Proyecto desertec
Aziz
El Yaakoubi-Reuters
Traduzione
per Resistenze.org a cura del
Centro di Cultura e Documentazione Popolare
16/01/2014
Un progetto di energia solare in Marocco dal valore di $ 9.000 milioni di dollari (6.600 milioni di euro), che mira a convertire il sole del deserto in una lucrativa esportazione energetica all'Europa potrebbe essere in pericolo ora che i creditori internazionali si mostrano riluttanti sugli impianti previsti nel Sahara Occidentale.
Nel 2009, il Marocco ha elaborato dei piani per la costruzione di impianti solari e parchi eolici che generano quattro gigawatt di potenza entro il 2020, ma gran parte di questa produzione proverrebbe da siti nella ex colonia spagnola, oggetto di disputa con il Fronte Polisario da quattro decenni. Il Marocco controlla la maggior parte del territorio atlantico dal novembre del 1975 e rivendica la sovranità su un territorio desertico con una scarsa popolazione ma ricco di risorse naturali, come le riserve di fosfati, la pesca e un potenziale petrolifero.
Tuttavia, il Polisario, che conta sul sostegno dell'Algeria, vuole l'indipendenza, e da più di 20 anni si è creata una missione dell'ONU, la MINURSO, con l'obiettivo di organizzare un referendum sul futuro politico del Sahara Occidentale che non si è mai tenuto.
La disputa è riemersa nel mese di ottobre dello scorso anno, quando il Marocco ha richiamato il suo ambasciatore in Algeria dopo che il presidente del paese vicino ha offeso Rabat chiedendo l'invio di supervisori dei diritti umani nella zona.
Il Sahara Occidentale è stato oggetto di attenzioni anche in Europa e le autorità statunitensi temono che i rapporti tesi tra Marocco e Algeria possano compromettere la cooperazione nella lotta contro l'integralismo islamico attivo nel Maghreb.Cinque impianti
I piani marocchini includono la costruzione di cinque centrali di energia solare, di cui due nel Sahara Occidentale - una da 500 megawatt (MW) a Foum El Oued e l'altra di 100 MW nei pressi di Boujdour. Un'altra di 500 MW è prevista a Sabkhat Tah al confine con il territorio conteso.
Fonti vicine alla Banca Statale Tedesca KfW, alla Banca Mondiale, alla Banca Europea per gli Investimenti e all'Unione Europea hanno dichiarato a Reuters che non finanzieranno progetti nel Sahara Occidentale. "Se sosteniamo questi investimenti, sembrerebbe che stiamo sostenendo la posizione marocchina. Siamo neutrali in questo conflitto", ha detto una fonte bancaria.
Un'altra fonte ha aggiunto: "Non abbiamo mai sostenuto nessun progetto in tale territorio (Sahara Occidentale), e non lo faremo, anche se il piano solare marocchino significa molto per noi".
Tutte le fonti hanno chiesto di non essere identificate per la sensibilità politica di questa questione.
I progressi nei progetti di impianti per l'energia solare si sono limitati finora a un sito in Marocco, dove la saudita ACWA Power sta costruendo un impianto di 160 MW nella città di Ouarzazate. MASEN, l'agenzia per l'energia solare del paese, vuole in breve tempo la costruzione di altri due impianti per un valore di 1.700 milioni di euro - uno di 100 MW e l'altro di 200 MW - entrambi vicino a Ouarzazate. La tedesca KFW nel mese di ottobre ha approvato un prestito di 654 milioni di euro per finanziarli parzialmente.Finanziamento dal Golfo?
"Se tutte queste istituzioni dicono che non finanzieranno gli impianti, vedremo a tempo debito", ha dichiarato il ministro marocchino delle Miniere e dell'Energia, Abdelkader Amara.
Fonti marocchine dicono che Rabat potrebbe cercare un finanziamento bilaterale alternativo di stati del Golfo Persico che hanno già investito in Marocco, anche se ammettono che quegli investitori potrebbero essere riluttanti ma è probabile che finanzieranno completamente i progetti.
Anche se le organizzazioni di difesa dei diritti
umani, come Amnesty International accusano il Marocco di
uso eccessivo della forza contro gli attivisti e di reprimere la
libertà politica nel Sahara Occidentale, Rabat investe molto nel
territorio con la speranza di sedare il malessare sociale e le
rivendicazioni di indipendenza.16/01/2014
Un progetto di energia solare in Marocco dal valore di $ 9.000 milioni di dollari (6.600 milioni di euro), che mira a convertire il sole del deserto in una lucrativa esportazione energetica all'Europa potrebbe essere in pericolo ora che i creditori internazionali si mostrano riluttanti sugli impianti previsti nel Sahara Occidentale.
Nel 2009, il Marocco ha elaborato dei piani per la costruzione di impianti solari e parchi eolici che generano quattro gigawatt di potenza entro il 2020, ma gran parte di questa produzione proverrebbe da siti nella ex colonia spagnola, oggetto di disputa con il Fronte Polisario da quattro decenni. Il Marocco controlla la maggior parte del territorio atlantico dal novembre del 1975 e rivendica la sovranità su un territorio desertico con una scarsa popolazione ma ricco di risorse naturali, come le riserve di fosfati, la pesca e un potenziale petrolifero.
Tuttavia, il Polisario, che conta sul sostegno dell'Algeria, vuole l'indipendenza, e da più di 20 anni si è creata una missione dell'ONU, la MINURSO, con l'obiettivo di organizzare un referendum sul futuro politico del Sahara Occidentale che non si è mai tenuto.
La disputa è riemersa nel mese di ottobre dello scorso anno, quando il Marocco ha richiamato il suo ambasciatore in Algeria dopo che il presidente del paese vicino ha offeso Rabat chiedendo l'invio di supervisori dei diritti umani nella zona.
Il Sahara Occidentale è stato oggetto di attenzioni anche in Europa e le autorità statunitensi temono che i rapporti tesi tra Marocco e Algeria possano compromettere la cooperazione nella lotta contro l'integralismo islamico attivo nel Maghreb.Cinque impianti
I piani marocchini includono la costruzione di cinque centrali di energia solare, di cui due nel Sahara Occidentale - una da 500 megawatt (MW) a Foum El Oued e l'altra di 100 MW nei pressi di Boujdour. Un'altra di 500 MW è prevista a Sabkhat Tah al confine con il territorio conteso.
Fonti vicine alla Banca Statale Tedesca KfW, alla Banca Mondiale, alla Banca Europea per gli Investimenti e all'Unione Europea hanno dichiarato a Reuters che non finanzieranno progetti nel Sahara Occidentale. "Se sosteniamo questi investimenti, sembrerebbe che stiamo sostenendo la posizione marocchina. Siamo neutrali in questo conflitto", ha detto una fonte bancaria.
Un'altra fonte ha aggiunto: "Non abbiamo mai sostenuto nessun progetto in tale territorio (Sahara Occidentale), e non lo faremo, anche se il piano solare marocchino significa molto per noi".
Tutte le fonti hanno chiesto di non essere identificate per la sensibilità politica di questa questione.
I progressi nei progetti di impianti per l'energia solare si sono limitati finora a un sito in Marocco, dove la saudita ACWA Power sta costruendo un impianto di 160 MW nella città di Ouarzazate. MASEN, l'agenzia per l'energia solare del paese, vuole in breve tempo la costruzione di altri due impianti per un valore di 1.700 milioni di euro - uno di 100 MW e l'altro di 200 MW - entrambi vicino a Ouarzazate. La tedesca KFW nel mese di ottobre ha approvato un prestito di 654 milioni di euro per finanziarli parzialmente.Finanziamento dal Golfo?
"Se tutte queste istituzioni dicono che non finanzieranno gli impianti, vedremo a tempo debito", ha dichiarato il ministro marocchino delle Miniere e dell'Energia, Abdelkader Amara.
Fonti marocchine dicono che Rabat potrebbe cercare un finanziamento bilaterale alternativo di stati del Golfo Persico che hanno già investito in Marocco, anche se ammettono che quegli investitori potrebbero essere riluttanti ma è probabile che finanzieranno completamente i progetti.
Anche se le organizzazioni di difesa dei diritti
Ogni investimento con imprese internazionali, scatena le proteste sulla legittimità marocchina a negoziare, a nome del popolo saharawi.
Il mese scorso, il Parlamento Europeo ha approvato un accordo di pesca che consente ai pescherecci europei di pescare nelle acque marocchine e del Sahara Occidentale, due anni dopo aver respinto un accordo simile per timore di rafforzare il controllo di Rabat. I media ufficiali marocchini l'hanno descritto come una vittoria politica, mentre il Polisario ha dichiarato che è una violazione del diritto internazionale.
Kosmos Energy e Cairn Energy hanno anche iniziato il mese scorso a Cape Boujdour dei studi geologici e pianificano la realizzazione di perforazioni petrolifere.
(Tradotto da Teresa Larraz nella Redazione di Madrid)
Espanol
Aziz
El Yaakoubi-Reuters
Un
proyecto de energía solar de Marruecos valorado en unos 9.000
millones de dólares (unos 6.600 millones de euros) que pretende
convertir el sol del desierto en una lucrativa exportación
energética a Europa podría estar en peligro ya que los prestamistas
internacionales se muestran reticentes sobre las plantas previstas en
el Sáhara Occidental.
En
2009, Marruecos elaboró unos planes para construir plantas solares y
parques eólicos con los que generar cuatro gigavatios de energía
para 2020, pero una gran parte de esa producción provendría de
emplazamientos en la antigua colonia española, objeto de disputa con
el Frente Polisario desde hace cuatro décadas. Marruecos controla
gran parte del territorio atlántico desde noviembre de 1975 y
reivindica la soberanía sobre un territorio desértico con una
población escasa pero rico en recursos naturales, como reservas de
fosfatos, pesca y un potencial petrolero.
Sin
embargo, el Polisario, que cuenta con el apoyo de Argelia, quiere la
independencia, y hace más de 20 años se creó una misión de la
ONU, la MINURSO, con el objetivo de organizar un referéndum sobre el
futuro político del Sáhara Occidental que nunca llegó a
celebrarse.
La
disputa volvió a surgir en octubre del año pasado, cuando Marruecos
llamó a consultas a su embajador en Argelia después de que el
presidente del país vecino molestara a Rabat al pedir el envío de
supervisores de los derechos humanos a la zona.
El
Sáhara Occidental también ha sido objeto de atención en Europa, y
las autoridades estadounidenses temen que las relaciones dañadas
entre Marruecos y Argelia perjudiquen la cooperación en la lucha
contra el integrismo islámico activo en el Magreb.
CINCO
EMPLAZAMIENTOS
Los
planes marroquíes incluyen la construcción de cinco plantas de
energía solar, dos de ellas en el Sáhara Occidental - una de 500
megavatios (MW) en Foum El Oued y otra de 100 MW cerca de Bujador.
Otra de 500 MW está prevista en Sabkhat Tah, fronteriza con el
territorio en disputa.
Fuentes
de financiación en el banco estatal alemán KFW , el Banco Mundial,
el Banco Europeo de Inversiones y la Unión Europea han dicho a
Reuters que no financiarán proyectos en el Sáhara Occidental. "Si
apoyamos esas inversiones, parecería que estamos apoyando la
posición marroquí. Somos neutrales en ese conflicto", dijo una
importante fuente bancaria.
Otra
fuente agregó: "Nunca hemos apoyado ningún proyecto en ese
territorio (Sáhara Occidental), y no lo haremos, aunque el plan de
solar marroquí supone mucho para nosotros".
Todas
las fuentes pidieron no ser identificadas por la sensibilidad
política de este asunto.
El
avance en los proyectos solares se ha limitado de momento a un
emplazamiento en Marruecos, donde la saudí ACWA Power está
construyendo una planta de 160 MW en la ciudad de Ouarzazate. [
MASEN, la agencia de energía solar del país, pretende licitar
pronto la construcción de otras dos plantas por valor de 1.700
millones de euros - una de 100 MW y otra de 200 MW -, también
cerca de Ouarzazate. La alemana KFW respaldó en octubre un crédito
de 654 millones de euros para financiarlos parcialmente.
¿FINANCIACIÓN
DEL GOLFO?
"Si
todas esas instituciones dicen que no las financiarán, veremos en su
momento", dijo el ministro marroquí de Minas y Energía,
Abdelkader Amara.
Fuentes
marroquíes dicen que Rabat podría buscar financiación bilateral
alternativa de estados del golfo Pérsico que ya han invertido en
Marruecos, aunque admiten que esos inversores también podrían
mostrarse reticentes y que es probable que financiaran completamente
los proyectos.
Aunque
organizaciones de defensa de los derechos humanos como Amnistía
Internacional acusan a Marruecos de usar una fuerza excesiva contra
los activistas y de reprimir la libertad política en el Sáhara
Occidental, Rabat invierte grandes cantidades en el terrirorio con la
esperanza de calmar el malestar social y las reivindicaciones de
independencia.
Cualquier
inversión con empresas internacionales desata protestas por la
legitimidad marroquí de negociar en nombre de la población
saharaui.
El
mes pasado, el Parlamento Europeo aprobó un acuerdo de pesca que
permite a barcos europeos faenar en aguas marroquíes y del Sáhara
Occidental dos años después de rechazar una cuerdo similar por
temor a que supusiera reforzar el control de Rabat. Medios oficiales
marroquíes lo calificaron de una victoria política, mientras que el
Polisario dijo que supone una violación del derecho internacional.
Kosmos
Energy y Cairn Energy también comenzaron el mes pasado estudios
sísmicos en cabo Bujador y planean hacer perforaciones petroleras.
(Traducido por Teresa Larraz en la Redacción de Madrid)
immagini da internet inserite da amministratore Bolg
Nessun commento:
Posta un commento