domenica 1 maggio 2016

Appello del Partito Comunista Polacco per la solidarietà internazionale/Petición de solidaridad internacional del PC de Polonia/APPEAL OF THE CP OF POLAND FOR INTERNATIONAL SOLIDARITY



Membri del Partito Comunista Polacco sono stati condannati per propaganda al comunismo



25/04/2016

Appello del Partito Comunista Polacco per la solidarietà internazionale

Quattro attivisti del Partito Comunista Polacco (KPP) sono stati condannati il 31 marzo 2016 dalla Corte Regionale in Dąbrowa Górnicza per aver fatto propaganda dell'ideologia comunista sul giornale "Brzask" e sul sito internet del Partito. Sono stati condannati a nove mesi di libertà controllata con lavoro sociale gratuito obbligatorio, nonché ad una multa.

Questo provocatorio decreto è stata pronunciato in un procedimento sommario senza la presenza delle parti di solito utilizzato per reati in cui la colpevolezza dell'accusato viene ritenuta evidente. La Corte non ha seguito la procedura ordinaria ed ha basato la propria condanna solo sul capo di accusa. Anche gli accusati non hanno avuto la possibilità di difendersi. Il condannato ha già interposto opposizione al giudizio chiedendo la procedura ordinaria. (1)

Gli attivisti del KPP sono stati accusati di violare l'art. 256 primo comma del codice penale polacco: "Chiunque pubblicamente fa propaganda del fascismo o di altro sistema statale totalitario ovvero incita all'odio basato sulle differenze di nazione, etnia, razza o religione o per la mancanza di confessione religiosa è punito con la multa o con la pena della libertà controllata ovvero con la pena detentiva fino a due anni"

Un'originario tentativo di modificare questo articolo includendovi la proibizione dei simboli comunisti ha incontrato proteste sia in Polonia che all'estero. Il 19 luglio 2011 è stato dichiarato incostituzionale dalla Corte polacca delle Leggi perché violava il principio della libertà di manifestazione del pensiero.

L'accusa contro gli attivisti del KPP per propaganda di regime totalitario è un altro ennesimo tentativo di equiparare il comunismo al fascismo per vietare l'attività politica dei comunisti.

Il caso è partito dalla denuncia presentata nel 2013 da Bartosz Kownacki, deputato del Partito della Legge e della Giustizia (PiS). Il pubblico ministero rifiutò di procedere. Tuttavia, nel 2013, il procedimento è stato riaperto ed ha subito un'accelerazione dopo le elezioni vinte dal PiS. Il 31 dicembre 2015, il Procuratore Regionale di Katowice ha presentato la richiesta di condanna alla Corte regionale di Dąbrowa Górnicza. La richiesta di condanna affermava che gli attivisti facevano propaganda di un sistema totalitario pubblicando sulla testata "Brzask" articoli di giornale "direttamente correlati con il sistema comunista e col Marxismo-Leninismo, che nel contesto dell'esperienza storica si pongono in contrasto con i valori democratici" - e quindi con le attività consentite ad un partito politico "legale".

Il caso è altrettanto importante sotto il profilo della "politicizzazione" dell'Ufficio del Pubblico Ministero mediante la subordinazione dello stesso al Ministro della Giustizia - Zbigniew Ziobro del PiS, il quale è stato nominato Procuratore Generale. Il sistema giudiziario sta poi apertamente trattando in modo completamente differente l'estremismo di destra. Nello stesso momento in cui i membri dello staff editoriale del "Brzask" venivano condannati, i neofascisti dell'ONR (Organizzazione radical nazionale) dimostravano liberamente nelle strade di Bialystok commemorando l'82° anniversario della loro organizzazione. Nel corso della manifestazione, sotto i simboli delle falange, gli estremisti portavano in mano torce accese e promettevano di farla finita con i nemici politici, così facendo diretto riferimento alle pratiche fasciste. Nonostante ciò, il Ministro della Difesa sta pensando di armare questi neofascisti rendendoli parte integrante della difesa territoriale. Precedentemente, la Corte di Częstochowa ha prosciolto un imputato che aveva messo in vendita magliette con scritte razziste, chiudendo gli occhi sulla violazione dell'art. 256 del Codice penale. Recentemente, il Ministro della Giustizia e Procuratore Generale ha sospeso la condanna di un nazionalista colpevole di violenza a pubblico ufficiale.

Il decreto che ha condannato i comunisti polacchi è stato emesso nello stesso momento in cui, il primo di Aprile, il Parlamento ha votato una legge contro la "propaganda del comunismo" che obbliga le autorità locali a cambiare i nomi delle strade ed a rimuovere altri oggetti e simboli associati al comunismo, atto di pieno attacco contro la memoria del movimento operaio. L'Istituto della Rimembranza Nazionale ha creato un registro delle domande delle autorità locali per la soppressione dei monumenti ai soldati sovietici ed altri monumenti correlati con il comunismo. La devastazione dei monumenti e la falsificazione della storia sono usuali modi di pratica fascista.

Il governo e le classi borghesi si illudono se credono che il Partito Comunista di Polonia ed i comunisti polacchi si lascino intimidire da questa persecuzione anticomunista o che questa campagna anticomunista possa farli cedere. Le misure prese contro i comunisti vanno mano nella mano con l'acuirsi della barbara linea politica antipopolare del Governo e della UE. E' di estrema importanza che la solidarietà col Partito Comunista di Polonia, il quale è costretto ad agire in difficili condizioni per tutelare i comunisti perseguitati, sia oggi espressa in modo massivo e risoluto, mediante proteste davanti alle ambasciate polacche di tutto il mondo, con mozioni di solidarietà, eccetera…

Giù le mani dal Partito Comunista di Polonia. La persecuzione anticomunista deve essere spezzata. le inaccettabili leggi anticomuniste devono essere abolite. L'anticomunismo ed il tentativo di riscrivere la storia non avranno successo.

N.d.t.

1) La procedura appare simile, per quanto riferito, al procedimento per decreto penale di condanna esistente nel nostro ordinamento e regolato dagli artt. 459 e ss. del c.p.p., per il quale, nei procedimenti per reati perseguibili di ufficio ed in quelli perseguibili a querela se questa è stata validamente presentata e se il querelante non ha nella stessa dichiarato di opporvisi, il pubblico ministero, quando ritiene che si debba applicare soltanto una pena pecuniaria, anche se inflitta in sostituzione di una pena detentiva, può presentare al giudice per le indagini preliminari, entro sei mesi dalla data in cui il nome della persona alla quale il reato è attribuito è iscritto nel registro delle notizie di reato e previa trasmissione del fascicolo, richiesta motivata di emissione del decreto penale di condanna, indicando la misura della pena. Nel termine di quindici giorni dalla notificazione del decreto, l'imputato e la persona civilmente obbligata per la pena pecuniaria, personalmente o a mezzo del difensore eventualmente nominato, possono proporre opposizione mediante dichiarazione ricevuta nella cancelleria del giudice. Contro il decreto il condannato può proporre opposizione entro quindici giorni. L'opposizione nel nostro sistema comporta che il decreto viene annullato e viene iniziato un giudizio ordinario, salva la richiesta del condannato di un rito alternativo come il patteggiamento o il rito abbreviato. Nel rito polacco, a parte la strumentalità dell'imputazione, appare inquietante la possibilità di applicare tale procedura per irrogare pene diverse da quella pecuniaria ed anche fortemente limitative della libertà personale. La procedura solleva dubbi circa la compatibilità con le garanzie pretese per il diritto di difesa e per la rieducatività delle pene dalla Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo.



Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

Miembros del PC de Polonia condenados por propaganda del comunismo

Petición de solidaridad internacional del PC de Polonia

Cuatro activistas del PCP fueron condenados el 31 de marzo de 2016 por el Tribunal Regional de Dabrowa Górnicza por propagar ideología comunista en el periódico “Brzask” y en la web del partido. La sentencia fue de 9 meses de libertad vigilada con la obligación de realizar trabajos para la comunidad y el pago de multas.

Este provocador veredicto fue adoptado en el procedimiento sumario, sin presencia de todas las partes, lo que habitualmente se utiliza en delitos, cuando la culpa del acusado está probada. El tribunal ni siquiera siguió el procedimiento estándar y basó su veredicto únicamente en una acusación. Los acusados ni siquiera tuvieron la posibilidad de defenderse. Los acusados ya habían formulado objeciones al juicio, exigiendo un procedimiento ordinario.

Los activistas del PCP estaban acusados de vulnerar el artículo 256.1 del Código Penal: “Quien públicamente promueva el fascismo u otro sistema estatal totalitario o incite al odio sobre la base de diferencias nacionales, étnicas, raciales o religiosas o por la falta de credo religioso, será penado con multa, restricción de libertad o privación de libertad de hasta 2 años”.

Un intento previo de modificar este artículo para añadir una prohibición de los símbolos comunistas se topó con protestas tanto en Polonia como en el extranjero. El 19 de julio de 2011 fue retirado por el Tribunal Constitucional, que proclamó que era contradictorio con el principio de libertad de expresión.

Las acusaciones contra activistas del PCC por promover un sistema totalitario son el ejemplo de la equiparación del comunismo con el fascismo y de la prohibición de la actividad comunista.

Este caso se inició por medio de una denuncia de Bartosz Kownacki – diputado del partido Ley y Justicia (PiS) - en 2013. El fiscal rechazó actuar. No obstante, en 2015 se retomó el procedimiento y tomó ritmo tras las elecciones que ganó el PiS. El 31 de diciembre de 2015, la oficina del fiscal regional de Katowice remitió el caso al Tribunal Regional de Dabrowa Górnicza. El escrito de acusación señalaba que los activistas estaban promoviendo públicamente un sistema totalitario la publicar in el periódico “Brzask” artículos “directamente relacionados con el sistema comunista y el marxismo-leninismo, que en el contexto de la experiencia histórica es contradictorio con los valores democráticos” - esto quiere decir con las actividades de un partido político legal.

El caso es también importante en el contexto de la politización de la oficina del fiscal, que se subordina al Ministro de Justicia – Zbigniew Ziobro, del PiS – que fue candidato a Fiscal General. El sistema de justicia trata al extremismo de derechas de forma abiertamente distinta. Al mismo tiempo que los miembros del equipo editorial de “Brzask” están siendo condenados, los neo-fascistas de ONR (Campo Nacional Radical) se manifestaban libremente en las calles de Bialystok para conmemorar el 82 aniversario de su organización. Durante la manifestación bajo el símbolo de la falange, portaban antorchas y prometían “eliminar” a sus enemigos políticos. A pesar de esto, el Ministerio de Defensa planea armar a los neo-fascistas como parte de la defensa territorial. Con anterioridad, el tribunal de Czestochowa había retirado los cargos contra un hombre que vendía camisetas racistas, al no ver en ello ninguna violación del artículo 256 del Código Penal. Recientemente, el Ministro de Justicia y Fiscal General han suspendido una condena contra un nacionalista por atacar a un policía.

El veredicto que condena a los comunistas polacos fue adoptado al mismo tiempo que, el 1 de abril, el Parlamento votaba una ley sobre “la prohibición de la promoción del comunismo”, que obliga a las autoridades locales a cambiar los nombres de las calles y otros objetos asociados al comunismo, lo que supone un ataque contra la tradición del movimiento obrero. El Instituto de Conmemoración Nacional crea un registro y exige a las autoridades locales la liquidación de los monumentos de soldados soviéticos y otros relacionados con el comunismo. La devastación y liquidación de monumentos y la falsificación de la historia son características habituales de las prácticas fascistas.

El gobierno y la clase burguesa se engañan si piensan que el PC de Polonia, los comunistas de Polonia, se van a dejar intimidar por esta persecución anticomunista, o que esta campaña anticomunista les va a hacer rendirse. Las medidas contra los comunistas van de la mano con la escalada de la bárbara línea política anti-popular del gobierno y la UE. Es muy importante que la solidaridad con el PC de Polonia, que opera en condiciones difíciles, y el apoyo a los comunistas condenados, se exprese de forma masiva y decidida en esta ocasión. Con protestas ante las embajadas de Polonia en cada país, con mociones de solidaridad, etc.

Manos fuera del PC de Polonia. La persecución anticomunista debe parar, las inaceptables leyes anticomunistas deben ser derogadas. El anticomunismo y la re-escritura de la Historia no tendrán éxito.


Members of the Communist Party of Poland condemned for propagating communism

APPEAL OF THE CP OF POLAND FOR INTERNATIONAL SOLIDARITY 

Four activists of the CPP were condemned on 31st of March 2016 by the Regional Court in Dąbrowa Górnicza for propagating communist ideology in the „Brzask” newspaper and on the party's website. They have been sentenced to 9 months of limited freedom with compulsory gratuitous social work and fines.

This provocative verdict was taken during the summary procedure without presence of all the sides, that is usually used in offences, when guilt of the accused is certain. The court did not even undertake standard judgement procedure and based its verdict only on a charge. The accused even had no possibility to defend themselves. The condemned had already made objections to a judgement demanding normal court proceedings.

Activists of the CPP were accused of breaching article 256§1 of the penal code: „Whoever publicly promotes a fascist or other totalitarian system of state or incites hatred based on national, ethnic, race or religious differences or for reason of lack of any religious denomination shall be subject to a fine, the penalty of restriction of liberty or the penalty of deprivation of liberty for up to 2 years”.

An earlier attempt to amend this article by adding a ban on communist symbols was met with protests both in Poland and abroad. On 19th of July 2011 it was lifted by the Constitutional Court that proclaimed it contradictory with the principle of freedom of speech.

Accusations against activists of the CPP for promoting a totalitarian system are the next example of equating communism with fascism and banning communist activity.

The case was started by a denunciation made by Bartosz Kownacki - MP of the Law and Justice (PiS) party in 2013. The prosecutor refused to proceed. However in 2015 proceedings were resumed and gathered pace after the elections won by PiS. On 31st of December 2015 Regional Prosecutor's office in Katowice issued the case to the Regional Court in Dąbrowa Górnicza. The act of accusation stated that activists were publicly promoting a totalitarian system, by publishing in “Brzask” newspaper articles “directly related with the communist system and Marxism-Leninism, which in the context of historical experience is contradictory with democratic values” - that means for the activities of a legal political party.

The case is also important in the context of the politicisation of the prosecutor's office by subordinating it to the Minister of Justice – Zbigniew Ziobro from PiS, who was nominated as the Prosecutor General. The justice system is openly treating right wing extremism differently. At the same time when members of the “Brzask” editorial staff are being sentenced, neofascists from ONR (National Radical Camp) freely demonstrated on the streets of Białystok commemorating the 82nd anniversary of their organisation. During the demonstration under the phalanx symbol they carried torches and promised to “do away” with political enemies, so directly referring to fascism. Despite this, the Ministry of Defence plans to arm neofascists as part of the territorial defence. Earlier, the court in Częstochowa acquitted charges against a man selling racist t-shirts, not seeing any violation of the art. 256 of the penal code. Recently the Minister of Justice and Prosecutor General has suspended a sentence of a nationalist sentenced for assaulting a policeman.

The verdict condemning Polish communists was taken at the same time when on the 1st of April the Parliament voted through a law “on banning the promotion of communism” that forces local authorities to change the names of streets and other objects that are associated with communism, which is an attack against the tradition of the workers' movement. The Institute of National Remembrance creates a registry and demands from the local authorities liquidation of the monuments of Soviet soldiers and others related to communism. The Devastation and liquidation of monuments and falsifying of history are common features of fascist practices.

The government and bourgeois class are fooling themselves if they believe that the CP of Poland, the communists of Poland will be intimidated by this anti-communist persecution or that the anti-communist campaign will make them yield. The measures against the communists go hand in hand with the escalation of the barbaric anti-people political line of the government and EU. It is very important that solidarity with the CP of Poland, which operates in difficult conditions and the support for the persecuted communists, is expressed in a mass and resolute way at this time. With protests at the embassies of Poland in every country, with solidarity motions etc.

Hands off the CP of Poland. The anti-communist persecution must be rescinded, the unacceptable anti-communist laws must be abolished. Anticommunism and the rewriting of history will not succeed.

tratto da :





 (KPP) | solidnet.org

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