domenica 20 marzo 2016

Le sanzioni delle Nazioni Unite sono progettate per imporre la sofferenza al popolo nordcoreano


marzo 2016

L'Amministrazione Obama, ha ripetutamente snobbato le proposte di negoziazione della Corea del Nord per diversi anni, è riuscita la scorsa settimana ad assicurarsi dure sanzioni delle Nazioni Unite che possono solamente allontanare gli sforzi di dialogo.
Apparentemente finalizzato a limitare la capacità della Corea del Nord di portare avanti il proprio programma di armamenti nucleari, il contenuto della Risoluzione n. 2270 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sembra invece in concreto volta a procurare una grave instabilità od addirittura un crollo economico vero e proprio.

Ci sono numerosi articoli nella risoluzione che sono finalizzati ad infliggere un danno economico alla Repubblica Popolare Democratica di Corea e qui si prendono in esame i più importanti. L'articolo 29 proibisce alla Corea del Nord l'esportazione di carbone, ferro e minerali di ferro a meno che non possa essere dimostrato che il ricavo della loro vendita non sia compiuta "esclusivamente per scopi di sostentamento". Quando gli scambi esteri provenienti dalle esportazioni finiscono nelle casse delle imprese minerarie, non può essere dimostrata o provata una relazione con le finalità del suo utilizzo. In altre parole, questo articolo finisce per essere un divieto totale alle esportazioni in relazione a questi beni.

La risoluzione impone anche un divieto assoluto all'esportazione di oro, minerali di titanio, di vanadio ad altri minerali rari. Queste restrizioni al commercio finiscono per eliminare la maggior parte delle esportazioni della Corea del Nord.

Gli Stati membri dell'ONU non possono vendere carburante per aerei alla Repubblica Democratica di Corea, eccetto quello necessario agli aerei nordcoreani per tornare in patria dall'estero. Col tempo, tuttavia, man mano che le riserve si prosciugheranno, l'effetto di tale sanzioni finirà per lasciare a terra tutto il traffico aereo della Nord Corea.

L'articolo 32 impone un congelamento di tutti gli asset finanziari detenuti all'estero da enti della Nord Corea o da singoli soggetti che uno stato membro dell'ONU giudichi essere coinvolti in traffici vietati dalla Risoluzione delle Nazioni Unite.

Si richiede agli stati membri di effettuare ispezioni su ogni spedizione proveniente o diretta in Corea del Nord, per la ricerca delle merci di cui è vietato il traffico. I ritardi nelle spedizioni navali dovuti alle ispezioni finiranno inevitabilmente per causare perdite o penali finanziarie. Inoltre, i partners commerciali della Corea del Nord potranno decidere di risolvere i contratti quando le date contrattuali di spedizione non saranno rispettate a causa dei ritardi dovuti alle ispezioni. La vera natura di queste misure è quella di strangolare la capacità della Nord Corea di impegnarsi nel commercio ordinario.

Trentuno navi nordcoreane sono state colpite da procedure di sequestro dei beni all'estero e una di queste, la Jin Teng, è stata perquisita e bloccata dopo che ha attraccato nella Baia di Subic, sebbene l'ispezione del carico non avesse rivelato il trasporto di beni proibiti. L'equipaggio nordcoreano è stato espulso e la Repubblica Democratica di Corea non è stata per nulla risarcita per la perdita del carico di 6.830 tonnellate.

Potenzialmente, le norme di più ampia portata sono quelle che hanno a che vedere con le istituzioni finanziarie. Gli stati membri sono invitati a bloccare l'operatività bancaria della Nord Corea negli istituti del proprio territorio ed i conti correnti esistenti stanno per essere coattivamente chiusi. Neppure è consentito agli stati membri delle Nazioni Unite aprire istituti od imprese finanziarie in Nord Corea né intrattenere alcun tipo di transazione finanziaria con la Repubblica Democratica.

Se nessuna istituzione finanziaria può intrattenere affari con nessun ente finanziario nordcoreano, questo avrà l'inevitabile effetto di eliminare virtualmente ogni ordinario commercio con l'estero.

Gli Stati Uniti, agendo attraverso il mezzo delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, stanno dichiarando una guerra economica contro la Repubblica Democratica di Corea, imponendo sanzioni collettive all'intero popolazione nordcoreana. Questa


ostilità degli Stati Uniti viene motivata politicamente e viene rafforzata dalle buone relazioni con le altre nazioni che operano al di fuori del trattato di non proliferazione nucleare. Israele, India e Pakistan hanno tutti programmi di armamento nucleare in stato molto più avanzato, ma solo la Repubblica Democratica Popolare di Corea viene fatta oggetto di sanzioni. Similmente, molte nazioni lanciano propri satelliti in orbita, ma solo la Nord Corea viene sanzionata perché lo fa.

Non c'è nessun "principio" in gioco, tranne forse quello per cui nessun paese che gli Stati Uniti desiderano ad un certo punto schiacciare in un modo o nell'altro possa sviluppare i mezzi per scongiurare un attacco militare. Con l'avvio, il 7 di marzo, delle più grandi esercitazioni militari congiunte tra USA e Corea del Sud volte a prevenire un'invasione nordcoreana, tutte le strade diplomatiche sono state chiuse e le tensioni possono solamente peggiorare.



*Gregory Elich è nel comitato di direzione dello Jasenovac Research Institute nonchè nel comitato consultivo del Korea Policy Institute. E' collaboratore per la Voice of the People, ed uno dei coautori di Killing Democracy: CIA and Pentagon Operations in the Post-Soviet Period, pubblicato in lingua russa.



Gregory Elich * | globalresearch.ca 

Traduzione per resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare.



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