Consiglio di Sicurezza analizza la questione del
Sahara Occidentale
Nazioni Unite, 22 apr (Prensa Latina) Il Consiglio di Sicurezza discuterà
oggi in privato sulla questione del Sahara Occidentale, occupato dal Marocco
dal 1976, in momenti in cui il problema acquista una nuova dinamica
avversa per Rabat.
L’organo di 15 membri ha sul tavolo un rapporto del segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, che ha insistito sulla necessità di una vigilanza di carattere indipendente sui problemi dei diritti umani in questo territorio.
L’iniziativa propone la creazione di un meccanismo con questo scopo dentro la Minurso (Missione dell’ONU per l’Autodeterminazione del Sahara Occidentale).
Dopo alcuni mesi di dibattito internazionale, questa idea, accettata dal Fronte Polisario, che lotta per l’autodeterminazione, e rigettata con energia da Rabat, ha ricevuto recentemente l’appoggio del governo degli Stati Uniti.
Un altro aspetto del rapporto del dirigente dell’ONU avverte sull’importanza di andare avanti verso una soluzione della questione del Sahara Occidentale di fronte alla crescita dell’instabilità e insicurezza nel Sahel e nei suoi dintorni.
La costanza del conflitto è un ostacolo per una maggior integrazione nel Maghreb ed è arrivato il momento in cui le parti (Polisario e Marocco) devono avanzare verso una soluzione, ha indicato Ban Ki-moon nel suo rapporto al Consiglio di Sicurezza.
Le gestioni dell’ONU sono aumentate nei mesi recenti con alcune visite alla regione del capo delle operazioni di mantenimento della pace Hervè Ladsous, e del relatore speciale sulla Tortura ed altri Trattamenti o Condanne Crudeli, Disumane o Degradanti, Juan Mendez.
Per il segretario generale dell’ONU, la Minurso “è garante
della stabilità della tregua e prova visibile della volontà della comunità internazionale di risolvere il conflitto”.
Per questa ragione, nel suo dossier chiede al Consiglio di Sicurezza di aumentare di un anno il mandato di questa forza “con un aumento modesto della dotazione autorizzata in 15 osservatori militari e sei agenti della polizia dell’ONU”.
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