiva di
quella borghesia legata al capitale euro-atlantico (che una volta si
chiamava compradora) e dei suoi padrini ed ispiratori politici e
militari (che ancora oggi prendono il nome di CIA e Dipartimento di
Stato). Certo, il contesto e lo scenario sono diversi, il socialismo non
si concepisce più “in un solo Paese” e altri attori animano la scena,
le forze della società civile trans-nazionale e gli interessi
neo-imperialistici della UE. Caracas è oggi l’epicentro delle trame
eversive. Per ora.
Tra inchieste di giornalisti
indipendenti e operazioni della polizia locale, solo negli ultimi mesi
il mercato nero scambia il dollaro a 180 bolivares, quando il tasso
ufficiale di cambio è ad uno contro 6, o giù di lì; sui siti della
contro-informazione golpista, le cifre che vengono date e i parametri di
cambio che vengono offerti non sono quelli legali, ma quelli illegali
del cambio clandestino; si susseguono le requisizioni di ingenti
quantitativi di alimenti sequestrati per svuotare i negozi, incrementare
la campagna sulla “penuria di generi di prima necessità” e diffondere
il panico tra le persone in coda ai negozi; qualcuno che ha interesse a
farlo organizza i camion per il sequestro dei beni (8 ton. di caffè
sottratte nello Stato di Zulia) ed i camion per ingrossare le code agli
sportelli (un po’ di inchieste giornalistiche a riguardo). Certo, per
ora.
Dieci anni dopo il golpe in Cile e
l’esordio della giunta Pinochet, un gruppo di ufficiali delle forze
armate venezuelane fonda, il 24 luglio 1983, il Movimento Bolivariano
Rivoluzionario MBR 200, ispirato agli ideali delle “tre
radici”, Simón Bolivar, Simón Rodriguez e Ezequiel Zamora, con un
orizzonte politico chiaramente alternativo a quello del consociativismo
predatorio del regime venezuelano dell’epoca: sovranità ed emancipazione
nazionale, pedagogia liberatrice e creatrice, difesa del popolo, dei
suoi bisogni e delle sue aspirazioni. L’insurrezione civico-militare del
4 febbraio 1992 fallisce, ma aggrega un consenso popolare su cui
sarebbe maturata l’esperienza bolivariana e la leadership
politico-militare di Hugo Chávez. Sarebbe stato necessario un ulteriore
accumulo di forze, i tempi non erano, nel 1992, ancora maturi. “Per
ora”, disse Chávez, per la prima volta di fronte alle telecamere e a
milioni di venezuelani e venezuelane.
Nel Venezuela di oggi, sedici anni dopo
l’esordio del bolivarismo al potere e l’innesco della trasformazione in
senso socialista della società venezuelana (1999), personaggi che
sembrano usciti dal Sudamerica della guerra fredda vorrebbero portare
l’America Latina indietro di quarant’anni. La notizia del giorno non è
quella che a tre ex capi di stato viene negato, dalle autorità
venezuelane, l’accesso alle prigioni del Paese, ma quella che, a
parlare, su invito della opposizione golpista, di “democrazia e diritti
umani” a Caracas vengano chiamati “campioni” del calibro di Andrés
Pastrana (Colombia), Felipe Calderón (Messico) e Sebastian Piñera
(Cile). Di quest’ultimo, sono acclarate le simpatie e le collusioni con
il regime sanguinario di Augusto Pinochet, all’epoca del golpe cileno e
della giunta del 1973. Sono ombre del passato, questi vecchi campioni e i
loro giovani accoliti dell’eversione e del golpismo. “Per ora”, e per
il domani, non riusciranno a portare indietro di quarant’anni il corso
della storia e delle conquiste sociali del Venezuela e dell’America
Latina.
Di questo,
nel contesto dello scenario internazionale e della politica di pace del
Venezuela Bolivariano, si parlerà in occasione del Convegno:
–
“Venezuela Bolivariano: lotta per la pace e la solidarietà internazionale, contro la guerra e l’imperialismo”
Mercoledì 4 Febbraio, ore 16.00
presso la Sala Multimediale “G. Nugnes”
in Via Verdi 35
con il Patrocinio del Comune di Napoli.
–
“Venezuela Bolivariano: lotta per la pace e la solidarietà internazionale, contro la guerra e l’imperialismo”
Mercoledì 4 Febbraio, ore 16.00
presso la Sala Multimediale “G. Nugnes”
in Via Verdi 35
con il Patrocinio del Comune di Napoli.
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Verso il II Incontro Nazionale di Solidarietà Italiano con la Rivoluzione Bolivariana della Rete Caracas ChiAma
Napoli 10-12 Aprile 2015
Napoli 10-12 Aprile 2015
Fonte
Immagine inserita da" Sandino" amministratore blog internazionalismo
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