La
coppa UEFA Under 21 si giocherà in città sorte in gran parte su
villaggi palestinesi distrutti nella Nakba del 1948
A
cura di
Cartellino Rosso all'Apartheid Israeliana / BDS Italia |
bdsitalia.org
I
villaggi palestinesi distrutti tra il '47 e il '48, e cancellati
dalla faccia della terra, in quella che è chiamata la Nakba
(catastrofe), furono 532: gli abitanti, 750.000 ma secondo alcune
fonti 900.000 furono cacciati con la forza o uccisi.[1]
I
prossimi campionati EUFA Under 21 si svolgeranno in quattro città,
Gerusalemme, Tel Aviv, Nethania e Petah Tikva, che in parte sono
state costruite o si sono estese al di sopra dei villaggi distrutti.
Prima
di presentare la ricognizione dei villaggi distrutti sulle cui
fondamenta oggi sorgono le quattro città, o loro parti, che
ospiteranno i giuochi, presentiamo una sintesi di uno scritto di
Gideon Levy, che così titola il suo racconto sui villaggi
palestinesi distrutti e nascosti sotto Tel Aviv.[2]
"La
nostra amata Tel Aviv, la cui reputazione di città illuminata ed
aperta è famosa nel mondo è costruita in parte sulle rovine dei
villaggi palestinesi - e rifiuta di riconoscerlo".
Uno
dei corsi più importanti, e più orrendi, di Tel Aviv, il Jerusalem
Boulevard di Tel Aviv-Jaffa, una volta si chiamava Jamal Pashà
Boulevard e poi Al Nazha Bouleward. Le strade di questa città che
una volta era araba e ora è mista, portano nomi di rabbini, i vecchi
nomi arabi sono quasi scomparsi e al posto dei villaggi ora ci sono
quartieri ebrei.
Kfar
Shalem, una volta Salama, dove il passato fa capolino tra le torri di
nuovi appartamenti e vecchie case, svuotate dai loro originari
abitanti. Qui vivevano circa 7.800 persone, ancora si vede una
moschea abbandonata il cui ingresso è sbarrato su ogni lato. Sopra
quello che era un cimitero, tra antichi eucalipti, ora ci sono un
parco giochi ed un giardino pubblico.
La
vecchia casa del MUkhtar, l'anziano del villaggio, è ancora in
piedi, ma solo le verande sono ancora di costruzione araba, tutto il
resto sono aggiunte, come molte altre case del quartiere che vennero
invase. In una vecchia scuola del villaggio oggi vi è un istituto di
riabilitazione. La torre di appartamenti che oggi cresce sul
perimetro dell'ex villaggio si chiama "Tel Avivi - il vostro
angolino di paradiso in città".
A
Nordovest di qui c'era il quartiere di Al Manshyya: nel 48 vi
abitavano 12.000 residenti, tutti Palestinesi, sia cristiani che
musulmani, e vi erano 20 caffè, 14 falegnamerie, 12 panifici, 10
lavanderie, 4 scuole, 3 negozi di biciclette, 3 farmacie e 4 moschee.
Tutto è stato distrutto e raso al suolo, solo la moschea di Hassan
Bek, il l'Etzel Museum e la stazione rimangono ancora in piedi. Ora
vi è un parco, Gan Hakovshim (Parco dei conquistatori): poco più in
là si elevano le torri della City di Tel Aviv. Una volta, le vecchie
case si estendevano fino al mare….., chissà come apparirebbe
questa zona se le persone che hanno vissuto qui e le loro famiglie
potessero tornare.
La
stazione ferroviaria è oggi il principale luogo di ritrovo yuppie di
Tal Aviv, conosciuto come Hatahana. Alle pareti dei magnifici edifici
restaurati sono appese vecchie foto che raccontano dei Turchi e dei
Templari, che sono stati qui, non una parola sui Palestinesi. Eppure,
in queste fotografie, si possono riconoscere le vecchia case
affollate del quartiere di Al-Mahta, dove vivevano gli arabi.
Subito
a nord, Mitham Semel, cioè la vecchia Summayl, 190 case prima del
'48, campi coltivati e alberi di agrumi, una scuola (distrutta), un
cimitero (distrutto), e la tomba dello sceicco (distrutta). Oggi vi
si trovano invece Migdal Ham'mea, gli edifici della federazione dei
lavoratori Hisdadrut, la scuola superiore ebraica di Herzliya e la
sinagoga Heichal Yehuda. Sulla scogliera, dove una volta era il
nucleo del villaggio, un mucchio di case ad un piano, il cui passato
è stato cancellato, ed il futuro incerto, perché le vecchie case
degli arabi si sono trasformate in controversie immobiliari dei nuovi
venuti.
A
Nordovest di qui, non lontano dalla lussuosa Akirov Tawers, tra la
vegetazione ci sono i resti del villaggo di Jamassin: oggi, tra le
altre cose, funge da cimitero delle automobili, - innumerevoli
automobili scassate giacciono tra i rovi e le canne. Sulle vecchie
case arabe sono cresciute le nuove case di Tel Aviv, recintate e
circondate da giardini, e con una marea di cartelli, che qui, come
altrove, invitano perentoriamente ad allontanarsi. Una volta vi
abitavano centinaia di palestinesi, che a differenza degli abitanti
degli altri villaggi distrutti, non si sa dove siano andati.
Infine
si arriva a Shaykh Muwannis, oggi Ramat Aviv, dove, al posto della
vecchia vasca di irrigazione di Paresiya e della terra coltivata
sorgono oggi la casa, il giardino e la piscina dello stesso Gydeon
Levy, che su questo molto ha scritto, e che è tra i pochi israeliani
che con coraggio cercano di riscoprire la vera storia della
Palestina.
Al
posto del villaggio scomparso di Khayriyya, che significa "La
benedizione della terra, oggi esiste la discarica di Tel Aviv.
Le
città di oggi, dove si svolgeranno i giochi, e i villaggi distrutti
Tel
Aviv
I
giochi si svolgeranno nello stadio BLOOMFIELD già BASA, dal quale è
stato espulso il club palestinese Shabab el-Arab nel 1948. Come
stadio di riserva, sempre a Tel Aviv, è stato individuato RAMAT GAN.
Gli stadi ricoprono i terreni sequestrati, in base alla legge sulle
proprietà degli "assenti", ad abitanti dei villaggi
palestinesi di Jarisha e al-Jammasin al-Sharqi. Di seguito alcune
notizie sui villaggi distrutti e sottostanti Tel Aviv.
Jarisha,
era un piccolo villaggio, circondato da terre coltivate ad agrumi,
che è stato completamente distrutto e ripulito dai suoi 220
abitanti. L'operazione di pulizia etnica avvenne il 1° maggio 1948,
ad opera della banda dell'Irgun Zwai Leumi, nonostante fosse stata
concordata una tregua. Ora è ricoperto completamente da sopraelevate
e case di periferia.
Al-Jamassin.
In realtà qui vi erano due villaggi gemelli, situati pochi Km a nord
di Giaffa: Al-Jammasin al Sharkqi e Al-Jammasin al Gharbi, entrambi
occupati e distrutti il 17 marzo del 1948, con l'eccezione di poche
case che furono poi riempite da coloni ebrei. Nel dicembre del 1947,
o forse nel gennaio successivo, i maggiorenti del due villaggi
avevano avuto un incontro, unitamente ai rappresentanti di Shaykh al
Muwannis, al-Mas'udiyya, e ai mukhtar di Arab Abu Kishk e Ijlil, con
alcuni rappresentanti dell'Haganah nella casa di Avraham Schapira a
Petah Tikwa. Qui avevano espresso la propria volontà di pace,
assicurando che non avrebbero permesso lo stanziamento di truppe e
milizie arabe nei loro villaggi. Ma le bande dell'Haganah non
rispettarono il patto e tutti i villaggi subirono la distruzione e la
pulizia etnica.
Al-Jammasin
Al Gharbi, era un villaggio di 1253 abitanti, discendenti di nomadi
provenienti dalla valle del Giordano, per la maggior parte
agricoltori che coltivavano piantagioni di agrumi e cereali.
Al-Jammasin
al Sharkqi, era un villaggio di 847 abitanti, che coltivavano agrumi
e cereali. Anch'essi provenivano dalla valle del Giordano.
I
vecchi villaggi di Al-Jammasin e parte della loro terra, sono
occupati dalla Municipalità di Tel Aviv, da edifici della sua
Università e dal quartiere baraccopoli di Givat Amal. Alcune case
tipiche arabe risparmiate e occupate da famiglie ebree, sono ora
inglobate nella grande Tel Aviv. Dove siano finiti gli abitanti, non
si sa.
Al-Shaykh
Muwannis. Nel 1948 contava 2,239 abitanti, che coltivavano una terra
fertile quasi completamente occupata da piantagioni di agrumi e
cerali. Sull'antico cimitero palestinese oggi sorgono i nuovi
dormitori della Università di Tel Aviv.
Il
villaggio fu occupato e quasi completamente distrutto dalle gang
della Irgun Zwat Leumi il 30 marzo del 1948. Anche questo villaggio
aveva partecipato alla trattativa e all'accordo con l'Haganah con i
villaggi di al-Jammasin, ma furono tutti traditi. Anche gli abitanti
di Al Shaykh Muwannis furono costretti a fuggire nel terrore dopo che
l'Haganah aveva rapito i cinque leader del villaggio.
Nella
grande Tel Aviv, che lo ricopre, sono ancora riconoscibili alcune
delle vecchie case arabe di varia architettura, ora occupate da
ebrei.
Salama.
Nel 1948 contava 7.800 persone. La terra era quasi tutta coltivata
con piantagioni di agrumi, ulivi, e cereali. Ora è completamente
ricoperta dalla città di Tel Aviv. Fu occupata nel corso
dell'operazione Chametz, condotta dalla famigerata brigata
Alexandroni, il 25 aprile del 1948. Gli abitanti dopo una breve
resistenza furono costretti a fuggire, e la cittadina fu
completamente distrutta con l'eccezione di dieci case e delle scuole.
Summayl.
Nel 1948 contava 190 abitanti. Nei primi del ‘900 fu rinominato
al-Mas'udiyya ed ora è completamente ricoperto dalla città di Tel
Aviv. Fu occupato il 25 dicembre del 1948 dalle truppe dell'Haganah.
Inizialmente gli abitanti cercarono rifugio nel vicino villaggio di
Jammasin, ma poi dovettero fuggire anche da quello. Da principio vi
era stato un accordo di pace con l'Haganah, che però non lo rispettò
ed il villaggio fu completamente distrutto, tranne una casa che restò
deserta, mentre il nucleo storico vicino al mare fu trasformato per
residenti ebrei.
Netanya
Sotto
la città di Netanya, ci sono due villaggi, quello di Umm Khalid e
quello di Bayyarat Hannoun, entrambi a distanza di circa 15 Km da
Tulkarem.
Umm
Khalid, 1125 abitanti nel '48, era situato su una collina di arenaria
a distanza di soli 2 Km dal mar Mediterraneo. Resti di pietra focaia,
trovati nei dintorni, fanno pensare che fosse abitato fin dai tempi
preistorici. Tra i siti archeologici, vi era il Castello Lombardo di
Rogers, costruito dai Criociati. Um Khalid, noto anche, per il suo
clima mite, come luogo di riposo e di vacanza, era un villaggio molto
fiorente circondato da coltivazioni ed alberi da frutta, irrigati da
una ricca falda idrica sotterranea. Le case in pietra erano costruite
attorno alla moschea, ad una scuola elementare e a quattro negozi di
alimentari e tessuti.
Um
Khalil fu pressochè raso al suolo, dopo che la popolazione venne
terrorizzata e costretta a fuggire, il 28 marzo 1948. Stessa sorte
toccò ad altri villaggi vicini. Quest'area era già stata presa da
varie colonie ebree, ed era considerata dai sionisti come il cuore
del futuro stato ebraico.
Le
poche case rimaste in piedi sono ora usate come abitazioni da coloni
ebrei o per scopi commerciali. I terreni sono coltivati con agrumi.
I
giochi si svolgeranno nel Netanya Stadium, che incombe sull'unico
edificio rimasto del villaggio palestinese di Bayyarat Hannun, non
molto lontano dalla costa. Il 31 marzo 1948, il villaggio, è stato
quasi completamente distrutto e ripulito col terrore dai suoi
abitanti, nell'ambito dell'operazione Coastal Clearing (Ripulitura
della costa). Ciò che resta è una casa a due piani, vuota e
deserta. Dove siano andati i suoi abitanti non si sa.
Petah
Tikva
La
città si è estesa fino a ricoprire totalmente la terra e quello che
una volta era il villaggio di Fajja, 1400 abitanti, sorto su antichi
resti archeologici che, prima della distruzione erano ancora
visibili. Il 17 febbraio del 1948 le bande terroristiche dell'Haganà
e dell'Irgun terrorizzarono gli abitanti costringendoli a fuggire. La
pulizia etnica fu completata il 15 maggio. Il villaggio venne
completamente distrutto tranne una casa. I giochi si svolgeranno
nello stadio HaMoshava
Gerusalemme
40,
furono i villaggi distrutti, e sottoposti a pulizia etnica: su di
essi si è espansa la grande Gerusalemme.
Nell'aprile
del '48, truppe e bande sioniste attaccarono la città. Il 9 aprile
ci fu il massacro di Deir Yassin: il villaggio fu completamente
distrutto e gli abitanti massacrati. Alla fine i morti erano oltre
100. Tale massacro sparse il terrore negli altri villaggi ed iniziò
la fuga. Il 14 maggio la parte nuova di Gerusalemme fu occupata,
mentre 40 villaggi ad ovest della città furono in parte distrutti, e
ripuliti di tutti i loro abitanti. Più di 90.000 persone, che
abitavano Gerusalemme e i villaggi confinanti persero tutti loro
averi e il diritto di vivere nelle loro case. Il 7 giugno 1967, le
forze militari israeliane occuparono anche Gerusalemme Est, che fu
annessa a Gerusalemme Ovest.
Ma
il trasferimento silenzioso continua tutt'oggi. La presenza dei
palestinesi a Gerusalemme infatti non si fonda su presupposti legali
ma sul buon cuore di Israele. Nel 1967, le nuove autorità israeliane
contarono 66.000 persone a cui venne concessa la carta di residenti:
furono esclusi per sempre tutti quei palestinesi che in quel momento
erano fuori città. Dal 1995 i palestinesi che non sono in grado di
dimostrare che la loro vita si svolge in città, perdono lo status di
residenti. Sono migliaia i Palestinesi di Gerusalemme a cui sono
state ritirate le Carte di identità, e sono stati costretti a
lasciare la città oppure a rimanervi da clandestini. Intere famiglie
vivono separate per questo motivo. La pulizia etnica procede,
attraverso questo trasferimento silenzioso, reso possibile dalle
insidie della burocrazia e della pianificazione urbana, ma anche
dalle quotidiane occupazioni delle case di palestinesi da parte dei
coloni.
Nell'opera
di distruzione dei villaggi intorno a Gerusalemme si distinse la
brigata Harel di Hitzhak Rabin, futuro primo ministri e premio Nobel
per la pace, che distrusse ed evacuò le case, facendole esplodere.
I
giochi si svolgeranno nel TEDDY STADIUM, costruito accanto al
villaggio palestinese, quasi completamente distrutto di al-Maliha,
5.798 abitanto prima dell'occupazione.
Il
villaggio è stato etnicamente ripulito dai suoi abitanti il 15
luglio del 1948, ad opera di bande dell'Irgun Zvai Leumi e del
Palmach. Molte case sono state distrutte ma molte esistono ancora e
sono abitate da coloni ebrei. Anche la moschea è ancora in piedi col
suo minareto che si erge, ormai in stato di abbandono, al centro del
villaggio.
Il
Teddy Stadium è anche la sede della
famigerata squadra israeliana
Beitar Jerusalem, i cui tifosi hanno dato alle fiamme la sede
amministrativa del club nel febbraio del 2013, dopo che sono entrati
nella squadra due giocatori musulmani provenienti dalla Cecenia. Un
mese dopo, quando uno di loro ha segnato il suo primo gol, i tifosi
hanno lasciato lo stadio. Moshe Zimmermann, uno storico dello sport
presso l'Università ebraica, smentisce le affermazioni che i tifosi
del Beitar Jerusalem siano solo una frangia estremista, e dichiara
"Il fatto è che la società israeliana nel suo complesso
diventa sempre più razzista, o almeno più etnocentrica, e questi
fatti ne sono un'espressione.
Note:
[1]
Molte delle informazioni sono tratte da PalestineRemembered.com, che
si è avvalso per le ricostruzioni di materiali tratti dagli archivi
israeliani e di rapporti dell'Intelligence Militare.
[2]
Da un articolo
di Gideon Levy,
su Haaretz del 31 agosto 2012
immagini
inserite da autore blog
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