lunedì 17 settembre 2012

PC Brasiliano: "Il Brasile di oggi sta attraversando un processo di rivoluzione capitalista"


PC Brasiliano: "Il Brasile di oggi sta attraversando un processo di rivoluzione capitalista"

Intervista a Ivan Pinheiro, Segretario generale del Partito Comunista Brasiliano, PCB, durante il Forum di San Paolo tenutosi a Caracas nel luglio del 2012.

di Dick e Miriam Emanuelsson

Tribuna Popular - Il dirigente comunista sottolinea l'importanza di rafforzare la lotta del popolo brasiliano nei confronti delle misure neoliberiste i cui pilastri sono stati posti in Brasile, nonostante i due periodi di governo del Partito dei Lavoratori [PT] guidato da "Lula" e attualmente nella stessa direzione da parte del governo di Dilma Rousseff.

Chiama inoltre le forze rivoluzionarie del continente e del mondo a sollevarsi nella resistenza contro la guerra dell'Impero americano in Medio Oriente, così come al rifiuto dei piani occulti e aperti per l'America Latina.

Sollecita la solidarietà con la Marcia patriottica, in Colombia, composta da 1700 movimenti popolari e sociali su una piattaforma di sinistra avanzata. E in questo senso esprime anche l'importanza di rafforzare ANNCOL come strumento per il popolo e in risposta alla nefasta controffensiva contro l'agenzia di stampa colombiana.

Sull'immagine che tiene il governo del Brasile in America Latina, considerato come un governo progressista, il leader comunista afferma:

- La sinistra latinoamericana crede o dice che il Brasile è progressista, antimperialista, questo in base all'immagine che l'America Latina ha di "Lula" che è stato un grande leader sindacale. Quest'immagine è rimasta e alcuni addirittura dicono che il Brasile è un paese socialista. Ma questo è molto negativo per l'America Latina, perché è fuorviante, ma è funzionale all'oligarchia di tutta l'America Latina. Sfido ognuno del PT a dirmi solo una misura socialista che è stata attuata. Non ne conosce nessuna, perché non esiste. Oggi il Brasile sta vivendo un processo di rivoluzione, ma di rivoluzione capitalista. Il capitalismo brasiliano non è mai cresciuto così tanto come da quando ci sono i governi del PT, che sono governi socialdemocratici le cui differenze con i settori neoliberali sono solo nelle modalità di gestione del capitalismo.

"Trasformare il Brasile in una potenza mondiale"

Sulla politica estera dei tre governi del PT, Ivan Pinheiro afferma che si tratta della stessa politica dello Stato borghese dei governi precedenti, compresa la dittatura.

- L'unico obiettivo che ha la politica estera del Brasile, è quello di rendere il Brasile una grande potenza internazionale nel campo capitalista. Il suo più grande sogno è quello di ottenere un seggio permanente nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, a simboleggiare il Brasile come potenza capitalista.

Sottolinea che si tratta puramente di una politica pragmatica, che cerca di sondare per vedere dove può guadagnare spazio. Ci sono settori della sinistra brasiliana che sostengono che il Brasile ha posizioni antimperialiste, che l'imperialismo è un "nemico esterno". Ma i fatti dimostrano il contrario, dice il segretario generale del Partito Comunista Brasiliano:

- I comunisti brasiliani dicono che l'imperialismo non è un nemico interno o esterno perché il Brasile è parte integrante dell'imperialismo. Il Brasile è uno dei paesi capitalisti più sviluppati al mondo, non solo per essere la quinta o sesta economia capitalistica mondiale, ma perché ha uno Stato capitalista borghese altamente stabile e forte. E' impossibile pensare a un colpo di stato come, ad esempio, recentemente avvenuto in Paraguay contro Fernando Lugo, o in Honduras contro Manuel Zelaya, o come quello che possono fare contro Evo Morales in Bolivia, perché non c'è alcuna ragione. Perché la politica brasiliana è una politica capitalista. Il Brasile contende l'egemonia in America Latina.

Facilita le fusioni tra le corporation brasiliane

- Quando il Brasile offre la solidarietà, dichiara Pinheiro, lo fa per favorire le grandi imprese brasiliane. Un esempio sono i crescenti accordi tra il Venezuela e il Brasile dove è sorto uno scambio di grandi dimensioni che ha favorito soprattutto gli interessi capitalisti del Brasile. Lo stesso vale per gli altri paesi in cui il governo brasiliano ha aperto il mercato a queste imprese giganti del Brasile.

La Banca Nazionale per lo Sviluppo è uno strumento al servizio di queste imprese capitaliste brasiliane, trasformandole in monopoli, afferma Pinheiro. Inoltre, facilita le fusioni tra questi giganti per competere nel mercato mondiale capitalista, anche contro le imprese statunitensi o europee che precedentemente regnavano sopra il "libero mercato" e ora vedono il loro potere minacciato dalle corporation brasiliane, una realtà ormai nel continente latinoamericano e nei Caraibi.

Privatizzazione delle imprese pubbliche

- Il governo di Lula ha mantenuto tutti i programmi neoliberisti. Ha promesso la crescita economica e l'ha compiuta, ma anche le privatizzazioni. Uno per uno sono stati privatizzati gli aeroporti. La maggior parte delle strade sono state privatizzate da Lula. In America Latina, si ha l'impressione che la Petrobas sia una compagnia statale. Non lo è. Solo il 38% è di proprietà dello Stato, il restante 62% è privato.

Così, possiamo elencare settore per settore della società brasiliana in cui il grande capitale monopolistico brasiliano sta avanzando, cooptando ogni giorno di più il vero potere del gigante latinoamericano, un potere in uno Stato governato da un presidente che arriva dal "Partito dei Lavoratori".

- Stanno cercando di privatizzare i servizi pubblici. Come se non bastasse, la Centrale Unica dei Lavoratori, CUT, che è stato un sindacato combattivo durante i governi precedenti ed oggi cooptata diventando cintura di trasmissione del governo attuale, sta presentando un progetto di "Flessibilizzazione" del mercato del lavoro. Sono esempi cui deve esser prestata estrema attenzione alla terminologia della borghesia.

Aerei brasiliani per la guerra in Colombia

Menziona le relazioni commerciali con la Colombia, un paese che soffre un conflitto sociale armato, interno, da più di mezzo secolo, dove il regime di Bogotà e le sue forze militari sono citate in ogni rapporto sui diritti umani, violati in ogni forma. Questo non ha impedito al Brasile sotto la presidenza di "Lula", di vendere 25 jet da combattimento per l'utilizzo in azioni di guerra contro l'insurrezione, che bombardano non solo i campi dei guerriglieri nelle ore serali, ma anche villaggi e città della comunità rurale colombiana.

- Per noi è uno Stato terrorista, il più pericoloso in America Latina. Il nostro partito ha deciso di dare priorità alla solidarietà con la resistenza colombiana nel quadro dell'internazionalismo proletario. La Colombia può trasformarsi in una sorta di Israele dell'America Latina, una punta di lancia dell'imperialismo

- Lula ha inaugurato a Bogotà un forum per gli imprenditori dell'America Latina, dove ha aperto il forum con le parole: "L'America Latina non ha bisogno più di spade di Bolivar, ma necessita di crediti". Noi, come partito e le altre forze del Brasile diamo tutta la nostra forza e solidarietà alla multiforme resistenza colombiana. Solidarizziamo con tutte le forme di lotta, sia l'insurrezione che il movimento popolare. Il Brasile può svolgere un ruolo fondamentale, se lo desidera, per un processo di negoziazione verso una soluzione politica del conflitto colombiano, che non sia militare.

Il ruolo del Venezuela in America Latina

Ivan Pinheiro e il Partito Comunista Brasiliano sottolineano quanto sarebbe importante, nelle prossime elezioni in Venezuela, la vittoria di Chavez, non solo per consolidare il processo bolivariano in sé, ma per il futuro dell'America Latina.

Una vittoria elettorale dell'opposizione traditrice e filo-yankee in Venezuela sarebbe fatale per tutta la lotta popolare in America Latina e avrà ripercussioni sul movimento rivoluzionario internazionale, ora che il continente latino-americano è forse l'unico in cui le forze progressiste e rivoluzionarie stanno avanzando, con gravi problemi in diversi paesi in termini di identità politica, ma non vi è alcun dubbio che l'imperialismo non è ancora stato in grado di prendere il controllo per invertire il corso della storia.

- Il Venezuela e la Colombia sono l'asse, il binomio dove si giocano i rapporti di forza nel continente, non nel Paraguay e in Bolivia che sono lo stesso importanti. Non ci consideriamo "chavisti", perché siamo comunisti, ma ci rendiamo conto che il processo in Venezuela può avanzare in un processo e cammino al socialismo.

"Buona e cattiva sinistra"?

In un editoriale del quotidiano El Tiempo, nel 2004 o 2005, il direttore della famiglia Santos si domandava perché la sinistra colombiana non capiva che era meglio adeguarsi ai principi della "sinistra di Lula", e il vecchio comunista brasiliano se la ride per la comparazione.

Nel Forum di San Paolo ci si è confrontati, scambiati idee ed esperienze della lotta della sinistra internazionale, comprendendo la profonda crisi del capitalismo sviluppatasi in Europa e nei paesi del Nord America, principalmente negli Stati Uniti. Ma si può distinguere una differenza nel contenuto della dichiarazione finale sugli obiettivi strategici del Forum Sao Paulo? Vale a dire la conquista del potere politico e una dichiarazione finale del Forum Sociale Mondiale, che si riunisce annualmente. Realmente c'è un dibattito all'interno della "battaglia delle idee" come promossa da Fidel, dove i partiti comunisti, socialisti e rivoluzionari approfondiscono il dibattito teorico tra i partecipanti, per il compito storico che è la costruzione del socialismo? Chiediamo al dirigente comunista brasiliano.

- Il nostro partito PCB è stato uno dei fondatori del Forum di Sao Paulo 25 anni fa ed è nato con carattere rivoluzionario tra la maggioranza delle organizzazioni comuniste e rivoluzionarie. Nel corso del tempo, il Forum di Sao Paulo è andato cambiando, come tutti i partiti. Oggi il Forum è più preoccupato per la governabilità istituzionale di governi riformisti socialdemocratici e anche di vincere alcune elezioni, come in Perù, che è stata una vittoria del Forum di Sao Paulo e del PT in Brasile, lo stesso in El Salvador.

C'è stata una battaglia di idee nel Forum di Sao Paulo, a Caracas? L'assenza di dibattito ideologico

- Io sono qui (al Forum di Caracas) da tre giorni e non ho assistito ad alcun dibattito politico dal punto di vista ideologico, nessuno. Qui hanno adottato una politica di illusione politica di "movimentizzazione", in cui ogni movimento sta al suo posto, i sindacati qui, gli altri là, discussioni specifiche localizzate come un Forum Sociale Mondiale. Il dibattito politico è ridotto a un piccolo gruppo socialdemocratico che oggi o domani presenterà la risoluzione finale. E certamente sarà approvata per acclamazione perché non c'è stato alcun dibattito.

- Il dibattito al Forum è importante e non lasceremo il Forum, non perché siamo fondatori del Forum, ma perché qui ci imbattiamo in dispute politiche e ideologiche, perché vediamo il movimento più importante in America Latina in questo momento che è la marcia patriottica in Colombia, e qui sappiamo che c'è una resistenza ad accettarla come un membro del Forum.

Perché non ha rappresentazione o affiliazione al Forum?

- Probabilmente perché non ha personalità giuridica, visto che è un movimento d'azione (con 1700 movimenti sociali e popolari). Sosteniamo l'affiliazione della Marcia Patriottica così come consideriamo che sia le FARC che l'ELN debbano avere spazio nel Forum, unica insorgenza in America Latina ed è importante che questa lotta non sia sconfitta.

- Riteniamo che questa lotta sia un esempio per tutta l'America Latina. Contribuisce, inoltre, al fatto che l'Amazzonia non venga invasa. Ma, ancora più importante di questo, dobbiamo difendere quel processo in modo che questa forma di lotta non sia sconfitta, perché questa forma di lotta d'insurrezione, in qualsiasi modo, in ogni paese per le sue caratteristiche deve essere utilizzata da tutti coloro che vogliono transitare al socialismo. Perché attraverso le istituzioni borghesi, non è possibile.

Il Partito Comunista Brasiliano (PCB) non solo è co-fondatore del Forum di Sao Paulo, ma anche del Movimento Continentale Bolivariano (MCB), movimento con sezioni in tutti i paesi del continente americano. Uno spazio dove la sinistra rivoluzionaria discute su come andare oltre ciò che le istituzioni borghesi permettono.


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