DELLE
VIOLAZIONI DEI DIRITTI ALL'ISTRUZIONE, ALLA SALUTE, DEI DIRITTI
AMBIENTALI E DELLA VITA, COMMESSE DA GOVERNATORI, SINDACI, DEPUTATI E
DIRIGENTI LOCALI DEI PARTITI DELL'OPPOSIZIONE VENEZUELANA
Le corporations internazionali della comunicazione hanno diffuso immagini del recente disordine pubblico e delle azioni violente avvenute nell’arco di oltre due mesi, in alcune città della Repubblica Bolivariana del Venezuela, presentadole come «manifestazioni pacifiche e di libero diritto alla protesta», in realtà si è trattato di azioni di gruppi molto violenti e armati che hanno ucciso diverse persone innocenti, provocato feriti, danni all'ambiente, danni a beni pubblici e privati, e in particolare ai centri di salute e dell'istruzione.
Il presente documento mostra il vero volto di queste manifestazioni violente e evidenzia le finalità di rovesciamento del Governo costituzionale e legittimamente costituito dal processo democratico ed elettorale, portando a conoscenza del mondo, le azioni del Governo della Repubblica Bolivariana del Venezuela, in quanto garante dei diritti umani dei suoi cittadini contro tali atti di violenza.
Nel 1999, il popolo del Venezuela, nell'esercizio dei propri poteri e invocando l'esempio storico di Simón Bolívar, è stato portato a ricostruire la Repubblica attraverso una nuova Costituzione per edificare una società fondata sul protagonismo partecipativo, una società multietnica, multiculturale e democratica, in uno Stato di giustizia, federale e decentralizzato, che consolida i valori della libertà, dell'indipendenza, della pace, della solidarietà, del bene comune, dell'integrità territoriale, della convivenza e dello Stato di diritto, per questa e per le generazioni future; che garantisca il diritto alla vita, al lavoro, alla cultura, all'istruzione, alla giustizia sociale e all’uguaglianza, senza discriminazioni o subordinazioni alcune.
Prodotto
della fondazione della Repubblica, il popolo del Venezuela, approvò
mediante referendum il 15 Dicembre 1999, la Costituzione della
Repubblica Bolivariana del Venezuela, ratificata nella sua forma
emendata da un referendum costituzionale il 15 febbraio 2009. In tale
Costituzione si stabiliscono i diritti fondamentali che riconoscono
la nazione venezuelana in quanto tale e per tutte le persone che
abitano nello spazio geografico venezuelano, che prevede
espressamente l'obbligo per tutte le istanze delle istituzioni
governative (nazionali, statali e municipali), di
assicurare l'effettivo godimento ed il libero esercizio di tali
diritti.
A
questo proposito, vale la pena ricordare le disposizioni della
Costituzione della Repubblica Bolivariana del Venezuela, in relazione
a quanto segue: Obbligo di garantire il godimento e l'esercizio
dei diritti umani (art. 19); Diritto alla vita
(art. 43); Diritto alla salute (art. 83);
Diritto all'istruzione gratuita e obbligatoria (artt. 102 e
103); Diritto ad un ambiente sicuro, sano ed ecologicamente
equilibrato (art.127); e l'obbligo dello Stato di
garantire la sicurezza alimentare della popolazione, intesa come
disponibilità di cibo sufficiente, stabile a livello nazionale
nonché l'accesso opportuno e permamente per tutto il pubblico
consumatore (art. 305).
Supportato
dai mandati costituzionali di cui sopra, il Governo bolivariano si è
dedicato a promuovere in modo completo lo sviluppo sociale ed
economico del popolo venezuelano, l'inclusione di ampi settori
precedentemente esclusi e l'approfondimento dei diritti e delle
libertà politiche, economiche e civili, attraverso una serie di
politiche pubbliche di successo che hanno consentito di raggiungere
quasi tutti gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, invertendo la
situazione di povertà in cui si trovava circa il 56% della
popolazione quando il Presidente venezuelano Hugo Chávez assunse la
leadership dello Stato, in quel periodo erano esclusi ampi strati
della popolazione, resi invisibili ed oppressi per decenni ad opera
delle élites tradizionali del potere economico e politico in
Venezuela.
Secondo
le Nazioni Unite e la Banca Mondiale, il Venezuela ha costantemente
ridotto la disuguaglianza, il che lo rende il paese con il più basso
tasso di disuguaglianza nel continente (coefficiente di Gini di
0,39). La povertà è stata ridotta dal 29% del 1998 al 19,6% nel
2013. Inoltre, la povertà estrema è diminuita, nello stesso
periodo, dal 21,5% al 6,5%.
Il Venezuela è inoltre un pioniere nello sradicamento della malnutrizione infantile, riducendo la percentuale di denutrizione nella popolazione totale dal 13% (1990-1992) al 5% (2010-2011), raggiungendo, molto prima del previsto, le Mete del Millennio in materia di alimentazione. Tra il 1999 e il 2001, c’erano 4 milioni di persone che soffrivano la fame nel paese. Attualmente la FAO stima che la fame sia stata ridotta al minimo come riportato dalla relazione sullo "Stato dell'insicurezza alimentare nel mondo", sostenuto dal Programma Alimentare Mondiale (PAM) e dal Fondo Internazionale di Sviluppo Agricolo (IFAD).
Il governo del Venezuela ha aumentato la percentuale del PIL destinata agli investimenti sociali, dal 8,2% nel 1998 al 21% nel 2008, ha incrementato la creazione di programmi generali di sostegno specifici per anziani, bambini, ragazze madri, persone con disabilità, tra gli altri settori vulnerabili.
Il
Governo venezuelano è riuscito a garantire un sistema nazionale di
salute pubblica con accesso universale e gratuito. Nel 1998 il
Venezuela contava con 5.360 strutture sanitarie e ad oggi sono più
di 13.700. Questa politica è riuscita a ridurre in modo
significativo il tasso di mortalità dei bambini sotto i 5 anni, da
31 morti ogni 1.000 bambini nel 1990 a 14 per 1000 nel 2012. Inoltre,
i Venezuelani hanno accesso libero e universale ai servizi di
consulenza e di trattamento per gli ammalati di AIDS, malaria, dengue
e tubercolosi. 42.000 dei 60.000 pazienti con diagnosi di AIDS in
Venezuela, sono assistiti con farmaci antiretrovirali gratuiti in
oltre 80 centri di salute pubblica. Inoltre, il tasso di mortalità
della tubercolosi è sceso da 4,1 per ogni 100.000 abitanti nel 1990
a 2 per ogni 100.000 abitanti nel 2011.
Nell’ambito
dell’istruzione, il Venezuela considera l'educazione in quanto
diritto umano e un dovere sociale fondamentale, inerente al sistema
democratico, libero, obbligatorio, di qualità e diversificato nei
suoi principi culturali. L’aumento della percentuale del PIL
destinata alla formazione al 5,43%, ha permesso l'inclusione di
milioni di persone a tutti i livelli nel sistema educativo,
attraverso numerosi programmi convenzionali e non convenzionali tra i
quali:
• Programma
“Simoncito” di Educazione Iniziale;
• “Misión
Robinson I e II” (Alfabetizzazione e primaria);
• “Misión
Ribas” (Secondaria);
• “Misión
Che Guevara” (Formazione al Lavoro);
• “Misión
Sucre” (Educazione Universitaria);
• Programma
Nazionale di Formazione dei Medici Integrali Comunitari;
• “Misión
Alma Mater” (Creazione di nuove istituzioni ed espansione degli
esistenti);
• “Misión Ciencia” (Massificazione degli studi di specializzazione).
Oggi
il Venezuela è un paese libero dall'analfabetismo (dichiarata
dall'UNESCO nel 2005), e conta con il secondo più alto tasso di
scolarizzazione nella regione. Nel periodo 1998-2008, l'iscrizione
alla scuola è passata dal 46,12% al 69,78% per l'educazione della
prima infanzia; dal 89.98% al 95% per l'istruzione primaria e 15.34%
al 21.91% per l'istruzione secondaria e universitaria,
rispettivamente. Nello stesso periodo, il Venezuela ha creato 30
nuove Università di libero accesso.
Il
Venezuela gode di ampie libertà civili e politiche e di un sistema
elettorale solido, così come ha espresso a suo tempo lo stesso
“Centro Carter”, affermando che il Venezuela può vantare «il
miglior sistema elettorale del mondo».
Tutti
i risultati riportati in precedenza, sono conquiste del popolo
venezuelano che ha fortemente sostenuto negli ultimi quindici anni il
modello inclusivo, promosso e sviluppato dal Governo della Repubblica
Bolivariana del Venezuela, che ha dimostrato nel risultato di
diciotto (18) elezioni, con il suo voto, il sostegno al Governo
rivoluzionario, ora guidato dal presidente Nicolás Maduro Moros.
Corresponsabità
delle autorità regionali e municipali nella garanzia dei diritti
umani
Gli
accadimenti violenti che si sono verificati in alcuni municipi della
Repubblica Bolivariana del Venezuela, mostrano come tali episodi
avessero l’obiettivo di violare il mantenimento e la continuazione
delle conquiste popolari attraverso azioni di violenza armata,
promosse, realizzate e/o tollerate dalle autorità regionali e dai
partiti politici locali attivi nelle fila dell’opposizione Primero
Justicia e Voluntad
Popular, che
essendo responsabili di esercitare il Potere Pubblico per il
beneficio del popolo, secondo la legge venezuelana, hanno apertamente
violato i propri doveri, omettendo di eseguire correttamente i
compiti che sono loro assegnati dalla legge.
Come detto inizialmente, la garanzia dei diritti umani, si applica a tutte le istituzioni statali, in diverse istanze e livelli, motivo per cui le autorità regionali e locali, in conformità con la legge venezuelana, devono rispondere ad una serie di obblighi stabiliti nella legge nazionale venezuelana, a cui non hanno ottemperato; ciò li rende responsabili di tali omissioni di fronte alla stessa legge. A questo proposito si evidenziano i seguenti aspetti:
-
Alle autorità regionali è costituzionalmente affidato il servizio
di polizia1,
in conformità alle disposizioni di diritto nazionale che, a loro
volta, affermano che questo servizio è destinato a promuovere la
prevenzione della criminalità2,
oltre a costituire nuclei di polizia comunale, per promuovere e
perfezionare il lavoro congiunto e diretto tra le forze di polizia e
la comunità3.
-
Attraverso il servizio di polizia di Stato4
le autorità regionali hanno il compito di:
a
- Rispettare e proteggere la dignità umana, difendere e promuovere i
diritti umani di tutte le persone senza discriminazioni di origine
etnica, sesso, religione, nazionalità, lingua, opinione politica,
condizione economica o di qualsiasi altra natura.
b
- Rispettare e proteggere l'integrità fisica di tutte le persone, in
nessuna circostanza infliggere, istigare o tollerare un atto
arbitrario, illegale, discriminatorio o di tortura o altre pene
crudeli, inumani o degradanti, che rappresentino essi violenza
fisica, psicologica e morale.
c
- Servire la comunità e proteggere tutte le persone contro atti
illegali.
d
- Garantire il godimento del diritto di riunione e il diritto di
manifestare pubblicamente e pacificamente.
e
- Preservare la pace e la sicurezza con meccanismi di protezione
individuali e collettivi e con mezzi appropriati e in accordo con la
Costituzione della Repubblica.
- Alle autorità municipali è costituzionalmente assegnato loro il compito di gestire gli interessi locali per la gestione e la promozione dello sviluppo economico e sociale, per la qual cosa compete loro offrire e fornire servizi pubblici (pulizia, raccolta dei rifiuti e delle acque reflue) e; promuovere il miglioramento delle condizioni di vita generali della comunità, attraverso la gestione del traffico veicolare, del trasporto pubblico di passeggeri, la conservazione di spazi di incontro pubblico e di ricreazione, la tutela ambientale, la fornitura dei servizi primari di assistenza sanitaria, del servizio di polizia municipale, in base al diritto nazionale5.
Ne
deriva che le autorità municipali hanno una responsabilità
specifica nella partecipazione con il Governo Nazionale per il
mantenimento e la continuazione dei successi e dei risultati che
nelle politiche sanitarie, di istruzione, alimentari e ambienti, sono
attuate dal Governo bolivariano.
Inoltre,
compete ai municipi, insieme al Governo Nazionale, la protezione ed
il ripristino del patrimonio forestale e la conservazione, la
mitigazione e la compensazione dei danni causati a questo patrimonio
da fattori naturali o umani.
Va notato che le azioni violente che hanno rappresentato una minaccia per il godimento e l'esercizio dei diritti umani, si sono verificate solo in quelle località dove le autorità comunali sono per lo più membri di partiti politici di opposizione, Primero Justicia e Voluntad Popular, appartenenti alla coalizione di destra definita Mesa de la Unidad Democrática (MUD), ciò mostra la connivenza e la complicità di queste autorità, con le azioni di tali gruppi violenti, inoltre dimostra la palese inadenpienza ai loro obblighi e alle competenze previsti dalla legge, a scappito di tutta la popolazione del municipio.
I poteri di polizia di cui sopra delle autorità regionali, corrispondono anche alle autorità municipali, poiché gli eventi che si verificano nelle loro aree locali e, secondo i criteri di complessità, intensità e specificità di cui agli articoli 52, 53 e 54, rispettivamente, della legge Organica del Servizio di Polizia e della Polizia Nazionale, sono di competenza delle forze di polizia municipale, soprattutto nei casi in cui, inoltre, il sostegno di questi corpi deve essere atto a soddisfare le competenze che sono proprie delle autorità municipali6, quali:
-
Gestire la viabilità urbana, gestione della circolazione del
traffico veicolare e delle persone, sulle strade municipali e dei
servizi di trasporto pubblico urbano;
-
Gestire e manutenere le strade, parchi e giardini; stazioni balneari
e altri luoghi di ricreazione;
-
Proteggere l'ambiente e cooperare in materia di risanamento
ambientale;
-
Fornire i servizi civili pubblici, di protezione antincendio e
relativi ai rifiuti urbani e domestici, che comprendono servizi di
pulizia, raccolta e trattamento dei rifiuti.
Allo
stesso modo, nell'esercizio dei loro poteri e doveri, il sindaco o la
sindaca devono curare i rapporti di collaborazione con i poteri
pubblici nazionali e statali, nonché con altre autorità e organismi
locali del Municipio, per svolgere adeguatamente il proprio ruolo7,
che implica il dovere di collaborazione e cooperazione tra gli organi
del Potere Pubblico per il raggiungimento finale degli obiettivi
dello Stato, di cui all'articolo 136 della Costituzione della
Repubblica Bolivariana del Venezuela.
I
fatti violenti, quindi, dimostrano chiaramente l’inottemperanza
delle autorità regionali e locali dei municipi, nei quali si sono
verificati gli atti di violenza, alle funzioni costituzionali e
legali che sono state loro assegnate.
Fatti
violenti promossi dai partiti politici di ideologia di estrema
destra. Situazione mediatica.
Le
violente aggressioni contro la democrazia venezuelana, lontano
dall’essere azioni concertate da tutti i settori che legittimamente
esercitano opposizione politica alla Rivoluzione Bolivariana, sono
state azioni di settori dell’ultra-destra estrema e violenta, che
hanno avuto come obiettivo lo scopo di minacciare seriamente la
stabilità del sistema democratico, cercando di imporre la loro
agenda sulla volontà del popolo venezuelano, che ha rifiutato il
loro progetto politico in più occasioni elettorali negli ultimi 15
anni.
La
maggior parte del paese ha categoricamente respinto il vandalismo e
la violenza, esprimendo la sua volontà di vivere in pace e in
democrazia. Ad oggi, i leaders dei partiti di opposizione non
hanno condannato questi atti, mascherandoli pubblicamente come
"manifestazioni pacifiche" e creando idee falsate
attraverso la ripetizione costante di menzogne amplificate da
alcuni mezzi nazionali e internazionali di comunicazione.
Le
azioni violente che hanno avuto inizio a metà febbraio 2014,
consistevano, tra l'altro, in blocchi delle strade, dei viali e delle
autostrade con metodi violenti, stendendo filo spinato, utilizzando
materiali infiammabili ed appiccando il fuoco. I trasgressori che
hanno realizzato e mantenuto blocchi violenti hanno ucciso diverse
persone in queste strade, con la chiara intenzione di provocare
incidenti colpendo i cittadini che viaggiano in motocicletta, atti
che hanno causato la morte di diversi venezuelani.
Inoltre, sono stati tagliati più di mille (1000) alberi, alcuni dei quali secolari, utilizzati come barriere sulle strade pubbliche.
Allo
stesso modo, sono state utilizzate armi da fuoco contro i civili,
agenti di polizia e contro la Guardia Nazionale, sono stati distrutti
e bruciati mezzi di trasporto pubblici e assaltate biblioteche,
Università, scuole materne, ospedali, sedi ministeriali e altre
infrastrutture di pubblica utilità.
Le
conseguenze di queste azioni violente sono dettagliate nell'allegato
n°1 di questa denuncia. Tuttavia, qui di seguito riferiamo le più
gravi:
• La
sciagurata perdita di quarantuno vite umane (41), tra il 12 febbraio
ed il 21 aprile 2014, sette (7) le vittime di blocchi violenti e
trappole collocate dall'opposizione; dodici (12) persone uccise nel
tentativo di oltrepassare questi blocchi, rimuovere o cercare di
ripulire la pubblica via; due (2) persone per essere state investite
nei pressi dei blocchi; dodici (12) persone per violenza politica di
differenti gruppi; quattro (4) persone per incidenti relazionati ai
blocchi violenti; tre (3) persone per armi da fuoco attribuite alle
forze di sicurezza, la quasi totalità sono conseguenza diretta o
comunque legata ai blocchi violenti.
Una
delle vittime uccise nel tentativo di oltrepassare un blocco, era una
giovane di ventotto (28) anni, in stato interessante.
• abbattimento
indiscriminato oltre 1.000 alberi e la pratica ignobile, nei blocchi
violenti, di bruciare vivi animali randagi.
• La
distruzione di infrastrutture e beni pubblici i cui danni e le cui
perdite sono pari a circa dieci miliardi di dollari (USD
10,000,000,000.00).
Questi
atti criminali si sono verificati con la connivenza e la
partecipazione, anche diretta dei sindaci dei partiti di opposizione,
che invece di garantire la sicurezza dei cittadini nei loro municipi
come impongono la Costituzione e le leggi della Repubblica, hanno
violato i loro obblighi costituzionali e giuridici e si sono
irresponsabilmente dedicati alla promozione e alla protezione di
assassinii, blocchi violenti e di persone che hanno compiuto atti di
vandalismo contro il patrimonio dello Stato nelle località
interessate.
Alcuni
di questi leaders radicali hanno rivolto inviti ai loro
seguaci generando la diffusione di una pericolosa corrente xenofoba
contro il popolo cubano che presta il suo sostegno solidale con la
sua opera medica in Centri sanitari, nonché atti molesti e di rabbia
contro il popolo chavista per la sua ideologia politica.
Richiama l’attenzione che queste situazioni violente si siano verificate solo nei municipi dove i sindaci appartengono ad una diversa corrente politica rispetto al Governo Nazionale. Allo stesso modo, si tratta anche di municipi che presentano i redditi più alti di tutto il paese (zone A e B della popolazione).
Di fronte l'atto o l'omissione delle autorità municipali, una querela per la tutela degli interessi collettivi e diffusi è stata presentata dal cittadino Juan Garantón Hernández e dell’Associazione Civile del Fronte degli Avvocati Bolivariani, che avendo constato la violazione dei propri diritti costituzionali, ha denunciato un gruppo di sindaci per la violazione dei loro doveri legalmente stabiliti, facendo sì che il 17 marzo 2014, la Sezione della Suprema Corte Costituzionale ha ordinato a Rámon Muchacho, sindaco di Chacao, municipio dello Stato di Miranda; Daniel Ceballos, sindaco del municipio di San Cristobal, Tachira; Gustavo Marcano, sindaco del municipio Diego Bautista Urbaneja dello Stato Anzoategui; Eveling Trejo de Rosales, sindaco di Maracaibo, Stato di Zulia, che all’interno dei propri municipi nei quali essi esercitano i loro poteri devono:
1. Eseguire tutte le azioni utili e utilizzare le risorse materiali e umane, al fine di eliminare gli ostacoli posti nelle strada atti ad impedire la libera circolazione di persone e veicoli; procedere alla immediata rimozione di tali ostacoli e mantenere i percorsi e le aree adiacenti a questi liberi da immundizia, detriti e qualsiasi altro elemento che possa essere utilizzato per ostacolare il traffico urbano;
2
Attuare la gestione del traffico veicolare per garantire la fluida
mobilità e la sicurezza sulle strade pubbliche dei loro municipi;
3.
Garantire la tutela ambientale e il risanamento ambientale, la
pulizia urbana e domiciliare;
4.
Dare le istruzioni necessarie alle rispettive forze di polizia
municipale, al fine di compiere effettivamente le disposizioni
dell'articolo 44 della Legge Organica del Servizio di Polizia e del
corpo della Polizia Nazionale Bolivariana; e, in questo senso;
5.
Realizzare attività preventive di controllo della criminalità,
nonché nell'ambito delle proprie competenze, promuovere strategie e
procedimenti di prossimità con le comunità dei propri spazi
territoriali, al fine di ottenere la comunicazione e l'interazione
con i loro abitanti e le istituzioni locali per garantire e
assicurare la pace sociale, la convivenza, l'esercizio dei diritti ed
il rispetto della legge.
Nonostante
la sentenza della più alta Corte della Repubblica, due sindaci hanno
violato tale decisione e sono stati condannati al carcere per il
mancato rispetto di una sentenza costituzionale, quindi sono stati
rimossi dai loro incarichi.
Rispetto agli attuali episodi di violenza, come è avvenuto negli attacchi alla democrazia venezuelana verificatisi nel 2002 (colpo di stato contro il presidente Hugo Chávez), la manipolazione dei media rappresenta un elemento lesivo per la nostra democrazia, come la costante falsificazione di immagini e informazioni nelle imprese televisive e radiofoniche venezuelane, con il supporto dei media internazionali e delle reti sociali. Un esempio di quest'ultimo aspetto è rappresentato dal recente caso della ABC di Spagna che ha manipolato una foto dell’Egitto, pubblicandola e presentadola come prova della violazione dei diritti umani in Venezuela.
Allo stesso modo, tra febbraio e aprile 2014, centinaia di fotografie provenienti da altre latitudini sono state diffuse in maniera massiccia nelle reti sociali, simulando la commissione di abuso di autorità o trattamento degradante in Venezuela. Una famosa attrice venezuelana ha postato sul suo account Twitter una foto di una presunta violenza sessuale nei confronti di un giovane da parte dei corpi di sicurezza venezuelana. Successivamente, è stato dimostrato che la foto proveniva da un sito web dedicato alla pornografia. In questo senso, i social network sono stati utilizzati al fine di distorcere la realtà e far credere il paese fosse in preda ad una profonda crisi politica.
Azione
del Governo Bolivariano per il mantenimento della pace e dell’ordine
pubblico
Il
presidente Nicolás Maduro, di fronte a queste esplosioni di violenza
e per amore della giustizia e della verità, ha presentato una
proposta all'Assemblea Nazionale per formare una Commissione della
Verità con il fine di indagare le responsabilità di tutti gli
eventi. Al contempo, ha istituito una Conferenza Nazionale per la
Pace a cui sono stati invitati e convocati, tutti i settori della
vita nazionale. La minoranza violenta non ha comunque aderito al
dialogo e si è rifiutata di partecipare alla Conferenza Nazionale
della Pace.
Mentre lo Stato venezuelano è obbligato ad assicurare la garanzia delle libertà individuali va rilevato che essi non possono nuocere o mettere in pericolo i diritti e le libertà collettive, tra cui il diritto alla vita. In nessun caso, l'esercizio delle manifestazioni di malcontento contro il governo può essere una giustificazione per la violenza e la violazione dei diritti fondamentali di tutti gli altri cittadini della Repubblica.
In
questo senso, la Repubblica Bolivariana del Venezuela riconosce il
diritto alla legittima e pacifica manifestazione di protesta,
ovviamente nei limiti che le stesse leggi prevedono in questi casi.
Tale riconoscimento non implica che sia possibile limitare il diritto
alla libera circolazione dei cittadini, frapporre ostacoli nelle
pubbliche vie, né dare fuoco alle scuole, ai centri sanitari, ai
parchi, distruggendo gli spazi pubblici, o praticando l'omicidio a
sangue freddo di persone che provano ad oltrepassare o ripulire
l’immondizia prodotta da tali blocchi violenti.
Il Governo venezuelano ha dato una forte risposta agli attacchi dei gruppi violenti a favore dei leaders politici di estrema destra, e lo ha fatto con autorità ed il rispetto rigoroso delle disposizioni del sistema giuridico venezuelano, mediante l'uso proporzionale della forza per preservare e garantire il rispetto dei diritti umani, con l'obiettivo ultimo di garantire, come previsto dalla Costituzione, sempre la difesa della pace e della tranquillità pubblica, senza esaurire il dialogo che con molta fatica si è cercato di promuovere tra tutti i settori del paese, politici e sociali.
Le azioni delle forze dell'ordine sono state coerenti con la legge e sono state contenute manifestazioni violente con l'uso proporzionato della forza. Tuttavia, si sono verificati casi isolati di cui si hanno prove o segnalazioni di abusi da parte di agenti di polizia o forze dell'ordine. Tutti i funzionari coinvolti sono stati messi a disposizione dei tribunali e sono state aperte le indagini del caso8. Questi eccessi, che sono stati l'eccezione al comportamento coerente con il regolamento dei nostri corpi di ordine pubblico, sono stati duramente condannati dal presidente Nicolás Maduro in diversi discorsi pubblici, nei quali ha ribadito l'invito alla pace e alla cessazione della violenza.
Le azioni della Guardia Nazionale Bolivariana (GNB) e della Polizia Nazionale Bolivariana (PNB), per contenere la violenza sono state caratterizzate dalla attuazione di norme internazionali per l'uso della forza, stabiliti nei «Principi di base sul ricorso della forza e delle armi da fuoco da parte delle forze dell'ordine per far rispettare la legge» del 1990 (adottata in occasione dell'ottavo Congresso delle Nazioni Unite sulla prevenzione del crimine e sul trattamento dei trasgressori), e dai loro stessi codici di condotta di cui ai regolamenti interni. Se si sono verificati eccessi da parte della Guardia Nazionale o di altri enti statali, questi sono stati sanzionati con il rigore della legge, con la garanzia di un giusto processo.
Il
Governo della Repubblica Bolivariana del Venezuela, ha agito secondo
il rigoroso rispetto del principio di diligenza e del principio
ampiamente riconosciuto nel diritto internazionale del dovere di
prevenzione e contenimento della violenza con l'uso proporzionale
della forza, nell'interesse supremo della vita, della pace e dei
diritti umani di tutti i cittadini.
La Repubblica Bolivariana del Venezuela ed il suo Governo bolivariano, fedele alla sua convinzione umanista, proseguirà verso la pace con il sostegno e la solidarietà della comunità internazionale delle nazioni civili, garanti della democrazia. A questo proposito, il Venezuela ha chiesto all’UNASUR di creare una commissione di ministri degli esteri per accompagnare e sostenere gli sforzi di dialogo da parte del Governo venezuelano, con riferimento alla Conferenza Nazionale della Pace, perché questo nuovo meccanismo strategico di integrazione regionale ha dimostrato la sua efficacia nella gestione di situazioni che possono essere considerate minacce alla stabilità democratica nella regione.
In questo senso, un comitato di ministri degli Esteri di Argentina, Brasile, Bolivia, Colombia, Ecuador, Guyana, Suriname, Uruguay, ha visitato Caracas il 25 e 26 marzo 2014, e ha tenuto un vasto programma di incontri con tutte le forze politiche e sociali del paese, organizzazioni per i diritti umani, rappresentanti di diverse fedi religiose, nonché le autorità pubbliche.
Come risultato di questa prima visita e di dialogo franco e aperto con il Presidente della Repubblica, il Governo venezuelano ha adottato una serie di misure quali la creazione del Consiglio Nazionale per i Diritti Umani (che riferirà e coordinerà le politiche pubbliche in materia di diritti umani, protezione e rifugio, nella ricerca della pace e della giustizia sociale) e ha accolto con favore la proposta di accordo, di comune intesa con i rappresentanti dell'opposizione, per l’accompagnamento al dialogo di un terzo in buona fede, e per i quali il governo ha invitato a partecipare Monsignor Pietro Parolin, Segretario di Stato della Santa Sede, che ha inviato il Nunzio Apostolico accreditato a Caracas, monsignor Aldo Giordani, per partecipare alle riunioni del dialogo a cui non ha potuto assistere in prima persona.
Visti
i risultati positivi ottenuti da questa Commissione, è stata
realizzata una II ed una III visita del comitato di ministri degli
esteri di UNASUR per sviluppare ulteriormente queste e altre
questioni importanti per il raggiungimento dell’inclusione di tutti
i settori politici nel processo di dialogo nell’ambito della
Conferenza Nazionale per la Pace.
Infine, va notato che il Governo bolivariano guidato dal Presidente Nicolás Maduro ha fortemente sostenuto la dottrina della pace lasciata in eredità dal Comandante Eterno Hugo Rafael Chávez Frías e sintetizzata in questa frase: «Sconfiggiamo la cultura della guerra e continuiamo a rafforzare la cultura della pace».
Denuncia
Per
tutti i fatti segnalati e che hanno rappresentato violazioni dei
diritti umani fondamentali, il governo del Presidente della
Repubblica Bolivariana del Venezuela, Nicolás Maduro Moros, vuole
rendere nota la responsabilità per omissione e complicità dei
seguenti funzionari che sono attivi nei partiti politici
dell'opposizione venezuelana:
- Henrique Capriles Radonsky, Governatore dello Stato Bolivariano di Miranda.
- Gerardo Blyde, Sindaco del Municipio Baruta (Stato Miranda)
- Ramón Muchacho, Sindaco del Municipio Chacao (Stato Miranda)
- Carlos Ocariz, Sindaco del Municipio Sucre (Stato Miranda)
- José Fernández, Sindaco del Municipio Los Salias (Stato Miranda)
Inoltre,
si segnalano in quanto responsabili per la promozione e l'attuazione
delle azioni violente i seguenti funzionari che sono anche attivi nei
partiti politici dell'opposizione venezuelana:
- Antonio Ledezma, Sindaco Metropolitano del Distrito Cápital.
- Daniel Ceballos, Sindaco del Municipio San Cristóbal (Stato Táchira).
- Delson Guárate, Sindaco del Municipio Mario Briceño Iagorry (Stato Aragua).
- Enzo Scarano, Sindaco del Municipio San Diego (Stato Carabobo).
- David Smolansky, Sindaco del Municipio El Hatillo (Stato Miranda).
- María Corina Machado, ex Deputada della Assemblea Nazionale.
- Leopoldo López, dirigente del Partito Voluntad Popular.
1
Artículo 164.6 de la
Constitución de la República Bolivariana de Venezuela.
2
Artículo 28.1 de la Ley
Orgánica del Servicio de Policía y del Cuerpo de Policía
Nacional.
3
Artículo 49 de la Ley
Orgánica del Servicio de Policía y del Cuerpo de Policía
Nacional.
4
Artículo 65 de la Ley
Orgánica del Servicio de Policía y del Cuerpo de Policía
Nacional.
5
Artículo 178 de la
Constitución de la República Bolivariana de Venezuela.
6
Artículo 56 de la Ley
Orgánica del Poder Municipal.
7
Artículo 90 de la Ley
Orgánica del Poder Municipal.
8
“…se
adelantan 81 investigaciones por presuntas violaciones a los
derechos humanos y de allí, 17 efectivos de los cuerpos de
seguridad del Estado ya tienen medidas cautelares sustitutivas de
libertad y hay 7 órdenes de captura”.
Fuente:
Fiscal General de la República, Luisa Ortega Díaz, 28.03.2014.
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