lunedì 12 febbraio 2018

CHE Guevara, la stella che illuminò Santa Clara : “Vittorie del centro”


Di solito quando sono a Santa Clara mi alzo presto e con la mia inseparabile rossa bici da corsa Viner vado a prendere la circonvallazione per le abituali 2-3 ore di allenamento, partendo dal “temuto” e ingiustificatamente discriminato barrio Condado dove abito, proseguo  verso il terminal di pullman dei cubani, continuo in direzione mausoleo del CHE e passando davanti con pugno chiuso saluto lui  e tutti i ribelli , lo posso fare in armonia, visto che a quella ora mattutina è libero dagli impegni fotografici con i turisti che ancora dormono negli hotel , in case particular o sono in viaggio per raggiungere la piazza, poi,  qualsiasi “carretera” prendo mi rendo conto di quanto è stata  importante Santa Clara  per il  trionfo della rivoluzione cubana, si è la mia città del cuore in tutti i sensi, leggendo  il numero  speciale della rivista Verde Olivo dedicato al CHE, che  il caro amico  e compagno Roberto Vallepiano mi ha regalato alla fiera del Libro dell’Avana di questo febbraio 2018, mi rendo conto che miglior luogo dove vivere non potevo trovarlo, un giorno spero di chiudere la mia non facile vita di militante comunista internazionalista in questa terra rivoluzionaria  simbolo nel Mondo per lotta contro le ingiustizie e tirannie fasciste.       

                                                                                        “Sandino”  


Quei giorni i vicini del centro non si svegliarono col cantare allegro delle migliaia di uccelli che dormivano negli alberi del parque Vidal. Albeggiarono in una maniera differente:  allarmati ed in mezzo ad un sconcerto che sconfinava nella paura. Tale fu la prima reazione. Poi seppero, ringraziarono e si integrarono.

La invasione dei ribelli verso occidente del paese arrivava a Santa Clara. Erano saliti dall’ Oriente il 31 agosto 1958 sotto gli ordini del Comandante Ernesto Guevara con la missione di  intercettare e battere il nemico fino alla sua totale paralizzazione. Il Comandante in capo Fidel Castro Ruz aveva indicato di dividere militarmente l’isola in due parti per immobilizzare il nemico nel territorio orientale.
L’offensiva insorta nella città villaclaregna iniziò con la riunione del CHE, maximo dirigente politico-militar del Movimento 26 di luglio in Las Villas, con i principali capi e ufficiali delle sue forze e il Direttivo Rivoluzionario (DR) 13 di marzo, per far conoscere i piani, missioni, e itinerari degli invasori.
Per circa 15 giorni furono a ferro e fuoco con le forze batistiane [..] Il CHE in maniera brillante organizzò, diresse e applicò i concetti strategici e tattici della guerra di guerriglia combinata con la guerra regolare, così  come la capacità nella mobilitazione   e slancio dell’Esercito Ribelle, le azioni combattive e la demoralizzazione dell’esercito nemico
Con 150.000 abitanti Santa Clara costituiva la più importante  piazza militare del  regime in quei momenti, centro ferroviario e di comunicazione del paese, per questo i rivoluzionari dovevano prenderla. Circa quattrocento  uomini con il morale alto per combattere, armati di fucili, mitragliatori e un bazuka ebbero la missione.
Mentre la guarnigione della città disponeva di più di tremila effettivi. Dislocati in 11 importanti postazioni, dominavano le principali vie di accesso alla città, obiettivi economici, politici, e amministrativi, disponevano di un forte armamento  che includeva mitragliatori leggeri e pesanti, bazuka, mortai, carri armati, autoblindati, appoggio aereo e un treno blindato.
Il 28 di dicembre cominciò la battaglia, quando in una avanzata rivoluzionaria ci fu uno scambio di colpi con una pattuglia. Superato l’ostacolo. Il CHE ordinò di attaccare  le posizioni fuori la caserma fino a concentrare tutte le forze e mezzi contro il reggimento Leoncio Vidal.
La Loma del Capiro, e il carcere, risultarono le prime postazioni conquistate. In contemporanea fu distrutta la linea ferroviaria dove doveva passare il treno blindato che deragliò e quindi fu ottenuta la resa dei suoi difensori.
Il giorno 30 cadde la caserma de los Caballitos, e del governo provinciale, La caserma di polizia il 31. Il primo di gennaio del 1959 si arrese dopo molta resistenza La Audiencia, lo squadrone 31, il Gran Hotel, l’aereoporto anche se non attaccato e il reggimento.
Durante i combattimenti, per la prima volta, gli invasori attaccarono un reggimento sotto il costante bombardamento e mitragliamento dell’aviazione. Inoltre la straordinaria forza morale e combattiva portò  i rivoluzionari a lottare contro carri armati, blindati, all’interno della città, senza armi adeguate, nel mezzo di un territorio sconosciuto sotto il tiro di franchi tiratori.
Un fattore che contribuì decisamente alla vittoria, fu la partecipazione  del popolo, decine di famiglie aiutarono alla occupazione di postazioni; cooperarono nella collocazione di ostacoli; prepararono bottiglie incendiarie (cocteles Molotov); facilitarono informazioni; offrirono i primi aiuti, alimentazione e protezione.
Da Santa Clara, l’avanzata dell’Esercito Ribelle doveva prendere la capitale e assicurare la vittoria. Inoltre la  sua posizione impediva il passaggio di rinforzi verso oriente; Camaguey  rimaneva circondata, dunque il cinquanta per cento del paese si trovava in mano ai rivoluzionari.
Per i suoi risultati politici e militari, questa battaglia contribuì in maniera decisiva alla caduta della tirannia, quindi obbligò il nemico non solo a riconoscere la sconfitta in una provincia, ma in tutto il paese, pertanto intraprendere la ritirata.
In questo modo, l’allegria che caratterizzava le albe nel parque Vidal si espanse in altri territori e ogni abitante di questa regione e dell’isola avevano una ragione per dimostrarla.









Tratto :

 Da Pagina 35 Edicion Especial  della rivista Verde Olivo
N° 4 anno 58° agosto 2017

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