giovedì 2 agosto 2012

Più di 60.000 mercenari stranieri infiltrati in Siria


Più di 60.000 mercenari stranieri infiltrati in Siria

Il governo di Bashar Al-Assad ha denunciato l’infiltrazione in Siria di almeno 60.000 mercenari provenienti da Turchia, Israele e Libia, ha informato Telesur.
Nonostante vari governi abbiano ritirato il personale diplomatico, e la stessa Croce Rossa ha deciso di fare lo stesso con i suoi rappresentanti, Hisham Wannous, corrispondente di Telesur in Siria, assicura che a Damasco regna la calma dopo che le forze di Al Assad sono riuscite a guadagnare terreno ed a perseguire i cosiddetti ribelli in tutto il paese. “Damasco è calma. L’Esercito è riuscito a controllare la situazione”, ha scritto Wannous su Twitter.
Funzionari statunitensi hanno detto chiaramente che il loro paese sta provando a creare “condizioni che conducano ad un rapido collasso del regime siriano” e “si sta concentrando nella preparazione della popolazione per l’inevitabile caduta del suo presidente, Bashar Al Assad”
Questa sentenza è stata formulata dal sottosegretario degli Affari Pubblici del Dipartimento di Stato, Mike Hammer, che ha precisato che gli USA sperano che dopo l’allontanamento di Al Assad tutti i gruppi etnici e religiosi della Siria “siano capaci di unirsi e formare un governo che rifletta gli interessi di tutta la popolazione”.
Inoltre Hummer non ha negato che lo scopo della politica degli USA rispetto al conflitto siriano è “l'appoggio all’opposizione”, anche se ha precisato che il suo paese non sta fornendo armi.
Il diplomatico ha sottolineato che l’intenzione di Washingtn è di creare le “condizioni che conducano ad un rapido collasso”, del governo di Al Assad che “permettano una transizione politica opportuna per gli USA”
Per risolvere questo problema, ha precisato, la Casa Bianca ha intenzione di ricorrere ad un inasprimento delle sanzioni economiche contro Damasco.
L’Iran offre il suo appoggio alla Siria
La Repubblica Islamica dell’Iran ha promesso che il suo appoggio al governo siriano resterà “immutabile”, con la sua “esperienza e capacità”. “Considerando che i poteri si sono uniti per danneggiare la nazione siriana, la posizione dell’Iran verso il paese non può cambiare: staremo sempre insieme ai nostri fratelli”, ha proclamato il primo vicepresidente dell'Iran, Mohammad Reza Rahimi.
Il segretario del Consiglio Nazionale di Sicurezza dell’Iran, Saeed Jalili, ha invocato le relazioni strategiche tra la Repubblica Islamica e la Siria, sottolineando che Teheran è disposta ad appoggiare Damasco “come non mai, per contrastare le pressioni straniere”.
(Traduzione Granma Int.).

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