PC
Brasiliano: "Il Brasile di oggi sta attraversando un processo di
rivoluzione capitalista"
Intervista
a Ivan Pinheiro, Segretario generale del Partito Comunista
Brasiliano, PCB, durante il Forum di San Paolo tenutosi a Caracas nel
luglio del 2012.
di
Dick e Miriam Emanuelsson
Tribuna
Popular -
Il dirigente comunista sottolinea l'importanza di rafforzare la lotta
del popolo brasiliano nei confronti delle misure neoliberiste i cui
pilastri sono stati posti in Brasile, nonostante i due periodi di
governo del Partito dei Lavoratori [PT] guidato da "Lula" e
attualmente nella stessa direzione da parte del governo di Dilma
Rousseff.
Chiama
inoltre le forze rivoluzionarie del continente e del mondo a
sollevarsi nella resistenza contro la guerra dell'Impero americano in
Medio Oriente, così come al rifiuto dei piani occulti e aperti per
l'America Latina.
Sollecita
la solidarietà con la Marcia patriottica, in Colombia, composta da
1700 movimenti popolari e sociali su una piattaforma di sinistra
avanzata. E in questo senso esprime anche l'importanza di rafforzare
ANNCOL come strumento per il popolo e in risposta alla nefasta
controffensiva contro l'agenzia di stampa colombiana.
Sull'immagine
che tiene il governo del Brasile in America Latina, considerato come
un governo progressista, il leader comunista afferma:
-
La sinistra latinoamericana crede o dice che il Brasile è
progressista, antimperialista, questo in base all'immagine che
l'America Latina ha di "Lula" che è stato un grande leader
sindacale. Quest'immagine è rimasta e alcuni addirittura dicono che
il Brasile è un paese socialista. Ma questo è molto negativo per
l'America Latina, perché è fuorviante, ma è funzionale
all'oligarchia di tutta l'America Latina. Sfido ognuno del PT a dirmi
solo una misura socialista che è stata attuata. Non ne conosce
nessuna, perché non esiste. Oggi il Brasile sta vivendo un processo
di rivoluzione, ma di rivoluzione capitalista. Il capitalismo
brasiliano non è mai cresciuto così tanto come da quando ci sono i
governi del PT, che sono governi socialdemocratici le cui differenze
con i settori neoliberali sono solo nelle modalità di gestione del
capitalismo.
"Trasformare
il Brasile in una potenza mondiale"
Sulla
politica estera dei tre governi del PT, Ivan Pinheiro afferma che si
tratta della stessa politica dello Stato borghese dei governi
precedenti, compresa la dittatura.
-
L'unico obiettivo che ha la politica estera del Brasile, è quello di
rendere il Brasile una grande potenza internazionale nel campo
capitalista. Il suo più grande sogno è quello di ottenere un seggio
permanente nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, a
simboleggiare il Brasile come potenza capitalista.
Sottolinea
che si tratta puramente di una politica pragmatica, che cerca di
sondare per vedere dove può guadagnare spazio. Ci sono settori della
sinistra brasiliana che sostengono che il Brasile ha posizioni
antimperialiste, che l'imperialismo è un "nemico esterno".
Ma i fatti dimostrano il contrario, dice il segretario generale del
Partito Comunista Brasiliano:
-
I comunisti brasiliani dicono che l'imperialismo non è un nemico
interno o esterno perché il Brasile è parte integrante
dell'imperialismo. Il Brasile è uno dei paesi capitalisti più
sviluppati al mondo, non solo per essere la quinta o sesta economia
capitalistica mondiale, ma perché ha uno Stato capitalista borghese
altamente stabile e forte. E' impossibile pensare a un colpo di stato
come, ad esempio, recentemente avvenuto in Paraguay contro Fernando
Lugo, o in Honduras contro Manuel Zelaya, o come quello che possono
fare contro Evo Morales in Bolivia, perché non c'è alcuna ragione.
Perché la politica brasiliana è una politica capitalista. Il
Brasile contende l'egemonia in America Latina.
Facilita
le fusioni tra le corporation brasiliane
-
Quando il Brasile offre la solidarietà, dichiara Pinheiro, lo fa per
favorire le grandi imprese brasiliane. Un esempio sono i crescenti
accordi tra il Venezuela e il Brasile dove è sorto uno scambio di
grandi dimensioni che ha favorito soprattutto gli interessi
capitalisti del Brasile. Lo stesso vale per gli altri paesi in cui il
governo brasiliano ha aperto il mercato a queste imprese giganti del
Brasile.
La
Banca Nazionale per lo Sviluppo è uno strumento al servizio di
queste imprese capitaliste brasiliane, trasformandole in monopoli,
afferma Pinheiro. Inoltre, facilita le fusioni tra questi giganti per
competere nel mercato mondiale capitalista, anche contro le imprese
statunitensi o europee che precedentemente regnavano sopra il "libero
mercato" e ora vedono il loro potere minacciato dalle
corporation brasiliane, una realtà ormai nel continente
latinoamericano e nei Caraibi.
Privatizzazione
delle imprese pubbliche
-
Il governo di Lula ha mantenuto tutti i programmi neoliberisti. Ha
promesso la crescita economica e l'ha compiuta, ma anche le
privatizzazioni. Uno per uno sono stati privatizzati gli aeroporti.
La maggior parte delle strade sono state privatizzate da Lula. In
America Latina, si ha l'impressione che la Petrobas sia una compagnia
statale. Non lo è. Solo il 38% è di proprietà dello Stato, il
restante 62% è privato.
Così,
possiamo elencare settore per settore della società brasiliana in
cui il grande capitale monopolistico brasiliano sta avanzando,
cooptando ogni giorno di più il vero potere del gigante
latinoamericano, un potere in uno Stato governato da un presidente
che arriva dal "Partito dei Lavoratori".
-
Stanno cercando di privatizzare i servizi pubblici. Come se non
bastasse, la Centrale Unica dei Lavoratori, CUT, che è stato un
sindacato combattivo durante i governi precedenti ed oggi cooptata
diventando cintura di trasmissione del governo attuale, sta
presentando un progetto di "Flessibilizzazione" del mercato
del lavoro. Sono esempi cui deve esser prestata estrema attenzione
alla terminologia della borghesia.
Aerei
brasiliani per la guerra in Colombia
Menziona
le relazioni commerciali con la Colombia, un paese che soffre un
conflitto sociale armato, interno, da più di mezzo secolo, dove il
regime di Bogotà e le sue forze militari sono citate in ogni
rapporto sui diritti umani, violati in ogni forma. Questo non ha
impedito al Brasile sotto la presidenza di "Lula", di
vendere 25 jet da combattimento per l'utilizzo in azioni di guerra
contro l'insurrezione, che bombardano non solo i campi dei
guerriglieri nelle ore serali, ma anche villaggi e città della
comunità rurale colombiana.
-
Per noi è uno Stato terrorista, il più pericoloso in America
Latina. Il nostro partito ha deciso di dare priorità alla
solidarietà con la resistenza colombiana nel quadro
dell'internazionalismo proletario. La Colombia può trasformarsi in
una sorta di Israele dell'America Latina, una punta di lancia
dell'imperialismo
-
Lula ha inaugurato a Bogotà un forum per gli imprenditori
dell'America Latina, dove ha aperto il forum con le parole:
"L'America
Latina non ha bisogno più di spade di Bolivar, ma necessita di
crediti".
Noi, come partito e le altre forze del Brasile diamo tutta la nostra
forza e solidarietà alla multiforme resistenza colombiana.
Solidarizziamo con tutte le forme di lotta, sia l'insurrezione che il
movimento popolare. Il Brasile può svolgere un ruolo fondamentale,
se lo desidera, per un processo di negoziazione verso una soluzione
politica del conflitto colombiano, che non sia militare.
Il
ruolo del Venezuela in America Latina
Ivan
Pinheiro e il Partito Comunista Brasiliano sottolineano quanto
sarebbe importante, nelle prossime elezioni in Venezuela, la vittoria
di Chavez, non solo per consolidare il processo bolivariano in sé,
ma per il futuro dell'America Latina.
Una
vittoria elettorale dell'opposizione traditrice e filo-yankee in
Venezuela sarebbe fatale per tutta la lotta popolare in America
Latina e avrà ripercussioni sul movimento rivoluzionario
internazionale, ora che il continente latino-americano è forse
l'unico in cui le forze progressiste e rivoluzionarie stanno
avanzando, con gravi problemi in diversi paesi in termini di identità
politica, ma non vi è alcun dubbio che l'imperialismo non è ancora
stato in grado di prendere il controllo per invertire il corso della
storia.
-
Il Venezuela e la Colombia sono l'asse, il binomio dove si giocano i
rapporti di forza nel continente, non nel Paraguay e in Bolivia che
sono lo stesso importanti. Non ci consideriamo "chavisti",
perché siamo comunisti, ma ci rendiamo conto che il processo in
Venezuela può avanzare in un processo e cammino al socialismo.
"Buona
e cattiva sinistra"?
In
un editoriale del quotidiano El Tiempo, nel 2004 o 2005, il direttore
della famiglia Santos si domandava perché la sinistra colombiana non
capiva che era meglio adeguarsi ai principi della "sinistra di
Lula", e il vecchio comunista brasiliano se la ride per la
comparazione.
Nel
Forum di San Paolo ci si è confrontati, scambiati idee ed esperienze
della lotta della sinistra internazionale, comprendendo la profonda
crisi del capitalismo sviluppatasi in Europa e nei paesi del Nord
America, principalmente negli Stati Uniti. Ma si può distinguere una
differenza nel contenuto della dichiarazione finale sugli obiettivi
strategici del Forum Sao Paulo? Vale a dire la conquista del potere
politico e una dichiarazione finale del Forum Sociale Mondiale, che
si riunisce annualmente. Realmente c'è un dibattito all'interno
della "battaglia delle idee" come promossa da Fidel, dove i
partiti comunisti, socialisti e rivoluzionari approfondiscono il
dibattito teorico tra i partecipanti, per il compito storico che è
la costruzione del socialismo? Chiediamo al dirigente comunista
brasiliano.
-
Il nostro partito PCB è stato uno dei fondatori del Forum di Sao
Paulo 25 anni fa ed è nato con carattere rivoluzionario tra la
maggioranza delle organizzazioni comuniste e rivoluzionarie. Nel
corso del tempo, il Forum di Sao Paulo è andato cambiando, come
tutti i partiti. Oggi il Forum è più preoccupato per la
governabilità istituzionale di governi riformisti socialdemocratici
e anche di vincere alcune elezioni, come in Perù, che è stata una
vittoria del Forum di Sao Paulo e del PT in Brasile, lo stesso in El
Salvador.
C'è
stata una battaglia di idee nel Forum di Sao Paulo, a Caracas?
L'assenza di dibattito ideologico
-
Io sono qui (al Forum di Caracas) da tre giorni e non ho assistito ad
alcun dibattito politico dal punto di vista ideologico, nessuno. Qui
hanno adottato una politica di illusione politica di
"movimentizzazione", in cui ogni movimento sta al suo
posto, i sindacati qui, gli altri là, discussioni specifiche
localizzate come un Forum Sociale Mondiale. Il dibattito politico è
ridotto a un piccolo gruppo socialdemocratico che oggi o domani
presenterà la risoluzione finale. E certamente sarà approvata per
acclamazione perché non c'è stato alcun dibattito.
-
Il dibattito al Forum è importante e non lasceremo il Forum, non
perché siamo fondatori del Forum, ma perché qui ci imbattiamo in
dispute politiche e ideologiche, perché vediamo il movimento più
importante in America Latina in questo momento che è la marcia
patriottica in Colombia, e qui sappiamo che c'è una resistenza ad
accettarla come un membro del Forum.
Perché
non ha rappresentazione o affiliazione al Forum?
-
Probabilmente perché non ha personalità giuridica, visto che è un
movimento d'azione (con 1700 movimenti sociali e popolari).
Sosteniamo l'affiliazione della Marcia Patriottica così come
consideriamo che sia le FARC che l'ELN debbano avere spazio nel
Forum, unica insorgenza in America Latina ed è importante che questa
lotta non sia sconfitta.
-
Riteniamo che questa lotta sia un esempio per tutta l'America Latina.
Contribuisce, inoltre, al fatto che l'Amazzonia non venga invasa. Ma,
ancora più importante di questo, dobbiamo difendere quel processo in
modo che questa forma di lotta non sia sconfitta, perché questa
forma di lotta d'insurrezione, in qualsiasi modo, in ogni paese per
le sue caratteristiche deve essere utilizzata da tutti coloro che
vogliono transitare al socialismo. Perché attraverso le istituzioni
borghesi, non è possibile.
Il
Partito Comunista Brasiliano (PCB) non solo è co-fondatore del Forum
di Sao Paulo, ma anche del Movimento Continentale Bolivariano (MCB),
movimento con sezioni in tutti i paesi del continente americano. Uno
spazio dove la sinistra rivoluzionaria discute su come andare oltre
ciò che le istituzioni borghesi permettono.
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