Di solito quando sono a Santa Clara mi
alzo presto e con la mia inseparabile rossa bici da corsa Viner vado a prendere
la circonvallazione per le abituali 2-3 ore di allenamento, partendo dal “temuto” e ingiustificatamente discriminato barrio Condado dove abito, proseguo verso il terminal
di pullman dei cubani, continuo in direzione mausoleo del CHE e passando davanti
con pugno chiuso saluto lui e tutti i
ribelli , lo posso fare in armonia, visto che a quella ora mattutina è libero
dagli impegni fotografici con i turisti che ancora dormono negli hotel , in case
particular o sono in viaggio per raggiungere la piazza, poi, qualsiasi “carretera” prendo mi rendo conto
di quanto è stata importante Santa Clara per il trionfo della rivoluzione cubana, si è la mia
città del cuore in tutti i sensi, leggendo
il numero speciale della rivista Verde
Olivo dedicato al CHE, che il caro amico e compagno Roberto Vallepiano mi ha regalato
alla fiera del Libro dell’Avana di questo febbraio 2018, mi rendo conto che
miglior luogo dove vivere non potevo trovarlo, un giorno spero di chiudere la
mia non facile vita di militante comunista internazionalista in questa terra
rivoluzionaria simbolo nel Mondo per
lotta contro le ingiustizie e tirannie fasciste.
“Sandino”
Quei
giorni i vicini del centro non si svegliarono col cantare allegro delle
migliaia di uccelli che dormivano negli alberi del parque Vidal. Albeggiarono
in una maniera differente: allarmati ed
in mezzo ad un sconcerto che sconfinava nella paura. Tale fu la prima reazione.
Poi seppero, ringraziarono e si integrarono.
La
invasione dei ribelli verso occidente del paese arrivava a Santa Clara. Erano saliti dall’ Oriente il 31 agosto 1958 sotto gli
ordini del Comandante Ernesto Guevara
con la missione di intercettare e
battere il nemico fino alla sua totale paralizzazione. Il Comandante in capo Fidel Castro Ruz aveva indicato di
dividere militarmente l’isola in due parti per immobilizzare il nemico nel
territorio orientale.
L’offensiva
insorta nella città villaclaregna iniziò con la riunione del CHE, maximo dirigente politico-militar del
Movimento 26 di luglio in Las Villas, con i principali capi e ufficiali
delle sue forze e il Direttivo
Rivoluzionario (DR) 13 di marzo, per far conoscere i piani, missioni, e
itinerari degli invasori.
Per circa 15 giorni furono a ferro
e fuoco con le forze batistiane [..] Il CHE in maniera brillante organizzò,
diresse e applicò i concetti strategici e tattici della guerra di guerriglia
combinata con la guerra regolare, così come la capacità nella mobilitazione e
slancio dell’Esercito Ribelle, le azioni combattive e la demoralizzazione
dell’esercito nemico
Con
150.000 abitanti Santa Clara costituiva la più importante piazza militare del regime in quei momenti, centro ferroviario e
di comunicazione del paese, per questo i rivoluzionari dovevano prenderla.
Circa quattrocento uomini con il morale
alto per combattere, armati di fucili, mitragliatori e un bazuka ebbero la
missione.
Mentre
la guarnigione della città disponeva di più di tremila effettivi. Dislocati in
11 importanti postazioni, dominavano le principali vie di accesso alla città,
obiettivi economici, politici, e amministrativi, disponevano di un forte
armamento che includeva mitragliatori leggeri
e pesanti, bazuka, mortai, carri armati, autoblindati, appoggio aereo e un
treno blindato.
Il
28 di dicembre cominciò la battaglia, quando in una avanzata rivoluzionaria ci fu
uno scambio di colpi con una pattuglia. Superato l’ostacolo. Il CHE ordinò di attaccare le posizioni fuori la caserma fino a
concentrare tutte le forze e mezzi contro il reggimento Leoncio Vidal.
La Loma del Capiro, e il carcere, risultarono le prime postazioni conquistate. In
contemporanea fu distrutta la linea ferroviaria dove doveva passare il treno blindato che deragliò e quindi fu
ottenuta la resa dei suoi difensori.
Il
giorno 30 cadde la caserma de los
Caballitos, e del governo provinciale, La
caserma di polizia il 31. Il primo di gennaio del 1959 si arrese dopo molta
resistenza La Audiencia, lo squadrone
31, il Gran Hotel, l’aereoporto anche se non attaccato e il reggimento.
Durante
i combattimenti, per la prima volta, gli invasori attaccarono un reggimento
sotto il costante bombardamento e mitragliamento dell’aviazione. Inoltre la
straordinaria forza morale e combattiva portò
i rivoluzionari a lottare contro carri armati, blindati, all’interno
della città, senza armi adeguate, nel mezzo di un territorio sconosciuto sotto
il tiro di franchi tiratori.
Un
fattore che contribuì decisamente alla vittoria, fu la partecipazione del popolo,
decine di famiglie aiutarono alla occupazione di postazioni; cooperarono nella
collocazione di ostacoli; prepararono bottiglie incendiarie (cocteles Molotov);
facilitarono informazioni; offrirono i primi aiuti, alimentazione e protezione.
Da
Santa Clara, l’avanzata dell’Esercito
Ribelle doveva prendere la capitale e assicurare la vittoria. Inoltre
la sua posizione impediva il passaggio
di rinforzi verso oriente; Camaguey
rimaneva circondata, dunque il cinquanta per cento del paese si trovava
in mano ai rivoluzionari.
Per
i suoi risultati politici e militari, questa battaglia contribuì in maniera
decisiva alla caduta della tirannia, quindi obbligò il nemico non solo a riconoscere
la sconfitta in una provincia, ma in tutto il paese, pertanto intraprendere la
ritirata.
In
questo modo, l’allegria che caratterizzava le albe nel parque Vidal si espanse
in altri territori e ogni abitante di questa regione e dell’isola avevano una
ragione per dimostrarla.
Tratto :
Da Pagina 35 Edicion Especial della rivista Verde Olivo
N° 4 anno 58° agosto 2017
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