07/07/2014
Il
PCV non ha posto la questione di ritirarsi dal Grande Polo
Patriottico
"La
lealtà si concepisce applicando e esercitando la critica e
l'autocritica", segnala il dirigente del Partito Comunista del
Venezuela, il quale osserva che il socialismo "è la maggiore e
migliore democrazia, implica la maggiore e migliore
partecipazione".
Caracas,
07/07/2014, Tribuna Popular, Correo del Orinoco:
Come
ogni lunedì, il Partito Comunista del Venezuela (PCV) tiene una
conferenza stampa nella quale esprime le sue opinioni, le sue
proteste, i suoi suggerimenti. Come membri del Grande Polo
Patriottico, i dirigenti del gallo rosso - che insistono
nell'assumere la critica come un esercizio tra rivoluzionari e
rivoluzionarie - hanno più volte fatto osservazioni non solo a
favore di un governo collettivo, ma contro la politica
dell'Esecutivo; inoltre hanno posto la necessità di conoscere le
misure economiche già concordate con il settore imprenditoriale e
quelle che il Presidente vuole attuare in questo momento.
Il
deputato Yul Jabour, membro dell'Ufficio Politico del PCV, conferma
che il suo partito continuerà a esercitare il diritto di critica ma
che indipendentemente che siano ricevute oppure no, non si ritirerà
dal Grande Polo Patriottico. Yul Jabour ribadisce che l'attuale
processo resta un processo antimperialista e conferma l'impegno dei
comunisti venezuelani nella lotta contro il grande capitale
internazionale.
Un
alleato "scomodo"
-
Il PCV è un alleato scomodo?
Sì,
è davvero scomodo perché il PCV è un partito impegnato nelle lotte
di classe del popolo lavoratore, impegnato nella difesa dei diritti
dei lavoratori, determinato nella lotta contro il grande capitale
internazionale e l'imperialismo statunitense. In diversi momenti del
processo rivoluzionario il Partito Comunista ha esercitato il
principio della critica e dell'autocritica per avvertire degli errori
che dal nostro punto di vista a volte vediamo, e, naturalmente, per
porre l'attenzione su alcune omissioni in atto che ci allontanano
dall'obiettivo strategico della liberazione nazionale del popolo e
della costruzione del socialismo.
- Parla
di omissioni. In questo momento potrebbe commentare alcune omissioni
o quelle che il PCV percepisce come tali?
Sì,
certo: l'omissione dell'istanza della direzione collettiva del
processo rivoluzionario. E' una omissione non solo in questo momento,
ma che ha caratterizzato diverse fasi del processo rivoluzionario e
che, nonostante i nostri reiterati richiami in momenti diversi e
nonostante gli annunci da parte del Governo di costruire una istanza
di questo tipo, fino ad oggi non si è raggiunto nulla.
-
Perché? Cosa prevede?
Non
è escluso che si possa fare. Nell'ultima riunione che ha avuto il
Grande Polo Patriottico con il Presidente Nicolas Maduro,
quest'ultimo ha manifestato l'intenzione di affrontare la necessità
della costruzione di tale istanza. Ha posto la necessità che si
tengano riunioni abituali e sistematiche con le varie forze che fanno
parte di questo processo rivoluzionario.
Questo richiede del
lavoro, richiede uno sforzo che non dipende soltanto da Nicolas
Maduro anche se è lui che può darvi il maggior impulso in qualità
di Presidente della Repubblica e, naturalmente, in quanto leader
rivoluzionario. Ma richiede anche uno sforzo di tutte le forze
politiche e rivoluzionarie in campo, che fino ad oggi hanno lavorato
instancabilmente.
A giudizio di Jabour: "Di fronte
all'acuirsi della lotta di classe in atto nella società venezuelana,
che ha incrementato l'escalation di violenza da parte della destra
subordinata o associata all'imperialismo statunitense e che ha
utilizzato la complicità dei grandi mezzi di comunicazione a livello
internazionale [è necessaria] oggi più che mai, la costruzione di
un'istanza di direzione collettiva".
Temi
per l'agenda
-
Quali temi dovranno far parte dell'agenda di questa istanza di
direzione collettiva se si costituirà? A una eventuale prima
riunione, cosa proporrebbe il PCV?
I
temi sono quelli inerenti al modello di sviluppo economico a cui
l'Alto Governo vuole dare attuazione, la riforma fiscale,
l'industrializzazione del paese, come vogliamo pianificare questa
industrializzazione per uscire dall'economia fondata sulla rendita,
avendo ben in mente che oggi il Venezuela fonda la sua dipendenza
economica sui proventi petroliferi e che i proventi del petrolio sono
per lo più appannaggio del settore privato, dove le valute prendono
la destinazione voluta dall'imprenditoria privata. Questi sono
elementi chiave che dovrebbero essere discussi. Un altro elemento di
discussione è costituito dalle politiche del lavoro adottate
dall'Alto Governo, crediamo sia un tema di interesse della futura
istanza collettiva a cui dovrebbero partecipare tutte le forze che
attualmente si stanno spendendo nel processo rivoluzionario. La
discussione collettiva dovrà investire il tema del settore bancario:
la partecipazione delle banche nell'economia nazionale, la
partecipazione della banca internazionale nell'impresa
petrolifera...
-
Se questi temi venissero sottratti alla discussione, cosa accade?
Senza
dubbio isolare questi temi dalla costruzione politica
rappresenterebbe un fattore negativo per il processo rivoluzionario,
tanto più che uno degli elementi fondamentali ed essenziali di
questo processo è stata la partecipazione del popolo venezuelano.
Questa è stata una bandiera sollevata dal Comandante Hugo Chavez,
che ha elevato i livelli di organizzazione e partecipazione popolare
e oggi vi è un'alta coscienza nei venezuelani rispetto la lotta
antimperialista e per il socialismo. Di conseguenza, il socialismo è
la maggiore e migliore democrazia, garantisce la maggiore e migliore
partecipazione, la maggiore organizzazione e pianificazione;
per noi sono elementi fondamentali all'interno del sistema
socialista.
Non
si ritirerà
-
Se questa struttura non si formasse, il PCV si ritirerà
dall'alleanza o no?
Ciò
non è in discussione. Per noi, l'elemento chiave dell'alleanza è la
direzione antimperialista che ha posto il processo rivoluzionario;
nella misura in cui esiste questo compromesso e sussistono i fattori
che ci permettono di spingere ulteriormente il processo
antimperialista, il Partito Comunista ci sarà.
-
Continua ad essere un processo antimperialista quello di oggi?
Fino
ad oggi, il PCV lo ritiene un processo antimperialista.
-
Critica e autocritica. Il problema è come si formano le critiche, lo
scenario nel quale vengono formulate?
Come
si formano e lo scenario dove si formulano le critiche e le
autocritiche sono fattori importanti per noi. E' ovvio che il luogo
deputato alla critica e all'autocritica sia intero, ma quando non vi
sono meccanismi, quando si chiudono i canali interni, necessariamente
utilizziamo il microfono, che spesso non è buon veicolo per il
processo rivoluzionario: molti errori potrebbero essere omessi o
alcune differenze si potrebbero smussare e risolvere attraverso il
dibattito, la discussione, aprendo canali appositi.
-
Quando non si hanno canali, la critica viene espressa pubblicamente.
E' questo quello che sta dicendo, giusto?
Sì.
Molte volte, quando questi canali non si aprono indubbiamente la
critica e l'autocritica trova un'arena pubblica.
Lealtà
e critica
-
Essere
leali è omettere la critica e l'autocritica? Come concepisce il PCV
la lealtà?
La
lealtà si concepisce applicando e esercitando la critica e
l'autocritica. La critica e l'autocritica sono un esercizio
rivoluzionario, che obbliga i fattori rivoluzionari, i settori
rivoluzionari a caratterizzare e identificare gli errori che si
possono commettere, identificare le omissioni che si possono compiere
e porre l'attenzione sulla correzione per continuare ad avanzare.
-
Perché allora, se la critica è così importante per una
rivoluzione, è così difficile gestirla o trovare lo spazio affinché
sia ricevuta?
Questo
ha indubbiamente a che fare con il difficile momento politico che il
nostro paese sta vivendo, ha a che fare con la maturazione e la
coscienza politica degli attori rivoluzionari, ha a che fare con le
attitudini piccolo-borghesi, gli atteggiamenti settari. Nella misura
in cui saremo in grado di allontanarci da questi atteggiamenti
saranno più sopportabili, sarà più facile e più fluido
l'esercizio della critica e dell'autocritica.
-
Alcune persone pensano che essendo in una situazione difficile
politicamente e con gli attacchi concentrici di cui è oggetto il
paese, non si dovrebbero fare critiche. Che risponde il PCV a questo?
L'esercizio
della critica e dell'autocritica è un esercizio indispensabile per
il rivoluzionario. Molte volte dobbiamo stare attenti, il Partito
Comunista lo è stato in varie occasioni, ma non si deve rinunciare a
tale pratica e contemporaneamente si deve evitare di prestare il
fianco al nemico, fornendogli delle armi da sferrare contro il
processo che attraversa il nostro paese. E' per questo che facciamo
pressioni perché siano aperti dei canali per esercitare il diritto
di critica e autocritica, più volte in diverse occasioni e in
diversi momenti del processo abbiamo insistito in tal senso.
-
E sono stati aperti?
Sono
stati aperti, di solito; a volte no, ma spesso sono stati
aperti.
L'aumento
del costo della benzina non è necessariamente una misura
neoliberista
-
Considerate neoliberiste alcune misure economiche adottate?
Bisognerebbe
conoscerle prima.
-Voglio
dire, voi non qualificate come neoliberista l'aumento della benzina?
No,
non necessariamente.
-
Consegnerete proposte economiche al Presidente Maduro?
Il
Partito Comunista del Venezuela (PCV) realizzerà questo mese un
plenum del Comitato Centrale, con un punto di partenza: nel paese vi
è una situazione complessa, come ha detto lo stesso Yul Jabour in
questa conferenza stampa.
Il tema del plenum è quello di fare
una valutazione sulla situazione politica, le contraddizioni che si
stanno sviluppando all'interno del processo, rivedere tutto quello
che significano le proposte economiche che sta lavorando il Partito
Comunista del Venezuela per consegnarle al presidente Nicolas Maduro
e al governo nazionale.
-
Queste proposte economiche che consegnerete al Presidente sono quelle
già avanzate: cioè, eliminazione graduale dell'IVA,
centralizzazione delle importazioni?
Sì, la pianificazione per l'industrializzazione del paese.
-
Un'ultima battuta sulla relazione dell'economia col settore bancario
internazionale.
Oggi
dobbiamo verificare quale relazione esiste con le banca
internazionale, perché la banca, in particolare la banca
d'investimento, rappresenta la cupola del capitale speculativo
internazionale.
-
Se il paese avesse bisogno di questa relazione, che penserà il PCV?
Bisogna
valutare ogni aspetto, perché non sappiamo che cosa realmente sia
questa relazione, né se si sta realizzando. Abbiamo inteso che c'è
stata una riunione, ma non sappiamo se davvero si sta ponendo una
relazione tra le nostre imprese, il Governo Nazionale e la banca
internazionale.
Testo / Vanessa Davies
Fonte: Correo del
Orinoco.
Yul
Jabour: Se requiere “hoy más que nunca” construir “una
instancia de dirección colectiva” de la Revolución
El
PCV no tiene planteado retirarse del Gran Polo Patriótico
“La
lealtad se concibe aplicando y ejerciendo la crítica y la
autocrítica”, señala el dirigente del Partido Comunista de
Venezuela, quien asevera que el socialismo “es más y mejor
democracia, es más y mejor participación”
Caracas,
7 jul. 2014, Tribuna Popular TP/Crédito: Correo del Orinoco.-
Todos los lunes (como hoy) el Partido Comunista de Venezuela (PCV)
ofrece una rueda de prensa en la que hace explícitas sus opiniones,
sus reclamos, sus sugerencias. Como integrantes del Gran Polo
Patriótico, los dirigentes de la tolda del gallo rojo -que insisten
en que asumen la crítica como un ejercicio entre revolucionarias y
revolucionarios- han hecho reiterados señalamientos no solo a favor
de un gobierno colectivo, sino en contra de la política laboral del
Ejecutivo; también han planteado que necesitan conocer las acciones
económicas ya acordadas con el sector empresarial, y las que el
Presidente pueda implementar en este momento.
El
diputado Yul Jabour, miembro del buró político del PCV, ratifica
que su partido continuará haciendo críticas y que, sean o no
recibidas, no se retirará del Gran Polo Patriótico. En conversación
con el Correo del Orinoco, asevera que el actual sigue siendo un
proceso antiimperialista y ratifica el compromiso de las y los
comunistas venezolanos con la lucha contra el gran capital
internacional.
ALIADO
“INCÓMODO”
-¿Es
el PCV un aliado incómodo?
-Sí,
es incómodo realmente porque el PCV es un partido comprometido con
las luchas clasistas del pueblo trabajador, comprometido con las
defensas de los derechos de los trabajadores y trabajadoras,
comprometido en la lucha contra el gran capital internacional y el
imperialismo norteamericano. Por supuesto, esto en distintos momentos
del proceso ha hecho que el Partido Comunista tenga que ejercer ese
principio revolucionario de la crítica y de la autocrítica para
alertar sobre el error que desde nuestra perspectiva a veces
visualizamos, y por supuesto para alertar sobre algunas omisiones que
se estén dando y que nos alejan de lograr ese objetivo estratégico
que exige la liberación nacional del pueblo y la construcción del
socialismo.
-Habla
de omisiones. ¿En este momento quisiera comentar alguna omisión o
lo que percibe el PCV como omisión?
-Sí,
por supuesto: La omisión de la instancia de la dirección colectiva
del proceso revolucionario. Creo que es una omisión no solo en este
momento, sino que ha sido un llamado reiterado del partido en
distintas fases del proceso revolucionario y que, pese a ser
distintos momentos, pese a anuncios que se han hecho planteando desde
el alto Gobierno la intención de constituir una instancia de este
tipo, hasta el día de hoy no lo hemos logrado hacer.
-¿Por
qué? ¿Qué cree que pasa ahí?
-Posiblemente
se puede hacer. En la última reunión que tuvo el Gran Polo
Patriótico con el presidente Nicolás Maduro, el presidente Maduro
manifestó su intención frente a la necesidad de la construcción de
esa instancia, su intención de conformar esa instancia. Planteó la
necesidad de que hubiese una reunión consuetudinaria, sistemática,
con las distintas fuerzas que son parte de este proceso
revolucionario.
Eso
requiere de trabajo, eso requiere de un esfuerzo que no depende
solamente del presidente Nicolás Maduro entendiendo que él es quien
tiene la mayor fuerza para realizarlo por su condición de Presidente
de la República y por supuesto por ser quien ejerce hoy un liderazgo
en el sector revolucionario. Pero también requiere un esfuerzo de
todas las fuerzas políticas y revolucionarias y que hoy hay que
trabajarlas de manera incansable.
A
criterio de Jabour, “frente a la agudización de la lucha de clases
que se viene dando en la sociedad venezolana, que ha incrementado la
escalada de violencia por parte de la derecha subordinada o asociada
al imperialismo norteamericano y que ha utilizado la complicidad de
grandes medios de comunicación a escala internacional”, se
requiere “hoy más que nunca la necesidad de la construcción de
una instancia de dirección colectiva”.
TEMAS
PARA LA AGENDA
-Qué
temas deberían formar parte de la agenda de esa instancia de
dirección colectiva si se constituyera? En esa primera reunión,
¿qué propondría el PCV?
-El
modelo de desarrollo económico que tiene que ver con la aplicación
de esa política en el Alto Gobierno, la reforma tributaria, la
industrialización del país, cómo vamos a planificar esa
industrialización para salir de la economía rentista, entendiendo
que hoy Venezuela mantiene la dependencia económica básicamente de
los ingresos petroleros, y que los ingresos petroleros van en su gran
mayoría al sector privado donde se les da destino a las divisas de
acuerdo con la consideración del empresariado privado. Estos son
elementos fundamentales que se deben discutir. También, las
políticas laborales del Alto Gobierno que se vienen aplicando serían
otro elemento de discusión en esa instancia colectiva que hoy
requiere la participación de las distintas fuerzas que hoy se vienen
dando en el proceso. Son elementos que indudablemente son parte de
esa discusión colectiva que se vienen dando: el tema de todo lo que
significa la banca, la participación de la banca en la economía
nacional, la participación de la banca internacional en la empresa
petrolera son elementos que nos toca hoy discutir.
-Si
no se discuten, ¿qué sucede?
-Indudablemente
que se estaría aislando la construcción de esa política y eso le
haría un flaco favor al proceso revolucionario, entendiendo que uno
de los elementos fundamentales y esenciales de este proceso ha sido
la participación del pueblo venezolano. Esa ha sido una bandera que
levantó el comandante Hugo Chávez, ha sido una bandera que tomó el
pueblo venezolano junto al comandante Hugo Chávez en donde el pueblo
ha elevado niveles de organización, niveles de participación y hoy
hay una alta conciencia del pueblo venezolano en la lucha
antiimperialista y por el socialismo. En consecuencia, el socialismo
es más y mejor democracia, es más y mejor participación, es más
organización, es planificación; para nosotros son elementos
fundamentales dentro del sistema socialista.
NO
SE RETIRARÁ
-Si
esta estructura no se forma, el PCV se retiraría de la alianza o no
está planteado?
-Eso
no está planteado. Para nosotros el elemento fundamental de la
alianza es el rumbo antiimperialista que se planteó el proceso
revolucionario, y en la medida en que exista ese compromiso y que
existan elementos que nos permitan seguir caracterizando el proceso
como un proceso antiimperialista, el Partido Comunista estará allí.
-¿Sigue
siendo un proceso antiimperialista el día de hoy?
-Hasta
el día de hoy el PCV lo caracteriza como un proceso
antiimperialista.
-Crítica
y autocrítica. ¿El problema es cómo se formulan las críticas, el
escenario en el que se formulan?
-Como
se formulan y el escenario dónde se formulan es importante para
nosotros; por supuesto que la crítica y la autocrítica nosotros la
hacemos a lo interno; pero cuando no existen los mecanismos, cuando
se cierran los mecanismos para hacerlo a lo interno necesariamente
tenemos que recurrir al micrófono, que muchas veces no es bueno para
el proceso, muchos errores que se pudiesen omitir o diferencias que
se pudiesen menguar se pudiesen solucionar con mecanismos de debate
de discusión, con canales, abriendo canales para la discusión y
para el debate.
-Al
no haberlos se llega a lo público. Es lo que plantea, ¿no?
-Sí.
Muchas veces cuando esos canales no se abren indudablemente que esas
críticas y autocrítica se ejercen públicamente.
LEALTADES
Y CRÍTICA
-¿Ser
leal es omitir la crítica y la autocrítica? ¿Cómo concibe el PCV
la lealtad?
-La
lealtad se concibe aplicando y ejerciendo la crítica y la
autocrítica.
La
crítica y la autocrítica son un ejercicio revolucionario, que
obliga a los factores revolucionarios, a los sectores revolucionarios
a caracterizar y a identificar errores que se puedan estar dando,
identificar omisiones que se puedan estar dando y alertar sobre su
corrección para seguir avanzando.
-¿Por
qué entonces, si la crítica es tan importante para una revolución,
es tan difícil manejarla o encontrar el espacio para que sea bien
recibida?
-Porque
eso indudablemente tiene que ver con el difícil momento político
que está viviendo nuestro país, tiene que ver con la maduración y
la conciencia política de los actores revolucionarios, tiene que ver
con un desprendimiento de actitudes realmente pequeñoburguesas, de
actitudes sectaristas. En la medida en que nos podamos desprender de
esas actitudes va a ser más llevadero, más fácil, más fluido el
ejercicio de la crítica y de la autocrítica.
-Hay
personas que piensan que por estar en una situación difícil
políticamente, y con ataques aquí y allá no se deben hacer
críticas. ¿Qué respondería el PCV a esto?
-El
ejercicio de la crítica y de la autocrítica es un ejercicio
irrenunciable para el revolucionario y la revolucionaria. Muchas
veces nosotros tenemos que tener cuidado, y eso lo ha hecho el
Partido Comunista en distintas oportunidades: sin renunciar a ese
principio, eso hay que dejarlo bien claro, sin renunciar a ese
principio, pero para no entregarle elementos al enemigo que le sirva
para torpedear al proceso que vive nuestro país. Por eso es que a
veces hemos hecho mucho esfuerzo en que ese ejercicio de la crítica
y de la autocrítica para que se pueda dar a través de canales,
hemos forzado a que esos canales se abran muchas veces en distintas
oportunidades y en distintos momentos del proceso.
-¿Y
se han abierto?
-Se
han abierto, generalmente; a veces no se ha logrado, pero muchas
veces se han abierto.
EL
AUMENTO DE LA GASOLINA NO NECESARIAMENTE ES NEOLIBERAL
-Medidas
económicas que se tomen, ¿las calificarían de entrada como
neoliberales?
-Hay
que conocerlas primero.
-Es
decir, ustedes no calificarían como neoliberal un aumento de la
gasolina de entrada.
-No,
necesariamente no.
ENTREGARÁN
PROPUESTAS ECONÓMICAS AL PRESIDENTE
El
Partido Comunista de Venezuela (PCV) realizará este mes un pleno del
comité central, con un punto de partida: en el país hay una
situación compleja, como lo dijo el mismo Yul Jabour en la rueda de
prensa de este partido el pasado lunes.
“El
tema del plenario es hacer una valoración sobre cuál es la
situación política, las contradicciones que se vienen desarrollando
en el seno del proceso, revisar todo lo que significan las propuestas
económicas que viene trabajando el Partido Comunista de Venezuela
para ser entregadas al presidente Nicolás Maduro y al Gobierno
Nacional básicamente.
-Esas
propuestas económicas que se le van a entregar al Presidente son las
que ustedes han planteado; es decir, eliminación progresiva del IVA,
centralización de las importaciones.
-Sí,
la planificación para la industrialización del país.
-¿Alguna
otra? ¿Relación con la banca internacional?
-Hoy
hay que revisar cuál relación con la banca internacional, porque la
banca, y especialmente la banca de inversión, representa la cúpula
del capital especulativo internacional.
-Si
el país necesitara esa relación, ¿qué pensaría el PCV?
-Hay
que evaluar eso, porque todavía no sabemos qué es lo que está
planteado realmente en torno a una relación de este tipo, ni
siquiera si está planteada la relación. Lo que hemos escuchado es
que ha habido alguna reunión, pero no sabemos si está planteada de
verdad una relación entre nuestras empresas, el Gobierno Nacional y
la banca internacional.
Texto/
Vanessa Davies
Fuente: Correo del Orinoco.