giovedì 10 luglio 2014

Yul Jabour: Oggi più che mai necessario costruire un'istanza di direzione collettiva della rivoluzione/Yul Jabour: Se requiere “hoy más que nunca” construir “una instancia de dirección colectiva” de la Revolución




07/07/2014

 Il PCV non ha posto la questione di ritirarsi dal Grande Polo Patriottico
"La lealtà si concepisce applicando e esercitando la critica e l'autocritica", segnala il dirigente del Partito Comunista del Venezuela, il quale osserva che il socialismo "è la maggiore e migliore democrazia, implica la maggiore e migliore partecipazione".


Caracas, 07/07/2014, Tribuna Popular, Correo del Orinoco: 

 
Come ogni lunedì, il Partito Comunista del Venezuela (PCV) tiene una conferenza stampa nella quale esprime le sue opinioni, le sue proteste, i suoi suggerimenti. Come membri del Grande Polo Patriottico, i dirigenti del gallo rosso - che insistono nell'assumere la critica come un esercizio tra rivoluzionari e rivoluzionarie - hanno più volte fatto osservazioni non solo a favore di un governo collettivo, ma contro la politica dell'Esecutivo; inoltre hanno posto la necessità di conoscere le misure economiche già concordate con il settore imprenditoriale e quelle che il Presidente vuole attuare in questo momento.

Il deputato Yul Jabour, membro dell'Ufficio Politico del PCV, conferma che il suo partito continuerà a esercitare il diritto di critica ma che indipendentemente che siano ricevute oppure no, non si ritirerà dal Grande Polo Patriottico. Yul Jabour ribadisce che l'attuale processo resta un processo antimperialista e conferma l'impegno dei comunisti venezuelani nella lotta contro il grande capitale internazionale.

Un alleato "scomodo"
- Il PCV è un alleato scomodo?
 
Sì, è davvero scomodo perché il PCV è un partito impegnato nelle lotte di classe del popolo lavoratore, impegnato nella difesa dei diritti dei lavoratori, determinato nella lotta contro il grande capitale internazionale e l'imperialismo statunitense. In diversi momenti del processo rivoluzionario il Partito Comunista ha esercitato il principio della critica e dell'autocritica per avvertire degli errori che dal nostro punto di vista a volte vediamo, e, naturalmente, per porre l'attenzione su alcune omissioni in atto che ci allontanano dall'obiettivo strategico della liberazione nazionale del popolo e della costruzione del socialismo.


-
Parla di omissioni. In questo momento potrebbe commentare alcune omissioni o quelle che il PCV percepisce come tali?
 
Sì, certo: l'omissione dell'istanza della direzione collettiva del processo rivoluzionario. E' una omissione non solo in questo momento, ma che ha caratterizzato diverse fasi del processo rivoluzionario e che, nonostante i nostri reiterati richiami in momenti diversi e nonostante gli annunci da parte del Governo di costruire una istanza di questo tipo, fino ad oggi non si è raggiunto nulla.

- Perché? Cosa prevede?
 
Non è escluso che si possa fare. Nell'ultima riunione che ha avuto il Grande Polo Patriottico con il Presidente Nicolas Maduro, quest'ultimo ha manifestato l'intenzione di affrontare la necessità della costruzione di tale istanza. Ha posto la necessità che si tengano riunioni abituali e sistematiche con le varie forze che fanno parte di questo processo rivoluzionario.

Questo richiede del lavoro, richiede uno sforzo che non dipende soltanto da Nicolas Maduro anche se è lui che può darvi il maggior impulso in qualità di Presidente della Repubblica e, naturalmente, in quanto leader rivoluzionario. Ma richiede anche uno sforzo di tutte le forze politiche e rivoluzionarie in campo, che fino ad oggi hanno lavorato instancabilmente.

A giudizio di Jabour: "Di fronte all'acuirsi della lotta di classe in atto nella società venezuelana, che ha incrementato l'escalation di violenza da parte della destra subordinata o associata all'imperialismo statunitense e che ha utilizzato la complicità dei grandi mezzi di comunicazione a livello internazionale [è necessaria] oggi più che mai, la costruzione di un'istanza di direzione collettiva".


Temi per l'agenda

- Quali temi dovranno far parte dell'agenda di questa istanza di direzione collettiva se si costituirà? A una eventuale prima riunione, cosa proporrebbe il PCV?

 
I temi sono quelli inerenti al modello di sviluppo economico a cui l'Alto Governo vuole dare attuazione, la riforma fiscale, l'industrializzazione del paese, come vogliamo pianificare questa industrializzazione per uscire dall'economia fondata sulla rendita, avendo ben in mente che oggi il Venezuela fonda la sua dipendenza economica sui proventi petroliferi e che i proventi del petrolio sono per lo più appannaggio del settore privato, dove le valute prendono la destinazione voluta dall'imprenditoria privata. Questi sono elementi chiave che dovrebbero essere discussi. Un altro elemento di discussione è costituito dalle politiche del lavoro adottate dall'Alto Governo, crediamo sia un tema di interesse della futura istanza collettiva a cui dovrebbero partecipare tutte le forze che attualmente si stanno spendendo nel processo rivoluzionario. La discussione collettiva dovrà investire il tema del settore bancario: la partecipazione delle banche nell'economia nazionale, la partecipazione della banca internazionale nell'impresa petrolifera...
 
- Se questi temi venissero sottratti alla discussione, cosa accade?

 
Senza dubbio isolare questi temi dalla costruzione politica rappresenterebbe un fattore negativo per il processo rivoluzionario, tanto più che uno degli elementi fondamentali ed essenziali di questo processo è stata la partecipazione del popolo venezuelano. Questa è stata una bandiera sollevata dal Comandante Hugo Chavez, che ha elevato i livelli di organizzazione e partecipazione popolare e oggi vi è un'alta coscienza nei venezuelani rispetto la lotta antimperialista e per il socialismo. Di conseguenza, il socialismo è la maggiore e migliore democrazia, garantisce la maggiore e migliore partecipazione, la maggiore organizzazione e  pianificazione; per noi sono elementi fondamentali all'interno del sistema socialista.
 
Non si ritirerà
 
- Se questa struttura non si formasse, il PCV si ritirerà dall'alleanza o no?
 
Ciò non è in discussione. Per noi, l'elemento chiave dell'alleanza è la direzione antimperialista che ha posto il processo rivoluzionario; nella misura in cui esiste questo compromesso e sussistono i fattori che ci permettono di spingere ulteriormente il processo antimperialista, il Partito Comunista ci sarà.
 
- Continua ad essere un processo antimperialista quello di oggi? 

Fino ad oggi, il PCV lo ritiene un processo antimperialista.

- Critica e autocritica. Il problema è come si formano le critiche, lo scenario nel quale vengono formulate?

Come si formano e lo scenario dove si formulano le critiche e le autocritiche sono fattori importanti per noi. E' ovvio che il luogo deputato alla critica e all'autocritica sia intero, ma quando non vi sono meccanismi, quando si chiudono i canali interni, necessariamente utilizziamo il microfono, che spesso non è buon veicolo per il processo rivoluzionario: molti errori potrebbero essere omessi o alcune differenze si potrebbero smussare e risolvere attraverso il dibattito, la discussione, aprendo canali appositi.

- Quando non si hanno canali, la critica viene espressa pubblicamente. E' questo quello che sta dicendo, giusto?
 
Sì. Molte volte, quando questi canali non si aprono indubbiamente la critica e l'autocritica trova un'arena pubblica.

Lealtà e critica

-
Essere leali è omettere la critica e l'autocritica? Come concepisce il PCV la lealtà?

 La lealtà si concepisce applicando e esercitando la critica e l'autocritica. La critica e l'autocritica sono un esercizio rivoluzionario, che obbliga i fattori rivoluzionari, i settori rivoluzionari a caratterizzare e identificare gli errori che si possono commettere, identificare le omissioni che si possono compiere e porre l'attenzione sulla correzione per continuare ad avanzare.

- Perché allora, se la critica è così importante per una rivoluzione, è così difficile gestirla o trovare lo spazio affinché sia ricevuta?   

Questo ha indubbiamente a che fare con il difficile momento politico che il nostro paese sta vivendo, ha a che fare con la maturazione e la coscienza politica degli attori rivoluzionari, ha a che fare con le attitudini piccolo-borghesi, gli atteggiamenti settari. Nella misura in cui saremo in grado di allontanarci da questi atteggiamenti saranno più sopportabili, sarà più facile e più fluido l'esercizio della critica e dell'autocritica.

- Alcune persone pensano che essendo in una situazione difficile politicamente e con gli attacchi concentrici di cui è oggetto il paese, non si dovrebbero fare critiche. Che risponde il PCV a questo?

L'esercizio della critica e dell'autocritica è un esercizio indispensabile per il rivoluzionario. Molte volte dobbiamo stare attenti, il Partito Comunista lo è stato in varie occasioni, ma non si deve rinunciare a tale pratica e contemporaneamente si deve evitare di prestare il fianco al nemico, fornendogli delle armi da sferrare contro il processo che attraversa il nostro paese. E' per questo che facciamo pressioni perché siano aperti dei canali per esercitare il diritto di critica e autocritica, più volte in diverse occasioni e in diversi momenti del processo abbiamo insistito in tal senso.

 - E sono stati aperti?

Sono stati aperti, di solito; a volte no, ma spesso sono stati aperti.

L'aumento del costo della benzina non è necessariamente una misura neoliberista

- Considerate neoliberiste alcune misure economiche adottate?

 
Bisognerebbe conoscerle prima.
 
-Voglio dire, voi non qualificate come neoliberista l'aumento della benzina? 

 
No, non necessariamente.
 
- Consegnerete proposte economiche al Presidente Maduro?

Il Partito Comunista del Venezuela (PCV) realizzerà questo mese un plenum del Comitato Centrale, con un punto di partenza: nel paese vi è una situazione complessa, come ha detto lo stesso Yul Jabour in questa conferenza stampa.

Il tema del plenum è quello di fare una valutazione sulla situazione politica, le contraddizioni che si stanno sviluppando all'interno del processo, rivedere tutto quello che significano le proposte economiche che sta lavorando il Partito Comunista del Venezuela per consegnarle al presidente Nicolas Maduro e al governo nazionale.
 
- Queste proposte economiche che consegnerete al Presidente sono quelle già avanzate: cioè, eliminazione graduale dell'IVA, centralizzazione delle importazioni?

 
  Sì, la pianificazione per l'industrializzazione del paese.
 
- Un'ultima battuta sulla relazione dell'economia col settore bancario internazionale.

 
Oggi dobbiamo verificare quale relazione esiste con le banca internazionale, perché la banca, in particolare la banca d'investimento, rappresenta la cupola del capitale speculativo internazionale.
 
- Se il paese avesse bisogno di questa relazione, che penserà il PCV?

 
Bisogna valutare ogni aspetto, perché non sappiamo che cosa realmente sia questa relazione, né se si sta realizzando. Abbiamo inteso che c'è stata una riunione, ma non sappiamo se davvero si sta ponendo una relazione tra le nostre imprese, il Governo Nazionale e la banca internazionale.

Testo / Vanessa Davies
Fonte: Correo del Orinoco.



Yul Jabour: Se requiere “hoy más que nunca” construir “una instancia de dirección colectiva” de la Revolución


El PCV no tiene planteado retirarse del Gran Polo Patriótico
La lealtad se concibe aplicando y ejerciendo la crítica y la autocrítica”, señala el dirigente del Partido Comunista de Venezuela, quien asevera que el socialismo “es más y mejor democracia, es más y mejor participación”
Caracas, 7 jul. 2014, Tribuna Popular TP/Crédito: Correo del Orinoco.-

 Todos los lunes (como hoy) el Partido Comunista de Venezuela (PCV) ofrece una rueda de prensa en la que hace explícitas sus opiniones, sus reclamos, sus sugerencias. Como integrantes del Gran Polo Patriótico, los dirigentes de la tolda del gallo rojo -que insisten en que asumen la crítica como un ejercicio entre revolucionarias y revolucionarios- han hecho reiterados señalamientos no solo a favor de un gobierno colectivo, sino en contra de la política laboral del Ejecutivo; también han planteado que necesitan conocer las acciones económicas ya acordadas con el sector empresarial, y las que el Presidente pueda implementar en este momento.
El diputado Yul Jabour, miembro del buró político del PCV, ratifica que su partido continuará haciendo críticas y que, sean o no recibidas, no se retirará del Gran Polo Patriótico. En conversación con el Correo del Orinoco, asevera que el actual sigue siendo un proceso antiimperialista y ratifica el compromiso de las y los comunistas venezolanos con la lucha contra el gran capital internacional.

ALIADO “INCÓMODO”

-¿Es el PCV un aliado incómodo?

-Sí, es incómodo realmente porque el PCV es un partido comprometido con las luchas clasistas del pueblo trabajador, comprometido con las defensas de los derechos de los trabajadores y trabajadoras, comprometido en la lucha contra el gran capital internacional y el imperialismo norteamericano. Por supuesto, esto en distintos momentos del proceso ha hecho que el Partido Comunista tenga que ejercer ese principio revolucionario de la crítica y de la autocrítica para alertar sobre el error que desde nuestra perspectiva a veces visualizamos, y por supuesto para alertar sobre algunas omisiones que se estén dando y que nos alejan de lograr ese objetivo estratégico que exige la liberación nacional del pueblo y la construcción del socialismo.

-Habla de omisiones. ¿En este momento quisiera comentar alguna omisión o lo que percibe el PCV como omisión?
-Sí, por supuesto: La omisión de la instancia de la dirección colectiva del proceso revolucionario. Creo que es una omisión no solo en este momento, sino que ha sido un llamado reiterado del partido en distintas fases del proceso revolucionario y que, pese a ser distintos momentos, pese a anuncios que se han hecho planteando desde el alto Gobierno la intención de constituir una instancia de este tipo, hasta el día de hoy no lo hemos logrado hacer.

-¿Por qué? ¿Qué cree que pasa ahí?
-Posiblemente se puede hacer. En la última reunión que tuvo el Gran Polo Patriótico con el presidente Nicolás Maduro, el presidente Maduro manifestó su intención frente a la necesidad de la construcción de esa instancia, su intención de conformar esa instancia. Planteó la necesidad de que hubiese una reunión consuetudinaria, sistemática, con las distintas fuerzas que son parte de este proceso revolucionario.
Eso requiere de trabajo, eso requiere de un esfuerzo que no depende solamente del presidente Nicolás Maduro entendiendo que él es quien tiene la mayor fuerza para realizarlo por su condición de Presidente de la República y por supuesto por ser quien ejerce hoy un liderazgo en el sector revolucionario. Pero también requiere un esfuerzo de todas las fuerzas políticas y revolucionarias y que hoy hay que trabajarlas de manera incansable.
A criterio de Jabour, “frente a la agudización de la lucha de clases que se viene dando en la sociedad venezolana, que ha incrementado la escalada de violencia por parte de la derecha subordinada o asociada al imperialismo norteamericano y que ha utilizado la complicidad de grandes medios de comunicación a escala internacional”, se requiere “hoy más que nunca la necesidad de la construcción de una instancia de dirección colectiva”.

TEMAS PARA LA AGENDA
 
-Qué temas deberían formar parte de la agenda de esa instancia de dirección colectiva si se constituyera? En esa primera reunión, ¿qué propondría el PCV?

-El modelo de desarrollo económico que tiene que ver con la aplicación de esa política en el Alto Gobierno, la reforma tributaria, la industrialización del país, cómo vamos a planificar esa industrialización para salir de la economía rentista, entendiendo que hoy Venezuela mantiene la dependencia económica básicamente de los ingresos petroleros, y que los ingresos petroleros van en su gran mayoría al sector privado donde se les da destino a las divisas de acuerdo con la consideración del empresariado privado. Estos son elementos fundamentales que se deben discutir. También, las políticas laborales del Alto Gobierno que se vienen aplicando serían otro elemento de discusión en esa instancia colectiva que hoy requiere la participación de las distintas fuerzas que hoy se vienen dando en el proceso. Son elementos que indudablemente son parte de esa discusión colectiva que se vienen dando: el tema de todo lo que significa la banca, la participación de la banca en la economía nacional, la participación de la banca internacional en la empresa petrolera son elementos que nos toca hoy discutir.

-Si no se discuten, ¿qué sucede?
-Indudablemente que se estaría aislando la construcción de esa política y eso le haría un flaco favor al proceso revolucionario, entendiendo que uno de los elementos fundamentales y esenciales de este proceso ha sido la participación del pueblo venezolano. Esa ha sido una bandera que levantó el comandante Hugo Chávez, ha sido una bandera que tomó el pueblo venezolano junto al comandante Hugo Chávez en donde el pueblo ha elevado niveles de organización, niveles de participación y hoy hay una alta conciencia del pueblo venezolano en la lucha antiimperialista y por el socialismo. En consecuencia, el socialismo es más y mejor democracia, es más y mejor participación, es más organización, es planificación; para nosotros son elementos fundamentales dentro del sistema socialista.

NO SE RETIRARÁ

-Si esta estructura no se forma, el PCV se retiraría de la alianza o no está planteado?

-Eso no está planteado. Para nosotros el elemento fundamental de la alianza es el rumbo antiimperialista que se planteó el proceso revolucionario, y en la medida en que exista ese compromiso y que existan elementos que nos permitan seguir caracterizando el proceso como un proceso antiimperialista, el Partido Comunista estará allí.

-¿Sigue siendo un proceso antiimperialista el día de hoy?

-Hasta el día de hoy el PCV lo caracteriza como un proceso antiimperialista.

-Crítica y autocrítica. ¿El problema es cómo se formulan las críticas, el escenario en el que se formulan?

-Como se formulan y el escenario dónde se formulan es importante para nosotros; por supuesto que la crítica y la autocrítica nosotros la hacemos a lo interno; pero cuando no existen los mecanismos, cuando se cierran los mecanismos para hacerlo a lo interno necesariamente tenemos que recurrir al micrófono, que muchas veces no es bueno para el proceso, muchos errores que se pudiesen omitir o diferencias que se pudiesen menguar se pudiesen solucionar con mecanismos de debate de discusión, con canales, abriendo canales para la discusión y para el debate.

-Al no haberlos se llega a lo público. Es lo que plantea, ¿no?
-Sí. Muchas veces cuando esos canales no se abren indudablemente que esas críticas y autocrítica se ejercen públicamente.

LEALTADES Y CRÍTICA

-¿Ser leal es omitir la crítica y la autocrítica? ¿Cómo concibe el PCV la lealtad?

-La lealtad se concibe aplicando y ejerciendo la crítica y la autocrítica.
La crítica y la autocrítica son un ejercicio revolucionario, que obliga a los factores revolucionarios, a los sectores revolucionarios a caracterizar y a identificar errores que se puedan estar dando, identificar omisiones que se puedan estar dando y alertar sobre su corrección para seguir avanzando.

-¿Por qué entonces, si la crítica es tan importante para una revolución, es tan difícil manejarla o encontrar el espacio para que sea bien recibida?
-Porque eso indudablemente tiene que ver con el difícil momento político que está viviendo nuestro país, tiene que ver con la maduración y la conciencia política de los actores revolucionarios, tiene que ver con un desprendimiento de actitudes realmente pequeñoburguesas, de actitudes sectaristas. En la medida en que nos podamos desprender de esas actitudes va a ser más llevadero, más fácil, más fluido el ejercicio de la crítica y de la autocrítica.

-Hay personas que piensan que por estar en una situación difícil políticamente, y con ataques aquí y allá no se deben hacer críticas. ¿Qué respondería el PCV a esto?
-El ejercicio de la crítica y de la autocrítica es un ejercicio irrenunciable para el revolucionario y la revolucionaria. Muchas veces nosotros tenemos que tener cuidado, y eso lo ha hecho el Partido Comunista en distintas oportunidades: sin renunciar a ese principio, eso hay que dejarlo bien claro, sin renunciar a ese principio, pero para no entregarle elementos al enemigo que le sirva para torpedear al proceso que vive nuestro país. Por eso es que a veces hemos hecho mucho esfuerzo en que ese ejercicio de la crítica y de la autocrítica para que se pueda dar a través de canales, hemos forzado a que esos canales se abran muchas veces en distintas oportunidades y en distintos momentos del proceso.

-¿Y se han abierto?
-Se han abierto, generalmente; a veces no se ha logrado, pero muchas veces se han abierto.

EL AUMENTO DE LA GASOLINA NO NECESARIAMENTE ES NEOLIBERAL

-Medidas económicas que se tomen, ¿las calificarían de entrada como neoliberales?
-Hay que conocerlas primero.

-Es decir, ustedes no calificarían como neoliberal un aumento de la gasolina de entrada.
-No, necesariamente no.

ENTREGARÁN PROPUESTAS ECONÓMICAS AL PRESIDENTE
El Partido Comunista de Venezuela (PCV) realizará este mes un pleno del comité central, con un punto de partida: en el país hay una situación compleja, como lo dijo el mismo Yul Jabour en la rueda de prensa de este partido el pasado lunes.
El tema del plenario es hacer una valoración sobre cuál es la situación política, las contradicciones que se vienen desarrollando en el seno del proceso, revisar todo lo que significan las propuestas económicas que viene trabajando el Partido Comunista de Venezuela para ser entregadas al presidente Nicolás Maduro y al Gobierno Nacional básicamente.

-Esas propuestas económicas que se le van a entregar al Presidente son las que ustedes han planteado; es decir, eliminación progresiva del IVA, centralización de las importaciones.
-Sí, la planificación para la industrialización del país.

-¿Alguna otra? ¿Relación con la banca internacional?
-Hoy hay que revisar cuál relación con la banca internacional, porque la banca, y especialmente la banca de inversión, representa la cúpula del capital especulativo internacional.

-Si el país necesitara esa relación, ¿qué pensaría el PCV?
-Hay que evaluar eso, porque todavía no sabemos qué es lo que está planteado realmente en torno a una relación de este tipo, ni siquiera si está planteada la relación. Lo que hemos escuchado es que ha habido alguna reunión, pero no sabemos si está planteada de verdad una relación entre nuestras empresas, el Gobierno Nacional y la banca internacional.
Texto/ Vanessa Davies
Fuente: Correo del Orinoco.


Tribuna Popular | prensapcv.wordpress.com
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare


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