Ministri degli Esteri europei rinnovano le pressioni sulla Siria
Nicosia,
7 set (Prensa Latina) Il ministro degli Affari Esteri e della
Cooperazione della Spagna, Josè Manuel Garcia Margallo, ha
assicurato oggi nella città cipriota di Paphos che il presidente
siriano Bashar Assad deve abbandonare il potere immediatamente.
Margallo
ha dialogato con la stampa sulla riunione in cui i ministri degli
esteri dell'Unione Europea (UE) vogliono rilanciare un piano per
porre fine al governo del leader arabo, la cui presenza nel potere
considerano come “una minaccia per la sicurezza del continente”.
Da questa capitale, situata a 300 chilometri dalle coste siriane, il diplomatico spagnolo ha emesso dei criteri che non sono solo un aumento di pressione contro Assad, ma anche un nuovo incentivo per raggiungere l'unità della frammentata opposizione.
Questo punto di vista riflette la strategia delineata dai ministri degli esteri dell'UE a Paphos per aumentare gli aiuti alle fazioni di opposizione, articolate dall'estero con la sponsorizzazione degli Stati Uniti e dei suoi alleati della NATO.
Un punto essenziale tra questi obiettivi strategici è la formazione di un governo di transizione, guidato dal Consiglio Nazionale Siriano (CNS), come principale nemico del gruppo di Assad.
È importante produrre un progetto il più inclusivo, il più rappresentativo possibile, che solo escluda le forze politiche che non rinunciano al terrore ed alla violenza, ha detto Margallo facendo allusione solo al governo assediato da gruppi terroristi.
“Madrid riconoscerà il CNS in questo caso”, ha sostenuto il ministro con enfasi.
Secondo alcune indiscrezioni, durante gli interventi, i ministri degli esteri erano ripetitivi nel criticare apertamente o velatamente la Russia e la Cina, per non piegarsi nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sotto le pressioni degli Stati Uniti e dei loro alleati europei, per quanto riguarda la Siria.
Questo atteggiamento si differenzia dalla posizione di Mosca e di Pechino nel caso della Libia, il cui risultato fu una invasione, il rovesciamento e l'assassinio del leader Muammar Gheddafi.
Un fallimento della comunità internazionale per risolvere il conflitto è una minaccia per la sicurezza europea, dice un documento firmato dal ministro degli esteri italiano Giulio Terzi, ed dal suo omologo francese, Laurent Fabius.
Il testo insiste sul pericolo per la stabilità del Medio Oriente e la sicurezza europea “seriamente minacciata, in tutti i suoi aspetti”.
Nell'elencare questi pericoli, Terzi e Fabius menzionano il terrorismo, la proliferazione delle armi, l'immigrazione clandestina e la sicurezza energetica.
Il progresso della riunione a Paphos dipenderà dalla convocazione di una riunione speciale di ministri degli esteri europei nel mese di settembre, al di fuori dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York, hanno concluso i rappresentanti di Roma e Parigi.
Da questa capitale, situata a 300 chilometri dalle coste siriane, il diplomatico spagnolo ha emesso dei criteri che non sono solo un aumento di pressione contro Assad, ma anche un nuovo incentivo per raggiungere l'unità della frammentata opposizione.
Questo punto di vista riflette la strategia delineata dai ministri degli esteri dell'UE a Paphos per aumentare gli aiuti alle fazioni di opposizione, articolate dall'estero con la sponsorizzazione degli Stati Uniti e dei suoi alleati della NATO.
Un punto essenziale tra questi obiettivi strategici è la formazione di un governo di transizione, guidato dal Consiglio Nazionale Siriano (CNS), come principale nemico del gruppo di Assad.
È importante produrre un progetto il più inclusivo, il più rappresentativo possibile, che solo escluda le forze politiche che non rinunciano al terrore ed alla violenza, ha detto Margallo facendo allusione solo al governo assediato da gruppi terroristi.
“Madrid riconoscerà il CNS in questo caso”, ha sostenuto il ministro con enfasi.
Secondo alcune indiscrezioni, durante gli interventi, i ministri degli esteri erano ripetitivi nel criticare apertamente o velatamente la Russia e la Cina, per non piegarsi nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sotto le pressioni degli Stati Uniti e dei loro alleati europei, per quanto riguarda la Siria.
Questo atteggiamento si differenzia dalla posizione di Mosca e di Pechino nel caso della Libia, il cui risultato fu una invasione, il rovesciamento e l'assassinio del leader Muammar Gheddafi.
Un fallimento della comunità internazionale per risolvere il conflitto è una minaccia per la sicurezza europea, dice un documento firmato dal ministro degli esteri italiano Giulio Terzi, ed dal suo omologo francese, Laurent Fabius.
Il testo insiste sul pericolo per la stabilità del Medio Oriente e la sicurezza europea “seriamente minacciata, in tutti i suoi aspetti”.
Nell'elencare questi pericoli, Terzi e Fabius menzionano il terrorismo, la proliferazione delle armi, l'immigrazione clandestina e la sicurezza energetica.
Il progresso della riunione a Paphos dipenderà dalla convocazione di una riunione speciale di ministri degli esteri europei nel mese di settembre, al di fuori dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York, hanno concluso i rappresentanti di Roma e Parigi.
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